Voto ai fuorisede, c’è una proposta di legge per renderlo definitivo

Inoltre, martedì 11 marzo il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini e il leader di +Europa, Riccardo Magi, incontreranno il governo in rappresentanza dei comitati promotori dei referendum. Tra le richieste, oltre a rassicurazioni sulla data della consultazione e su una corretta informazione, ci sarà quella di garantire la possibilità di votare presso il domicilio di quanti rischiano di essere nuovamente degli astenuti involontari, fenomeno che riguarda all’incirca 5 milioni di elettori fuorisede. Magi, che era presente alla conferenza stampa che si è volta al Senato, ha mostrato un cartello in cui si palesa che l’Italia è l’unico paese Ue a non consentire il voto ai fuorisede.

Riccardo Magi (+Europa) mostra un grafico con la situazione del voto ai fuorisede nei Paesi Ue (foto Fabio Salamida

Dal canto suo, il governo ha sollevato le sue perplessità per bocca del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: quest’ultimo sostiene che in assenza di una legge non sarà possibile consentire il voto ai fuorisede e che in fondo la sperimentazione non ha portato grandi risultati. L’inquilino del Viminale evidentemente non tiene conto del fatto che 17 mila persone, che oltretutto alle ultime europee hanno votato per la prima volta e in virtù di una decisione presa a ridosso del voto che ha impedito una corretta campagna informativa, sono la popolazione di un comune come Arcore. Altra cosa che forse sfugge a Piantedosi è che anche l’affluenza al voto degli italiani all’estero è molto bassa, ma il loro numero, in caso di referendum, contribuisce al quorum.

Meloni (Pd): “Tecnicamente è fattibile, ma il governo sta frenando più che può”

“Il governo vuole negare anche alle persone che nel 2024 hanno potuto votare alle europee di poterlo fare in occasione dei referendum”, spiega a Wired il senatore del Partito democratico Marco Meloni, primo firmatario della proposta di legge sul voto dei fuorisede.

Fonte : Wired