Continua la mobilitazione in Inghilterra contro una proposta di modifica della legge sul diritto d’autore che permetterebbe alle aziende tecnologiche di usare le canzoni presenti in rete per addestrare i programmi di intelligenza artificiale, a meno che non ci sia il rifiuto esplicito dell’autore.
Sir Paul McCartney è stato il primo a dire no e si è rivolto direttamente al governo britannico: “Noi siamo il popolo, voi siete il governo. Il vostro compito è proteggerci. Assicuratevi di salvaguardare i pensatori creativi e gli artisti, altrimenti rischiate di perderli”. Elton John invece ha parlato delle conseguenze economiche sul futuro degli artisti: “È sempre più difficile sostenere una carriera per i costi dei tour. Il diritto d’autore serve e far guadagnare il giusto agli artisti per la loro musica e va protetto” mentre Brian May dei Queen ha detto: “Spero venga messo un freno, altrimenti nessuno potrà più permettersi di fare musica” e ha aggiunto malinconicamente: “Il futuro è già cambiato per sempre”.
L’ultimo intervento sul tema è quello di Jimmy Page che ha scritto un lungo post: “La scelta è nostra: vogliamo difendere l’insostituibile magia della creatività umana? Celebriamo e preserviamo il tocco umano nell’arte: le imperfezioni, le emozioni, le storie dietro ogni nota”. Jimmy Page ha raccontato anche la sua esperienza di session man negli studi di registrazione di Londra in cui ha iniziato la sua carriera giovanissimo a metà degli anni 60, prima di fondare i Led Zeppelin con John Paul Jones (anche lui arrangiatore e musicista di studio), Robert Plant e John Bonham: “Ho messo a disposizione la mia chitarra a miriadi di artisti di generi diversi. Quelle innumerevoli session, lunghe a volte oltre tre ore non erano solo lavoro: erano un incontro di creatività, ispirazione e spirito collaborativo. Il percorso che mi ha portato dall’anonimato delle session ai palchi di tutto il modo con i Led Zeppelin non è stato creato da algoritmi e dati, è stato un viaggio segnato dall’improvvisazione, dalla spontaneità e dalla scintilla incalcolabile della ingenuità umana. La chimica che trasforma un riff in un inno è insita nell’anima collettiva delle band, una sinergia che nessuna macchina può emulare”.
Il chitarrista dei Led Zeppelin ha detto che secondo lui ci sono implicazioni etiche profonde nelle decisioni politiche che senza tutelare i diritti degli artisti vogliono favorire solo lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale “Non è progresso. È sfruttamento. Se ai miei tempi delle session in studio qualcuno avesse preso i miei riff senza un compenso, sarebbe stato considerato furto. Dobbiamo salvaguardare non solo i diritti degli artisti ma l’essenza stessa e l’anima della nostra eredità culturale”.
Fonte : Virgin Radio