AGI – Carta canta, forse vota anche. Di certo per qualcuno lo stampato è rimasto insostituibile. E un tablet non può sostituire uno stampato. Neppure se si tratta di rendere la burocrazia più agile, più snella e pure meno dispendiosa, oltre che sostenibile.
Argomenti che non convincono il consigliere di Noi Moderati Di Stefano, ad accettare che nell’assemblea capitolina non circolino più fogli, brogliacci e stampati di ogni genere. Soprattutto se si tratta di emendamenti. Scrollare uno schermo touch col dito non deve regalare le stesse soddisfazioni del rumore e del profumo della carta, anche se non è amalfitana.
Per non dire dell’emozione che pi può provare a far scorrere un evidenziatore o una matita sulla carta per intrappolare bene un concetto, una citazione, un cavillo. Perché di cavilli si tratta, se al richiamo della presidente dell’assemblea Svetlana Celli sull’efficientamento dell’uso della carta, Di Stefano abbia risposto “allora votiamo tra tre giorni”.
Nel battibecco andato in scena in Campdoglio, si apprende persino che Di Stefano ha rifiutato il tablet. Il consigliere tecnorefrattario ha poi ricevuto gli stampati. Un bel malloppo con gli emendamenti in discussione al provvedimento sulla regolamentazione dei dehors.
Fonte : Agi