Il nuovo coronavirus scoperto in Cina è studiato in laboratori “non abbastanza sicuri”

Ci sono timori per il nuovo coronavirus recentemente scoperto in Cina. [I ricercatori] non hanno condotto gli esperimenti in laboratori Bsl-3 o Bsl-4, ma in un laboratorio descritto come Bsl-2 plus, un livello di sicurezza non standardizzato e non formalmente riconosciuto dai Centers for Disease Control and Prevention e che pensiamo sia insufficiente per lavorare con virus respiratori potenzialmente pericolosi”. Questo l’estratto più significativo del j’accuse di due eminenti virologi americani, Ian Lipkin e Ralph Baric, contenuto in una lettera appena pubblicata sul New York Times. Gli esperimenti cui si riferiscono Lipkin e Baric sono quelli condotti dal gruppo di ricerca di Shi Zheng-Li, del Wuhan Institute of Virology (Wiv, il sito che alcuni ritengono sia stato l’“incubatore” della pandemia di Covid-19), che ha per l’appunto recentemente isolato un nuovo coronavirus, chiamato Hku5-Cov-2, potenzialmente pericoloso anche per gli esseri umani. Nella lettera, Lipkin e Baric si dicono “preoccupati” dal fatto che “alcuni scienziati conducano esperimenti sui virus in modi che potrebbero mettere in pericolo tutti noi. In uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Cell un gruppo di ricercatori ha riferito della scoperta di un coronavirus nei pipistrelli che ha la potenzialità di diffondersi tra gli esseri umani” e che, per l’appunto, sarebbe stato scoperto e trattato in condizioni di non sufficiente sicurezza dagli scienziati cinesi.

Il nuovo coronavirus scoperto in Cina

Come vi avevamo raccontato, Hku5-Cov-2, il patogeno identificato dai ricercatori del Wiv, è un virus isolato da campioni prelevati nel 2014 in grotte abitate da pipistrelli e dove – per il momento – è rimasto. La differenza rispetto ad altri patogeni animali è che, in base alle analisi effettuate, il nuovo coronavirus ha alcune caratteristiche simili a Sars-Cov-2, che lo rendono potenzialmente pericoloso per l’essere umano. Si tratta, per la precisione, di un coronavirus che fa parte del sottogenere dei merbecovirus, lo stesso di quello responsabile della Mers (la sindrome respiratoria del Medio Oriente), e che è una variante di un virus già noto (Hku5-Cov-1); rispetto a quest’ultimo, però, nei test di laboratorio ha dimostrato di avere una maggiore affinità di legame con il recettore Ace-2 presente sulle cellule dei mammiferi, che è la “porta di ingresso” anche di Sars-Cov-2. Per questa ragione, secondo gli autori della scoperta Hku5-Cov-2 potrebbe infettare gli esseri umani, anche se l’efficienza di legame con i recettori è significativamente inferiore rispetto a quella del patogeno responsabile di Covid-19. Come a dire: al momento non c’è nessun allarme concreto, ma è il caso, comunque, di mantenere alta la guardia.

“Precauzioni insufficienti”

Le preoccupazioni di Shi Zeng-Li e colleghi sono evidentemente condivise anche da Lipkin e Baric. Questi ultimi, però, hanno ulteriormente alzato l’asticella, evidenziando per l’appunto possibili problemi di sicurezza nei lavori dei virologi cinesi. C’è da dire che Zheng-Li, che si è guadagnata il soprannome di batwoman proprio per i suoi studi sui pipistrelli, autrice di diversi articoli sul tema sulle più importanti riviste scientifiche del mondo e promotrice dell’importanza della ricerca sui patogeni animali “prima che loro trovino noi”, era già stata criticata proprio per presunte falle nella sicurezza dei laboratori di Wuhan. “L’istituto di virologia di Wuhan – scrivono gli americani nella loro lettera – è al centro della controversia relativa all’origine della pandemia di Covid-19. Non sosteniamo che l’istituto sia responsabile della pandemia, né abbiamo alcuna certezza che questo nuovo coronavirus abbia la potenzialità di scatenarne un’altra. Quello che ci preoccupa sono le insufficienti precauzioni che i ricercatori hanno preso studiando questo virus”.

Da Bsl-1 a Bsl-4

I biolaboratori sono classificati in quattro diversi livelli di biosicurezza (Bsl, dall’inglese BioSafety Level) in base ai rischi biologici associati agli agenti con cui lavorano. La classificazione segue standard internazionali, stabiliti dai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) e dalla World Health Organization. Nei centri di livello 1 (Bsl-1) si studiano microrganismi non patogeni o a basso rischio per gli esseri umani e per l’ambiente, per esempio l’Escherichia coli non patogena, e non sono previsti requisiti speciali di contenimento, se non le misure “standard” di laboratorio (uso del camice e dei guanti, lavaggio delle mani, impiego di superfici facilmente decontaminabili); sono gli esperimenti condotti per ricerche di base nel campo della microbiologia o per fini didattici nelle università. Il livello successivo (Bsl-2) è quello che ha a che fare con microrganismi che possono causare malattie lievi o moderate negli esseri umani, ma difficilmente trasmissibili per via aerea, come per esempio lo Staphylococcus aureus, la Salmonella spp, il virus dell’epatite A, B, C. Come misure di sicurezza prevede, tra le altre cose, l’uso di dispositivi di protezione individuale e di cappe biologiche di sicurezza per la manipolazione degli agenti infettivi. Salendo nella scala della pericolosità c’è il livello Bsl-3, quello relativo allo studio di patogeni che possono causare malattie gravi e potenzialmente letali, trasmissibili per via aerea, come il Mycobacterium tuberculosis, la Coxiella burnetii e il virus della febbre gialla: in questo caso le misure di sicurezza sono molto più rigorose, e prevedono, tra le altre cose, la protezione respiratoria degli operatori, l’uso di filtri per il trattamento dell’aria in ingresso e in uscita, l’installazione di un sistema di ventilazione a pressione negativa, in modo che l’aria possa entrare in laboratorio ma non viceversa. Arriviamo così all’ultimo livello, il Bsl-4, quello da adottare quando si studiano virus altamente pericolosi e spesso senza cure o vaccini disponibili, con elevata mortalità e trasmissione per aerosol, come per esempio i virus di Ebola, Marburg e Nipah). In questo caso le misure di sicurezza prevedono il controllo rigido degli accessi al laboratorio, con più livelli di decontaminazione, il laboratorio sigillato, con pressione negativa e sistemi di filtraggio HEPA avanzati, il lavoro obbligatorio in tute a pressione positiva con sistema di respirazione autonomo, la manipolazione degli agenti biologici all’interno di isolatori a guanti o cappe di sicurezza di livello 3 e l’adozione di procedure di emergenza e evacuazione estremamente rigorose. “I laboratori Bsl-4 – scrivono i virologi statunitensi – sono quelli che si vedono nei film, dove gli scienziati indossano una specie di tuta spaziale e fanno una doccia in camera di decontaminazione quando finisce il loro turno di lavoro”. Solo due centri in Italia, il Sacco di Milano e lo Spallanzani di Roma, dispongono di centri di questo tipo.

Bsl-2 plus

“Gli esperimenti relativi all’isolamento del virus e ai test cellulari di BtHKU5-CoV-2-023 sono stati eseguiti in un BSL-2 plus a pressione negativa seguendo le SOP con la necessaria protezione personale e approvati dal Wuhan Institute of Virology (WIV) IBC secondo una procedura di valutazione del biorischio (inclusa la sequenza del genoma virale e la sua relazione filogenetica con virus umani noti, l’utilizzo del recettore umano, il tropismo cellulare, la prevalenza negli animali domestici e negli esseri umani e la patogenicità e la trasmissione nei modelli animali) – scrivono, dal canto loro, gli autori della scoperta. Tutte le strutture del Wiv per questo lavoro aderiscono rigorosamente ai requisiti di sicurezza raccomandati dal China National Accreditation Service per la valutazione della conformità. La valutazione del biorischio verrà rianalizzata in base ai dati di questo virus recentemente osservati per soddisfare il requisito necessario dei livelli di biocontenimento”. Sostanzialmente, quindi, si propongono di rivalutare la pericolosità del virus – e quindi il livello di sicurezza da adottare – alla luce di quanto hanno appena scoperto. Lipkin e Baric, invece, oltre a far notare che il livello Bsl-2 plus non fa parte dello standard, sostengono che questa operazione si sarebbe potuta eseguire prima, dal momento che “gli autori del lavoro hanno cominciato studiando il nuovo coronavirus con un approccio che non richiedeva la coltura di virus vivi, per esempio tramite analisi al computer. Dopo aver stabilito che il virus potrebbe infettare le cellule umane, hanno eseguito esperimenti con il virus completamente infettivo. Questo lavoro è stato apparentemente approvato dai comitati istituzionali locali per la biosicurezza e aderente agli standard nazionali di biosicurezza, ma questo non è sufficiente per lavorare con un nuovo virus che potrebbe rappresentare un rischio significativo per la salute mondiale”.

Fonte : Wired