La società di Chiara Ferragni si “salva” con una ricapitalizzazione di oltre 6 milioni di euro

La società Fenice Srl, proprietaria dei marchi di Chiara Ferragni, ha approvato oggi, lunedì 10 marzo, un aumento di capitale pari a 6,4 milioni di euro. La decisione, presa in assemblea, ha visto il sostegno dei soci Sisterhood Srl (32,5%), riconducibile alla stessa Ferragni, e Alchimia Spa (40%), legata all’ex presidente Paolo Barletta. Tuttavia, l’imprenditore Pasquale Morgese, titolare del 27,5% delle quote, ha votato contro la ricapitalizzazione e potrebbe impugnare il bilancio e le relative delibere assembleari.

Il calo del fatturato e la frattura all’interno della società

L’amministratore unico di Fenice, Claudio Calabi, ha definito i termini dell’operazione, ricevendo il via libera da Sisterhood e Alchimia. Sisterhood ha espresso la disponibilità a sottoscrivere non solo la propria parte dell’aumento di capitale, ma anche quella eventualmente non coperta dagli altri soci, per garantire la continuità operativa della società.

L’approvazione dell’aumento di capitale giunge in un momento delicato per Fenice, che ha registrato un significativo calo dei ricavi. Dopo aver raggiunto i 12 milioni di euro nel 2023, la società avrebbe chiuso il 2024 con un fatturato inferiore ai 2 milioni di euro, accumulando nel biennio perdite fino a 10 milioni. Il bilancio, che riflette le difficoltà seguite alle controversie sulle sponsorizzazioni di prodotti come pandori e uova di Pasqua, è stato approvato dagli azionisti insieme alla ricapitalizzazione.

Il voto contrario di Morgese evidenzia la frattura interna alla compagine societaria. L’imprenditore, socio di lungo corso di Ferragni, ha manifestato riserve sulla gestione e sulle scelte strategiche di Fenice, lasciando aperto lo scenario di un possibile ricorso legale. Nel frattempo, la volontà di Sisterhood di coprire l’intero aumento di capitale potrebbe rafforzare ulteriormente la posizione di Ferragni nella società.

Quel che è certo è che con l’attuale governance, guidata da Claudio Calabi dopo le dimissioni di Barletta e Ferragni nel novembre scorso, il futuro di Fenice resta incerto, tra la necessità di risanare i conti e le tensioni tra gli azionisti.

Fonte : Today