Il sole che filtra dalle immense vetrate, il brusio degli studenti che finite le lezioni attraversano lunghi corridoi arredati con pianoforti e poltroncine, le sale ricreative con il tavolo da biliardo e i biliardini, il centro sportivo con la piscina olimpionica e i campi da basket. Sembra un campus americano e invece è l’università commerciale “Luigi Bocconi” di Milano, uno degli atenei privati più prestigiosi al mondo. Ma anche tra i più cari.
Quanto costa studiare alla Bocconi e quali sono gli atenei privati più costosi d’Italia? Vi anticipo solo che nonostante la retta da capogiro la UniBocconi non è un’università solo per ricchi. Ma andiamo per ordine, per arrivare a svelare quali facoltà e quali atenei (statali e non) scegliere per diventare futuri milionari.
Quanto costa studiare alla Bocconi
“Che bella la vita da ricchi”, commentano alcuni utenti sui social sotto i video di chi con ostentazione vuol far sapere al mondo che studia alla Bocconi. Un’università privata che per molti versi somiglia a quelle americane, con tanto di ballo di galà di Natale e lancio di berretti in aria alla cerimonia di laurea (vedi foto sotto).
Con una retta da 16.700 euro l’anno si conferma tra le università italiane private più care del nostro Paese, cifra molto lontana dai 4.200 euro che i ‘ricchi’ pagano per mandare i figli negli atenei pubblici. Forse è proprio per questo che alcuni “bocconiani” tendono a vantarsi sui social: sanno perfettamente di far parte di un’élite. Basti sapere che per le lauree triennali vengono ‘selezionati’ al massimo 2.800 studenti, 115 per classe, contro i 10mila iscritti al primo anno degli atenei statali più piccoli. Altro che lezioni seguite in piedi o sulle scale perché non ci sono posti a sedere, cosa che spesso accade nelle aule delle grandi università pubbliche. Alla Bocconi tutto è funzionale oltre che bello, ma “non è un’università solo per ricchi” assicurano alcuni suoi ex studenti.
I racconti dei “borsisti”
Alla Bocconi “ci sono ragazzetti in giacca e cravatta che parlano come Ceo consumati” scrivono alcuni utenti sui social, mentre altri assicurano che il campus innovativo e all’avanguardia progettato da due architetti giapponesi è frequentato anche da studenti “che non se la tirano”. Su una cosa sembrano essere tutti d’accordo, è un ambiente ipercompetitivo dove si studia molto per finire in tempo il corso di studi prescelto. Oltre a chi ostenta c’è anche chi racconta il suo percorso. Come i “borsisti”, studenti meritevoli con limitate capacità economiche che hanno avuto la possibilità di frequentare la Bocconi senza pagare le tasse universitarie o pagandole solo in parte, cosa possibile in quasi tutte le università private.
“In tutti quegli anni raramente mi sono concesso una cena fuori e ogni tanto in aula sentivo parlare di settimana bianca, di vacanze in posti esotici, ma per noi ‘borsisti’ il posto più esotico che avessimo visto era la biblioteca” scrive un ex studente sui social cercando di dare speranza a chi pur non avendo le possibilità economiche sogna di studiare in questa prestigiosa università privata (nella foto sotto una parte del racconto di Gaspare Ferraro su Linkedin). Non tanto per il campus quanto per gli sbocchi professionali, visto che come dicono le statistiche chi esce dalla Bocconi prende uno stipendio in media più alto degli altri laureati. Ma prima di parlare di questo vediamo qual è l’ateneo privato più costoso d’Italia. Spoiler: Non è la Bocconi.
Le università private più care d’Italia
Non c’è dubbio, sono le lauree magistrali a ciclo unico in medicina a far impennare le rette delle università private. Viaggiano dai 23mila euro della Humanitas University di Milano ai 18mila della Cattolica del Sacro Cuore di Roma (ricordo che stiamo parlando di tasse calcolate in base agli indicatori di reddito e patrimonio più alti, mentre per alcuni corsi la quota è fissa – nella foto sotto le tasse di iscrizione alle due università).
Cambiando facoltà sono le lauree triennali economiche della Bocconi a guidare la classifica, con 16.700 euro l’anno. Ma c’è anche chi ne sborsa 14mila – che diventano 19mila con l’alloggio – per diventare agronomo all’università degli studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in provincia di Cuneo. Un corso di laurea triennale riservato solo a 225 studenti, con richieste che arrivano da tutte le parti del mondo.
Per frequentare la Luiss Guido Carli di Roma invece bisogna pagare più di 12mila euro l’anno, stessa cifra per seguire il corso in fisioterapia alla Link Campus. I corsi triennali della Libera università di lingue e comunicazione (Iulm) invece arrivano a un massimo di 8.556 euro l’anno, la metà di quanto una famiglia spende per uno studente fuorisede che frequenta un ateneo pubblico. Quindi sempre meglio fare bene i conti prima di scegliere l’università giusta, anche se statale.
I laureati con gli stipendi più alti
Ma perché tutti sognano la Bocconi? Perché è l’università che garantisce il maggior ritorno economico in termini di stipendio. Un “bocconiano” appena laureato in media prende 38.390 euro l’anno, cifra che lievita a 66.638 euro dopo i 45 anni di età.
Per guadagnare bene però non bisogna per forza andare in un’università privata. Ci sono anche atenei statali che dopo anni di gavetta assicurano bonifici da oltre 60mila euro l’anno (nella foto sotto la classifica degli stipendi secondo l’Osservatorio Job pricing del 2024). Come l’università di Reggio Calabria Mediterranea, quella di Brescia e la Seconda università di Napoli. Bene anche i Politecnici, con quelli di Milano e Torino sopra i 55mila euro l’anno. I laureati della Sapienza di Roma invece in media percepiscono sui 53mila euro l’anno. A colpo d’occhio però appare piuttosto chiaro che sono le università del nord Italia a guidare la classifica dei laureati con gli stipendi più alti.
Il corso di laurea che ti farà diventare ricco
Per diventare ricchi nel nostro Paese – a meno che mamma è papà non siano già milionari – bisogna prima di tutto laurearsi, magari in medicina. Tra il numero chiuso e la fuga dei camici bianchi questa professione resta tra le più pagate d’Italia. Ma se nel Belpaese un chirurgo prende tra i 200mila e i 70mila euro l’anno a seconda della specializzazione e dell’esperienza, in Europa le retribuzioni risultano essere molto più alte. Per non parlare poi degli Stati Uniti dove un neurochirurgo guadagna 500-700mila dollari l’anno. Quindi chi punta a diventare milionario in Italia o studia medicina e si trasferisce all’estero o si prende una laurea in giurisprudenza e diventa notaio. Con uno studio ben avviato il conto corrente può aumentare anche di 250mila euro l’anno.
A seguire ci sono le lauree in ingegneria. Guardando i 100 uomini più ricchi al mondo infatti scopriamo che il 22% ha scelto questa facoltà, proprio come il fondatore di Amazon Jeff Bezos. Le specializzazioni più richieste e pagate al momento sembrerebbero essere quelle legate all’intelligenza artificiale e all’informatica, con buste paga che viaggiano sui 12mila euro al mese. Poi ci sono quelle in economia, ma fruttano molto solo se si diventa imprenditore, amministratore delegato, top manager o direttore di banca. E per chi vuole una marcia in più per la scalata verso il successo c’è il Master in business administration (Mba) per formare manager. Se fatti all’estero in università prestigiose come Harvard o Stanford arrivano a costare anche 150mila dollari.
Ecco quanto guadagnano i nostri laureati in Germania – di D. Tempera
In conclusione possiamo dire che le università private e i politecnici sembrerebbero offrire qualche opportunità in più rispetto agli atenei statali e che le lauree prese al nord rendono di più di quelle prese al sud, anche se poi sono i percorsi di studio a fare la vera differenza. In ogni caso la laurea rappresenta un buon investimento personale ed economico, visto che rispetto alla scuola dell’obbligo assicura in media un 45 per cento in più in busta paga, con una differenza di 13mila euro lordi l’anno. E se studiare comporta sacrifici ricordate la famosa frase motivazionale che dice: “La salita è dura ma quando arrivi in cima il panorama è fantastico”.
Fonte : Today