L’auto connessa si sblocca da remoto con un tocco sullo smartphone. Grazie a dati in tempo reale, il navigatore suggerisce il percorso migliore per evita il traffico e i punti in cui è opportuno fare rifornimento. Il climatizzatore si adatta automaticamente alle preferenze del conducente, mentre il sistema di infotainment riproduce l’ultima playlist ascoltata. Ogni azione è fluida e intuitiva. Ma dietro questa comodità si nasconde una rete complessa di informazioni digitali: i dati sulla posizione, lo stile di guida, i consumi, la diagnostica del motore e persino i parametri biometrici del conducente vengono raccolti, analizzati e inviati a server remoti. Ma chi gestisce queste informazioni e chi decide come verranno utilizzate?
L’auto connessa non è più un’idea futuristica, ma una realtà consolidata. In Italia, circa 18 milioni di veicoli – il 45% del parco circolante – sono già dotati di tecnologie che permettono la comunicazione tra veicolo, produttori e altre entità. Un’evoluzione che apre a nuove opportunità, ma anche a interrogativi sulla proprietà e gestione dei dati. A queste domande ha provato a rispondere l’incontro L’Auto connessa: chi possiede i tuoi dati?, organizzato da Autopromotec presso l’Automobile club Milano, dove esperti e aziende del settore hanno analizzato il presente e il futuro della mobilità digitale.
Automobile sapiens: un nuovo ecosistema di dati
Fabio Orecchini, docente alla Luiss Business School, ha introdotto il concetto di ‘automobile sapiens’, un veicolo che non si limita più a trasportarci, ma evolve con noi attraverso la raccolta e l’elaborazione dei dati grazie alla sua capacità di connettersi alla rete. In un suo recente studio, mostra come il 70% degli automobilisti italiani abbia una conoscenza medio-alta delle tecnologie di intelligenza artificiale applicate ai veicoli e come il 75% le consideri altamente innovative. Ma se le auto diventano intelligenti, i conducenti devono diventare automobilisti sapiens, consapevoli delle implicazioni di questa evoluzione.
Orecchini ha sottolineato che ogni auto connessa è un gemello digitale del suo proprietario, ovvero una replica virtuale che raccoglie e analizza in tempo reale dati fondamentali per il funzionamento del veicolo. Questo modello consente di monitorare prestazioni, manutenzione e sicurezza, ma apre anche interrogativi sulla gestione e il controllo di queste informazioni. Dati di posizione, velocità, diagnostica, consumo di carburante o batteria, persino parametri biometrici del conducente vengono raccolti e analizzati. Informazioni essenziali per migliorare sicurezza e comfort, ma che sollevano il problema della loro gestione.
Fonte : Wired