Kim Joo-ryoung è una delle attrici più brave e coraggiose – non teme i ruoli da villain né quelli di personaggi negativi o fastidiosi – della Corea del Sud e, grazie a Squid Game, anche una dei più riconosciuti esponenti della Hallyu, la Korean Wave. Kim è l’ospite d’onore della seconda edizione italiana del progetto Milan Loves Seoul, hub creativo che, durante la Milano Fashion Week, promuove i nomi della moda, del beauty e della cultura coreani, nato da un’idea della fashion event manager Ylenia Basagni e della project manager Marcella Di Simone e diventato realtà grazie alla collaborazione con Kotra, la Korean Trade-Investment Promotion Agency. Laureata in cinema e teatro, Kim Joo-ryoung, di ritorno dal Korean Tour Festival in in Francia, fa parte del panorama cinematografico – e più di recente – seriale, fin dagli albori della nouvelle vague coreana nei primi anni del Duemila.
Kim Joo-ryoung (in Vegan Tiger) – Milano Loves SeoulMilano Loves Seoul
Comparsa in pellicola fondamentali del cinema orientale come Memorie di un assassino di Bong Joon-ho (2003) e You are My Sunshine (2005), nel 2011 era nel cast di Silenced, il dramma sociale di Hwang Dong-hyuk su un caso di cronaca reale di pedofilia. Hwang l’ha voluta tra i protagonisti di Squid Game nei panni di Han Mi-nyeo, la scaltra e manipolatrice giocatrice n. 212 disposta a tutto per sopravvivere ai giochi, ruolo che è valso alla Kim la candidatura come miglior attrice ai Critics’ Choice Super Awards. Joo-ryoung ha ottenuto la parte senza audizione, grazie all’esperienza precedente col regista. Mentre leggeva chi era e come si comportava il personaggio che avrebbe impersonato, la Kim ricorda di aver “pianto, riso, fissato il vuoto e coperto la bocca in preda allo shock”. Nella realtà, Kim Joo-ryoung è una persona affabile, gentile, molto impegnata nel volontariato, praticamente l’opposto dell’egoista Han Mi-nyeo e dell’altro suo personaggio più noto, l’arrivista Grace Go del dramedy romantico Queen of Tears, il k-drama più visto della storia su un canale pay in patria).
Fonte : Wired