Regno Unito, collisione fra petroliera e cargo. Un marinaio ferito. Ci sarebbe un disperso

Grave incidente al largo delle coste britanniche: oggi, 10 marzo, una petroliera è entrata in collisione con una nave cargo nelle acque del Mare del Nord. L’urto ha causato un incendio alla petroliera e le fiamme sono divampate anche a bordo del mercantile. Trentasette marinai sono stati portati a terra: uno di loro è ferito ed è stato portato in ospedale, gli altri 36 sarebbero in salvo. Il proprietario della nave cargo ha fatto sapere che un membro dell’equipaggio risulta disperso. Gli altri tredici membri dell’equipaggio a bordo della nave cargo Solong “sono stati portati sani e salvi” a riva e “sono in corso gli sforzi per localizzare il membro dell’equipaggio disperso”, ha affermato la compagnia di navigazione tedesca Ernst Russ in una dichiarazione. Si teme che possano esserci conseguenze a livello ambientale: la Guardia Costiera fa sapere di aver disposto valutazioni ad hoc per verificare l’impatto del “probabile inquinamento”. La petroliera è svedese, ma con bandiera statunitense, mentre il cargo è tedesco e batte bandiera portoghese.

Cosa sappiamo

L’allarme è stato dato poco prima delle 10 ora locale, le 11 in Italia, come si legge in un comunicato diffuso dalla Guardia Costiera britannica. La collisione è avvenuta “fra una petroliera e un mercantile è avvenuto di fronte alle coste dell’East Yorkshire”, recita la nota. La ricostruzione dell’accaduto emersa finora sembra confermare che il mercantile abbia speronato la Stena Immaculate: al momento dell’impatto la Solong navigava a una velocità di circa 16 nodi, mentre la Stena Immaculate era ferma dopo aver ormeggiato le ancore al largo di Hull. Resta da capire come si sia prodotta la collisione, in condizioni di mare e di meteo apparentemente non estreme. Entrambe le navi coinvolte sono civili. La Solong appartiene a una società armatrice tedesca, ma batte attualmente bandiera del Portogallo essendo stata affittata da un’azienda portoghese. Mentre la Stena Immaculate risulta di proprietà dell’armatore svedese Stena Bulk, della famiglia Olsson, ma batte bandiera Usa essendo stata affittata dallo spedizioniere californiano Crowley.

Petroliera noleggiata dal Pentagono

La petroliera è una delle 10 unità civili autorizzate anche al trasporto di carburante destinato alle forze armate Usa, riferisce la Bbc. E in effetti la la petroliera era stata noleggiata dall’esercito americano, in particolare dal Military Sealift Command. Lo ha detto Jillian Morris, portavoce del comando che gestisce navi con equipaggio civile per trasporti del Pentagono.

La Stena Immaculate, sempre secondo quanto riportato dai media britannici, stava trasportando carburante per aerei. Questo carburante si starebbe riversando in mare a seguito della collisione, e sarebbero state registrate “diverse esplosioni”.

Rotto serbatoio della petroliera

Un serbatoio contenente carburante per aerei della petroliera si è rotto, secondo quanto riferito dala società armatrice svedese Stena Bulk. La petroliera batte bandiera americana ed è stata noleggiata da uno spedizioniere Usa. “Mentre era ancorata al largo della costa del mare del Nord vicino ad Hull, nel Regno Unito, la petroliera è stata colpita dalla nave portacontainer Solong”, ha affermato  in una nota Crowley,  la società che americana che ha in gestione l’imbarcazione Crowley. “La petroliera ha subito la rottura di un serbatoio di carico contenente carburante e l’equipaggio ha abbandonato la nave in seguito a molteplici esplosioni a bordo”.

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Il fronte ambientale

Sul fronte ambientale lo scenario rimane inquietante. L’armatore svedese della petroliera, di proprietà del gruppo Stena della famiglia Olsson e affittato per questo viaggio allo spedizioniere californiano Crowley, ha confermato che l’urto ha provocato “uno squarcio in un serbatoio di carico”, con conseguente sversamento in mare di parte del cherosene trasportato. Le autorità britanniche e organizzazioni ecologiste come Greenpeace hanno fatto sapere di aver avviato immediate verifiche per stabilire la portata inquinante dell’accaduto. Intanto s’indaga pure sulle cause dello speronamento, originato secondo le prime ipotesi da un possibile errore di gestione del sistema di pilotaggio automatico della Solong: errore che avrebbe portato il cargo, 140 metri di lunghezza, in rotta di collisione con il tanker (183 metri x 32) ormai ormeggiato, malgrado condizioni meteomarine e di visibilità non estreme.

Greenpeace denuncia “vari rischi tossici”

Greenpeace ha lanciato stasera l’allarme sugli “svariati rischi tossici” legati alla collisione avvenuta in mattinata al largo delle coste britanniche del mare del Nord. La branca britannica dell’associazione ambientalista ha puntato il dito non solo sullo sversamento in mare del carburante trasportato dalla petroliera per conto delle forze armate Usa, ma anche sul cianuro di sodio e sul gas infiammabile stivati in alcuni dei container della Solong, secondo quanto certificato dalla documentazione sull’assicurazione del carico in possesso dei Lloyds: sostanze, queste ultime, che al momento non risultano essere finite in acqua, ma la cui pericolosità potenziale è comunque evidente. “A mano a mano che emergono informazioni su ciò che le due navi trasportavano” cresce esponenzialmente l’inquietudine “per gli svariati rischi che queste sostanze chimiche potrebbero rappresentare per la vita sottomarina”, ha detto Paul Johnston, scienziato presso i Greenpeace Research Laboratories e professore alla Exeter University, in Inghilterra. Il governo britannico di Keir Starmer ha dal canto suo ammesso, per bocca di una portavoce di Downing Street, che l’incidente è “estremamente preoccupante”, assicurando indagini e controlli approfonditi.

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Fonte : Sky Tg24