La svolta clamorosa nelle indagini sul delitto di Garlasco arriva nelle scorse ore: a 18 anni dall’evento, nuove prove hanno portato a indagare Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, Chiara Poggi. Tutto inizia il 13 agosto 2007 nella cittadina in provincia di Pavia: la giovane Chiara Poggi, 26enne neolaureata in economia, viene uccisa a morte con un oggetto contundente (mai poi identificato né ritrovato) nella villetta in cui viveva assieme alla famiglia. Le ricostruzioni ipotizzano da subito che la vittima conoscesse l’assassino, in quanto, da sola in casa (visto che genitori e fratello erano in vacanza in Trentino), aveva spontaneamente aperto la porta di casa mentre si trovava in pigiama. La ragazza viene colpita una prima volta, poi tenta la fuga ma l’aggressore si accanisce con altri dieci colpi alla nuca e sulla parte anteriore della testa: il corpo viene gettato dalle scale in cantina.
È lì che, nel primo pomeriggio dello stesso giorno, lo ritrova il fidanzato Alberto Stasi, allora 24enne studente alla Bocconi di Milano, che dà l’allarme. Sempre su di lui si concentrano immediatamente le indagini: le incongruenze nel racconto del giovane, nonché l’eccessiva pulizia delle sue scarpe e dei suoi abiti nonostante fosse entrato nella casa in cui si trovava il cadavere insaguinato (come appunto si fosse cambiato prima di dare l’allarme) sembrano prove schiaccianti. La vicenda giudiziaria è però complessa: i processi di primo e secondo grado, nel 2009 e 2011, ritengono che Stasi, unico indagato, non abbia commesso il fatto; nel 2013, tuttavia, la Cassazione annulla la sentenza d’assoluzione e ordina un nuovo processo di appello, alla fine del quale l’anno successivo viene condannato a 16 anni di reclusione, senza però l’aggravante della crudeltà. Il 12 dicembre 2015 sempre la Cassazione conferma la condanna a 16 anni per Stasi, il quale si trova da allora nel carcere di Bollate e, dal 2023, esce solo per recarsi al lavoro.
Tutto, però, ora rischia di essere messo nuovamente in discussione. Gli inquirenti della procura di Pavia, infatti, starebbero al momento percorrendo una nuova strada a partire da tracce di Dna ritrovate sotto le unghie di due dita di Chiara Poggi. Il patrimonio genetico non corrisponderebbe a quello di Stasi, bensì a quello di Andrea Sempio, oggi 37enne, che era un amico del fratello della vittima e che dunque avrebbe familiarità e facile accesso alla loro residenza. Già le prime indagini avevano rilevato dei residui organici con marcatori maschili sotto le unghie di Poggi, appartenenti ad almeno due profili sconosciuti, ma all’epoca ritenuti non identificabili o confrontabili.
Il nome di Sempio era emerso già nel 2016 quando la difesa di Stasi aveva presentato una perizia genetica sulle tracce sotto le unghie, ma dopo un anno il procuratore aggiunto Mario Venditti aveva chiesto l’archiviazione per via della pretestuosità delle indagini difensive. Ora tutto viene rimesso in discussione e il delitto di Garlasco, già ampiamente esplorato e strumentalizzato dai media, torna alla ribalta delle cronache.
Fonte : Wired