Cinque criptovalute. Bitcoin, Ethereum, XRP, Solana e Cardano. Nessun dettaglio sulla quantità, ma quello che conta per il settore è che la mossa sia stata fatta. Donald Trump ha annunciato la creazione di una riserva strategica in criptovalute che dovrebbe portare gli Stati Uniti a diventare un acquirente (nel caso, venditore) di monete digitali. Un passo importante nell’obiettivo di Trump di fare degli Stati Uniti la capitale mondiale delle cripto.
Una delle sue promesse in campagna elettorale. Che ha scatenato entusiasmo da parte dei sostenitori delle cripto. Come ha detto Eric Demuth, amministratore delegato di Bitpanda a Italian Tech, per l’industria delle cripto “con Trump uno scenario così positivo non era nemmeno immaginabile”
Cos’è una riserva strategica
Gli Stati Uniti – ricorda Npr – possiedono già diverse riserve strategiche: ne fanno parte anche equipaggiamenti militari e medici. Servono soprattutto a garantire al governo federale la possibilità di attingere a queste scorte speciali in momenti di necessità.
Una scorta e una riserva sono termini talvolta usati in modo intercambiabile. Ma una riserva implica spesso un ruolo più attivo del governo nella gestione degli asset rispetto a una semplice scorta. In particolare, l’ordine esecutivo di Trump a gennaio ha istituito un gruppo di lavoro per valutare la creazione di una scorta, ma non fa riferimento a una riserva.
Opportunità o rischio: la volatilità delle criptovalute
Mantenere una riserva federale – spiega Cnbc – significherebbe probabilmente che il governo comprerebbe e venderebbe attivamente criptovalute. Mentre i sostenitori affermano che i profitti delle criptovalute potrebbero essere usati per ridurre l’enorme debito nazionale, i critici sostengono che le criptovalute sono storicamente volatili e un investimento speculativo.
Secondo Vox l’amministrazione Trump ha nominato David Sacks come responsabile per l’IA e le criptovalute alla Casa Bianca, suscitando ulteriori dibattiti sulla trasparenza e l’imparzialità delle future politiche in materia.
Quanti Bitcoin possiedono gli Usa e da dove arrivano
Gli Stati Uniti già posseggono Bitcoin. Circa 200.000 è il calcolo che gira al momento sui siti di settore. Per un controvalore di circa 17 miliardi di dollari secondo Coinbase. Criptovalute che arrivano soprattutto da sequestri criminali, operazioni di polizia e di recupero di soldi e proventi da traffici illeciti.
Bitcoin è la criptovaluta più nota. La prima e la più capitalizzata al mondo. E il fatto che l’amministrazione americana abbia scelto di comprare anche altri tipi di criptovalute ha fatto in modo che negli Usa si accendesse un dibattito tra esperti, diviso tra favorevoli e contrari alla scelta di avviarsi a diversi asset digitali. Per molti esiste solo Bitcoin. Il resto è un’emulazione che ha poco senso.
Trump e le memecoin: un fenomeno effimero che nasconde una precisa volontà politica
Trump non ha rilasciato ulteriori dettagli sui piani per una riserva strategica di criptovalute. Tuttavia, sono state avanzate alcune proposte su come potrebbe essere strutturata. Ricorda Npr che l’anno scorso la senatrice repubblicana Cynthia Lummis del Wyoming ha introdotto un disegno di legge per istituire una riserva strategica di Bitcoin, incaricando il governo federale di acquistare 1 milione di Bitcoin — del valore di oltre 86 miliardi di dollari ai prezzi attuali — nell’arco di cinque anni.
Ma il dibattito è aperto. E molti ritengono quella dell’amministrazione americana una mossa azzardata, che compra con soldi pubblici un bene molto volatile. Trump il giorno del suo insediamento ha lanciato una sua criptovaluta: $TRUMP. Il giorno successivo lo ha fatto la moglie: $MELANIA. Memecoin che hanno acquistato tantissimo valore per poi perderlo subito dopo. A beneficiarne soprattutto è stata la World Liberty Financial, società gestita da Trump e i suoi figli.
Bitcoin non riesce nel rimbalzo
La mossa di Trump comunque non ha avuto l’effetto sperato sul mercato delle cripto: il valore è sceso dai 100 mila dollari circa del mese scorso – durante l’insediamento di Trump – agli 83 mila circa di queste ore. Una flessione del 17%.
Fonte : Repubblica