Seth Godin non è solo uno dei massimi esperti mondiali di marketing e business strategy, ma anche una voce unica e necessaria in un’epoca sempre più segnata dall’intelligenza artificiale.
Dopo aver conseguito una laurea in informatica e filosofia presso la Tufts University e un MBA alla Stanford Graduate School of Business, Godin ha lavorato come brand manager per Spinnaker Software dal 1983 al 1986.
Nel 1995 Godin ha fondato Yoyodyne, una delle prime aziende specializzate nel marketing online, che è stata acquisita da Yahoo! nel 1998.
Autore di numerosi bestseller, tra cui “La mucca viola“, Godin ha influenzato il modo in cui le aziende percepiscono l’innovazione e il branding.
Il suo TED Talk “How to Get Your Ideas to Spread” ha accumulato oltre 7 milioni di visualizzazioni.
Nel suo ultimo libro, “Questa è strategia. Pensare e realizzare il futuro“, appena pubblicato in Italia da Hoepli, analizza attraverso 297 paragrafi le strategie di aziende, innovatori e leader di successo, spingendo ciascuno di noi a comprendere meglio il proprio ruolo in un mondo lavorativo in continua trasformazione.
In un momento storico in cui l’intelligenza artificiale promette di trasformare profondamente ogni ambito della nostra vita, influenzando, indirizzando o criticando decisioni, idee e strategie, la visione di Godin può offrire spunti interessanti a individui o aziende che intendono restare rilevanti nell’era delle macchine che imitano la creatività degli esseri umani.
Per lei la strategia è una “filosofia del divenire”. Potrebbe spiegare meglio cosa intende con questa espressione e in che modo le persone possono applicarla al proprio sviluppo personale?
“Non importa quanto velocemente stai andando, e se stai andando nella direzione sbagliata. Siamo stati indottrinati a concentrarci sulle tattiche, a cercare una mappa e ad accettare qualsiasi strategia ci venga imposta. Ma abbiamo più potere di scelta di quanto crediamo. Possiamo osservare i sistemi che ci circondano e prendere decisioni. Le scelte sono guidate da un punto di vista, da affermazioni su ciò che vogliamo e su come pensiamo di ottenerlo. Il mio libro sfida le persone a mettere meglio a frutto i loro talenti e il loro tempo”.
Alcuni passaggi di “Questa è strategia” fanno riferimento a momenti chiave delle aziende più innovative. Lei si chiede, per esempio, “Quand è che Apple è diventata Apple?”. E lei, invece, quando è diventato veramente Seth Godin?
“Sono sempre stato me stesso, ma ho il privilegio di poter approfondire sempre di più questa identità. Uno degli effetti collaterali di Internet è che possiamo trovare il nostro pubblico. Non per diventare famosi, ma famosi per la nostra famiglia: il pubblico più piccolo possibile, il gruppo ristretto di fan, lettori o membri della comunità che sono coinvolti nel cambiamento che vogliamo realizzare”.
L’intento del suo nuovo libro è guidare il pensiero strategico. Quali sono le tre domande che dovrebbe farsi chi sta avviando un nuovo progetto?
“Domanda 1: Per chi è? Il cambiamento che stai proponendo al mondo, il frutto del tuo lavoro: chi lo desidera davvero? Chi ne avvertirebbe la mancanza se non esistesse? Domanda 2: A cosa serve? Quando il cambiamento inizierà a manifestarsi, come sarà? Come possiamo capire se sta funzionando? Domanda 3: Dove sono i sistemi? I sistemi consentono l’interoperabilità, ma allo stesso tempo rafforzano lo status quo. Il lavoro che speri di fare sfida il sistema o collabora con esso? Tu sei il surfista e i sistemi sono le onde. Puoi vederli e capirli abbastanza da far funzionare il progetto? Combattere un sistema è difficile”.
E quali tra tra i 297 insegnamenti del suo libro andrebbe stampato e affisso a una parete?
“La sezione 31 elenca 17 domande fondamentali. Sono il cuore del lavoro da fare:
- A chi siamo utili?
- Qual è il cambiamento che cerchiamo di realizzare?
- Quali sono le nostre risorse?
- In quale genere stiamo lavorando?
- Chi ha fatto qualcosa di simile prima di me?
- Quali sistemi sono in gioco?
- Sto modificando lo status di qualcuno?
- Perché qualcuno dovrebbe scegliere volontariamente di essere parte di questo lavoro?
- Cosa diranno ai loro colleghi?
- Chi guadagna in status, affiliazione e potere sostenendo questo lavoro?
- Il supporto iniziale si tradurrà in un supporto maggiore in futuro?
- Dove si trova l’effetto rete?
- Cosa devo imparare per far funzionare questo progetto?
- Con chi devo lavorare?
- Dov’è il punto critico e quando dovrei smettere?
- Cosa farò se non funzionerà?
- Quanto è abbastanza?
Le Big Tech recentemente hanno adattato i loro valori a quelli dell’amministrazione Trump. Dal punto di vista strategico lo ritiene un esempio da seguire?
“Le organizzazioni sono ancora più fallibili delle persone, perché sono composte da persone che devono interagire tra loro. Se un esempio non funziona più, trovatene un altro”.
Come influisce la percezione del tempo sulle decisioni strategiche e come possiamo allineare meglio le nostre strategie agli obiettivi a lungo termine?
“Ognuno di noi sperimenta il tempo in modo diverso, ma per tutti il tempo cambia il nostro mondo. Il te di dieci anni fa, o anche solo di una settimana fa, è una persona diversa da quella che sta parlando con me ora. Quando riusciamo ad accettare la natura in continua evoluzione di noi stessi e del mondo che ci circonda, possiamo investire con maggiore consapevolezza nella persona che stiamo diventando. Bisogna chiedersi: Per cosa ti ringrazierà il tuo futuro io? Quali sacrifici o investimenti puoi fare oggi per quella persona nel futuro? Quando la persona che avresti potuto essere incontrerà quella che stai diventando, sarà un momento di celebrazione?”.
L’intelligenza artificiale generativa – e l’AI in generale – ci aiuta a risparmiare il tempo di cui lei parla. Cosa dovremmo farne?
“Le nostre vite hanno visto più innovazioni per risparmiare tempo e lavoro di quante ne possiamo contare. La lavastoviglie e la lavatrice avrebbero dovuto dare più tempo libero alle donne. Non è successo. Volare attraverso il mondo può farti risparmiare un mese di viaggio in nave, ma non ha portato a più tempo libero. Non mi preoccupo affatto del fatto che gli esseri umani si ritroveranno con del tempo che non sanno come spendere. Vale la pena sottolineare che un aumento della produttività non equivale a un aumento della qualità della nostra vita”.
Immagino che ogni giorno molte persone e molte aziende cerchino la sua consulenza. Lei, invece, chiede mai consigli a un’intelligenza artificiale?
“Sono sicuro che [l’IA] continuerà a cambiare, ma passo almeno un’ora al giorno con Claude e Perplexity. Principalmente chiedo loro elenchi: Cosa manca? Cosa viene dopo? Ho anche ottenuto ottimi risultati caricando una foto (come il menu di un ristorante o le note di copertina di un album jazz) e chiedendo loro di verificarne le informazioni o di usarle come spunto di riflessione”.
Uno dei suoi TED Talk più visti, con oltre 2 milioni di visualizzazioni, riguarda la diffusione delle idee. Oggi le idee sono più centrali che mai. In un’epoca in cui le macchine stanno prendendo il controllo di un numero crescente di compiti e processi, saranno le nostre idee a definire ciò che è umano rispetto a ciò che non lo è?
“Non credo. Le idee sono a buon mercato, lo sono da molto tempo. Quando impieghiamo lavoro emotivo per portare avanti un’idea, quando ci mettiamo in gioco con empatia e resilienza per portare qualcosa da qui a lì, facciamo qualcosa di unico e (almeno per ora) difficile da sostituire”.
Considerando la rapida evoluzione dell’IA, quali strategie ritiene essenziali affinché le aziende possano restare flessibili e resilienti?
“Il mondo è folle, capovolto e in costante movimento. E questo è il momento più normale che vivremo mai. Se stai aspettando che le cose si calmino, non stai guardando cosa sta realmente accadendo. Le organizzazioni che prospereranno saranno quelle che mettono la resilienza davanti ai profitti a breve termine. Quando troviamo l’empatia per fare il duro lavoro di migliorare la vita dei nostri clienti, non solo facciamo qualcosa che conta, ma garantiamo anche il nostro stesso successo”.
Fonte : Repubblica