Vincenzo Pisacane: “Con D’Ambrosio mi sono svegliato ricco. Chiama la banca: c’è un bonifico dall’Inter”

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Il procuratore ha raccontato com’è iniziata la sua carriera e ha imparato a nuotare in un mare di squali. Il rapporto con l’ex calciatore dell’Inter è stato determinante: è cominciato tutto lì, in maniera quasi fiabesca.

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“Mi sono addormentato povero, mi sono svegliato ricco”. Vincenzo Pisacane incastona questa frase nella narrazione della sua storia di agente dei calciatori. È la classica persona che s’è fatta da sola, imparando a nuotare in un mare di squali senza essere sbranato. Ha fatto diversi lavori prima di dare una svolta alla propria vita e fare il grande salto di carriera: decise di mollare tutto per inseguire e realizzare il sogno di diventare procuratore. Per lui è stato come andare in palestra: “I muscoli non te li fai il primo giorno, né li vede al secondo… ma ci vogliono tempo, esperienza e costanza”, e lui ce l’ha messa tutta pagando in maniera molto salata (anche) lo scotto del noviziato. Oggi nel suo portafoglio ci sono anche calciatori come Lorenzo Insigne e altri giovani interessanti.

“Ho sentito quando puzza la cacca e mi sono detto: io lì non ci torno”, è l’altra espressione che cita durante ‘Codice 1% podcast’ per spiegare qual è il suo approccio al lavoro che svolge: “Ogni mattina mi alzo credendo di avere un rosso pazzesco sul conto. Perché? Per avere sempre l’enfasi giusta, la bava alla bocca per fare bene il mio mestiere. Gli inizi sono stati molto duri, ho dovuto barcamenarmi. Ma tutte quelle agitazioni e quelle sofferenze mi hanno insegnato tanto”.

Vincenzo Pisacane ha parlato del rapporto con Danilo D’Ambrosio, il primo calciatore che ha creduto in lui quando non era ancora nessuno, e di come questo legame abbia rappresentato una svolta. Il difensore passa al Torino all’Inter e tutto cambia. “In quel momento io ero un pesce piccolo – ha aggiunto nel dialogo con Giacomo Freddi -. Tanti lo chiamavano dicendogli vieni con noi che ti portiamo in un grade club e lui non ha mai voluto cambiare. Ricordo ancora cosa mi disse: Stai tranquillo che io inizio con te e proseguo con te”.

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Fiabesco il racconto del retroscena su come si svolse la trattativa con i nerazzurri. “Presi un biglietto con uno sconto particolare, al costo di 36 euro. Avevo il ritorno nello stesso giorno per risparmiare e non dormire a Milano. Parlai con Ausilio e Branca in un albergo segreto e io dissi che per me la cifra offerta come commissione era irrisoria e non mi interessava. Era di un milione e dissi di no e mi venne un magone così perché pensavo a tutti quei soldi. In seguito mi richiamarono e trovammo un accordo importante sia per me sia per il calciatore”.

E qui accadde qualcosa di particolare, un episodio che spiega bene qual è lo spessore umano di D’Ambrosio. “Branca mi disse: adesso gli facciamo uno scherzo. E gli telefonarono in viva voce con me davanti, lui non sapeva che stessi ascoltando. Gli dissero che l’operazione non si poteva fare perché il suo procuratore faceva troppe richieste economiche. E lui rispose: a me la vita è già cambiata, 100 mila euro in più o in meno non fanno la differenza per me ma se non cambia la vita anche al mio agente io non firmo. Era pazzesco quello che aveva detto… trovare una persona come lui è stato eccezionale”.

Finita qua? C’è ancora un altro capitolo di questa storia: la telefonata dalla banca. “Quando andavo in banca era solo per pagare bollette. C’era un signore che mi guardava e mi diceva: che devi fare? Compila il foglio e poi vieni qua. Facevo sempre la fila poi un bel giorno mi accolsero in maniera diversa… Venni chiamato dall’istituto di credito e mi informarono che era arrivato un bonifico molto importante sul conto. Conobbi la direttrice che non avevo mai conosciuto… e mi chiesero: perché si mette fila? Che ci fa qua? Ma vada al private. Io andai su, al primo piano, e chiusi i conti perché non mi piaceva questo atteggiamento: non potevo pensare di essere trattato in maniera diversa, per me era una mancanza di rispetto e passai con un’altra banca”.

La ‘vecchia’ panda e il primo Rolex. “Quando D’Ambrosio passò all’inter suo padre aveva una Fiat Panda di 20 anni, gli dissi che mi avrebbe fatto piacere compragliene un modello più nuovo. Lui mi rispose: Non devi comprarmi null. Quello è il tuo lavoro, io con questa ci cammino e se la voglio me ne compro un’altra. È questione di mentalità e Danilo ha avuto questo tipo di educazione. Non s’è mai montato la testa, è rimasto umile… e non ce ne sono molti come lui in giro. Pensa che il mio primo Rolex me l’ha regalato proprio lui e lui stesso il primo acquisto importante lo ha fatto dopo anni di carriera all’Inter”.

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Fonte : Fanpage