Stati Uniti o Europa? Da che parte stare? Dobbiamo essere europeisti e anti-americani o possiamo continuare a dirci filo-americani? Dopo oltre un secolo di comunione d’intenti, l’Occidente sembra spaccato e smarrito di fronte all’uragano geopolitico scatenato da quel brutto, sporco e cattivo Donald Trump.
L’ombrello nucleare
Per un secolo gli europei si sono lasciati dolcemente cullare dall’idea che non c’era bisogno di creare un esercito comune perché tanto si era protetti dall’ombrello della Nato grazie ai cospicui finanziamenti degli Stati Uniti. Oggi Ursula Von Der Leyen si è svegliata e ha detto che è necessario il riarmo dell’Europa.
Una dichiarazione che dimostra quanto la famosa frase di Massimo d’Azeglio “Abbiamo fatto l’Italia ora dobbiamo fare gli italiani” sia attuale oggi se declinata pensando all’Europa. Ebbene sì, abbiamo fatto l’Unione Europea, ma non è mai stata concepita l’unione degli europei. Forse il peccato originario è stato proprio quello di non aver mai dato vita alla Ced, Comunità europea di Difesa, e di voler puntare tutto su un’unione monetaria piuttosto che ideale e identitaria. O forse un altro grave errore è stato compiuto recentemente da Romano Prodi negli anni ’90 quando da presidente della Commissione Europea portò il numero dei Paesi membri dell’Unione da 12 a 22.
Il peccato originale europeo
Quando nel 2004 francesi e olandesi, con i loro rispettivi referendum, bocciarono la Costituzione Europea sarebbe dovuto scattare subito un campanello d’allarme in tutte le cancellerie europee. Invece, l’Ue con le sue elefantiache e obsolete strutture intergovernative ha proseguito come se non fosse successo nulla. Dopo vent’anni i partiti anti-europei o anti-sistema di destra o estrema destra viaggiano tra il 10 e il 30% in tutto il Vecchio Continente. Con Trump che intende mantenere la promessa fatta ai suoi elettori di un disimpegno degli Usa dalla scena internazionale, diventa complicato creare un esercito comune europeo se una buona fetta gli europei stessi non si riconoscono nell’Unione Europea. Il compito diventa ancora più arduo se il tentativo di forgiare l’orgoglio europeo nasce con la velleità di poter diventare un competitor degli Stati Uniti.
Trump si assicura la produzione di chip in vista di un’invasione cinese di Taiwan
Trump vede nella Cina il suo vero competitor e ha la necessità di staccare la spina all’alleanza tra Mosca e Pechino. Ci può piacere o non piacere, ma che l’Europa sia diventata ininfluente, almeno per gli Stati Uniti, sembra essere assodato.
Un’ininfluenza dettata non solo dal fatto di non avere un esercito comune, ma non aver mai avuto una politica estera comune e un leader di riferimento riconoscibile. Macron e Starmer (premier del Paese della Brexit) provano a essere gli interlocutori dell’Europa con gli Usa, mentre Meloni cerca di fare da “pontiere” tra Bruxelles e Washington. E Ursula von der Leyen? In teoria è solo con lei che Trump dovrebbe relazionarsi, ma non è così. Dagli accadimenti degli ultimi giorni arriva una lezione molto semplice: un’Unione Europea che veda nell’antiamericanismo il suo collante è destinata a fallire. A Trump non piacciono gli europei e agli europei non piace Trump, ma l’Europa senza gli Stati Uniti non sarebbe mai esistita. Non c’è nulla di più ridicolo che dichiararsi anti-nazifascisti e allo stesso tempo anti-americani.
La velleità dell’essere anti-americani
Il mito della lotta di Resistenza può affascinare i nipoti dei partigiani che hanno fatto la Resistenza, ma senza gli Stati Uniti Hitler e Mussolini non sarebbero mai stati sconfitti. E gli Usa quando decidono di intervenire militarmente? Solo dopo l’attacco giapponese alla base militare di Pearl Harbor, nel Pacifico.
La dura e cruda realtà è che gli interessi e le preoccupazioni principali degli americani arrivano sempre dall’Asia. Chiunque sia il presidente degli Usa, Donald Trump oppure Joe Biden, non può non tener conto delle previsioni degli analisti militari, ossia che nel 2027 possa scoppiare Terza Guerra Mondiale qualora la Cina decidesse veramente di invadere Taiwan. E, se questo è vero, la mossa di Trump di abbandonare l’Ucraina al proprio destino può essere riprovevole dal punto di vista di noi europei, ma comprensibile per il popolo americano. Di certo non è un buon motivo per soffiare sul fuoco di un antiamericanismo che sarebbe del tutto privo di senso.
Fonte : Today