Zaia: “I dazi di Trump sono un flagello. L’Europa si deve muovere unita, l’Italia faccia da ponte”

Anche il presidente del Veneto Luca Zaia è preoccupato dalle minacce di dazi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. “I dazi sono un flagello”, dichiara in un’intervista al Corriere. E ha ben 8 miliardi di motivi validi per dirlo, quanto l’export della sua regione verso gli Usa. Su come reagire però spiega: “Attenzione all’atteggiamento. Se pensiamo di fare muro contro muro la battaglia la perdiamo di sicuro”.

Le critiche ai leader europei

Per Zaia “bisogna capire, in fretta se possibile, che abbiamo a che fare con un uomo d’affari”. È un punto essenziale da cui partire secondo il presidente del Veneto. Sul peso della bilancia, perciò, vanno fatti pesare i 450 milioni di abitanti europei che rappresentano “il mercato più florido al mondo per gli Stati Uniti”. Ma in sede di trattative ci si deve presentare uniti “di fronte a Trump”. Da qui le critiche alle spedizioni solitarie del presidente francese Emmanuel Macron e del primo ministro inglese Keir Starmer: “Non ha senso che i singoli capi di governo o di Stato si presentino da lui per condurre trattative singole. Nessuno da solo ha la forza di trattare da pari a pari”. Anche la presidente Ursula von der Leyen non è ritenuta adeguata, soprattutto perché “non ha gli strumenti operativi di governo per muoversi con la stessa efficacia di Trump”.

Il ruolo di Meloni

Da qui viene il suggerimento sul presunto ruolo che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni può ricoprire: “Si è creato un canale di dialogo fra Meloni e Trump che potrebbe essere utile se venisse affidato all’Italia il ruolo di ponte fra Europa e Usa. Dobbiamo lavorare perché nasca un vero e proprio asse Ue-Usa”. Per Zaia sono due le condizioni “imprescindibili se si vuole stabilire un rapporto proficuo con Trump”, ovvero: “marciare uniti, senza fughe in avanti né protagonismi” e “prendere atto dell’interlocutore per quello che è e non per quello che vorremmo che fosse”.

Fonte : Today