Si è spento Bruno Pizzul. L’ex telecronista ci aveva fatto sognare durante le notti magiche di Italia ’90 e negli anni aveva legato il suo timbro di voce alle imprese della nazionale di calcio. Tutto il paese si stringe al dolore della sua famiglia, che piange un padre e un nonno presente e amorevole.
A guidare ci pensava la moglie Maria
Bruno Pizzul non ha mai preso la patente, tant’è che dopo la pensione era facile vederlo in bicicletta nel suo paese natale, Cormons, in Friuli. A guidare l’automobile ci pensava sua moglie Maria, detta la tigre. “Ormai ha anche funzioni di badante, causa anagrafe e pigrizia congenita” ha raccontato scherzando Pizzul al Corriere della Sera durante una delle sue ultime interviste. Il soprannome viene da un’altra moglie, quella di un giocatore della Triestina: “quella ragazza mostrava analogie con Maria e adottai il nomignolo – ha spiegato Pizzul sempre al Corriere – lei ogni tanto fa qualche smorfia ma si rende conto che il paragone animalesco è assai lusinghiero. La tigre sarà feroce ma è una bestia mobile, bella. Ah, la tigre!”.
I tre figli e i nipoti
Bruno Pizzul lascia tre figli: Fabio, Silvia e Anna. “Fabio è consigliere regionale, mi pare riesca a conservare una bella integrità pur frequentando il mondo della politica – ha detto al Corriere -. Silvia insegna matematica e scienze a Milano, Carla è assistente sociale”. I nipoti? Undici, proprio come una squadra di calcio. Ma Pizzul era considerato una specie di nonno da tantissimi giovani ragazzi che sono cresciuti con le sue telecronache e ogni tanto, ha raccontato lui, lo fermavano per strada per gridargli “ciao nonno Pizzul!”. La reazione del giornalista è sempre stata divertita e molto tenera: “Ne vado orgoglioso. Così, se agli undici nipoti aggiungiamo i nipoti acquisiti, abbiamo una squadra completa di riserve”.
Fonte : Today