Papa Francesco, l’insufficienza respiratoria, le analisi e il parere dei medici: “Non è fuori pericolo”

Le condizioni di salute di Papa Francesco restano stabili, ma in un quadro clinico descritto dai medici come “complesso”. Sono queste le ultime notizie che arrivano dal Gemelli dove il Pontefice è ricoverato dal 14 febbraio scorso per un polmonite bilaterale. Ieri sera Bergoglio ha avuto altri due gravi episodi di insufficienza respiratoria.

Per il Papa è resa necessaria la ventilazione meccanica (l’ossigeno è stato somministrato tramite una mascherina che copre naso e bocca) e sono state eseguite due broncoscopie per aspirare importanti secrezioni di muco prodotte dalla polmonite. I medici non hanno sciolto la prognosi. “Non è fuori pericolo” ha fatto sapere la Santa Sede nel primo pomeriggio di oggi, martedì 4 marzo. Dalle ultime analisi non è emersa una leucocitosi, ovvero non è stata rilevata un’eccessiva concentrazione di globuli bianchi nel sangue che può indicare la presenza di un virus o di un’infezione. Un segnale positivo, anche se come si evince dai bollettini quotidiani del Vaticano le condizioni del Pontefice continuano a preoccupare. 

Gismondo: “Stato di gravità costante, l’età avanzata non aiuta”

Papa Francesco è in “uno stato di gravità costante che, ad intervalli, si manifesta con queste crisi respiratorie” dice all’Adnkronos Salute Maria Rita Gismondo, ex direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco. “È un paziente che sembra non stia rispondendo appieno alle terapie”. Il Pontefice, prosegue Gismondo, ha un’infezione ai polmoni “ancora in corso che provoca uno stato infiammatorio” che, a sua volta, “produce muco. E l’accumulo di muco provoca insufficienza respiratoria. Ha subìto in più occasioni l’aspirazione meccanica del muco mentre sarebbe opportuno che tale ‘liberazione’ avvenisse attraverso le terapie. Sicuramente il suo quadro clinico presenta un’infezione e una infiammazione importanti, e l’età avanzata non lo aiuta”.

Galli: “Condivido la preoccupazione, ma è sbagliato fare illazioni”

Massimo Galli, già direttore del reparto Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, condivide “la preoccupazione dei colleghi del Gemelli, non a caso la prognosi resta riservata. Ma anche se gli alti e bassi persistono, questo non significa che” la situazione “sia irreparabile”. Secondo Galli però “non c’è nulla di peggio che fare illazioni in merito a bollettini mendici mancanti di tutta una serie di dati, almeno per me”. Certamente “parliamo di un uomo molto anziano con un quadro clinico importante – spiega Galli – e la prognosi riservata conferma che c’è una valutazione dell’evoluzione giorno per giorno”.

Fonte : Today