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Il Musep degli Uffizi di Firenze ha deciso di unire sotto un’unica cornice il capolavoro del pittore tedesco Lukas Cranach, Adamo ed Eva.
Adamo ed Eva di Cranach agli Uffizi di Firenze
La Galleria degli Uffizi continua a rinnovarsi continuamente e questa volta lo fa riunendo in un’unica cornice due dei capolavori della pittura mondiale, ovvero Adamo ed Eva, due dipinti del pittore tedesco Lukas Cranach: “L’operazione ricostruisce visivamente ed esteticamente l’unitarietà di concezione della coppia di dipinti ed il rapporto che viene a stabilirsi tra Adamo ed Eva in una narrazione unica, nella quale si ricompongono anche le parti, divise nelle due tavole, dell’Albero della Conoscenza” si legge nella nota che il Museo fiorentino ha inviato alla stampa per presentare questa novità.
La coppia di tavole “Adamo ed Eva”, capolavoro del pittore tedesco (Kronach, 1472 – Weimar, 16 ottobre 1553), sono state riunite in un’unica cornice (che ricompone anche le due parti dell’Albero della Conoscenza) e diventano uno dei punti forti delle nuove sale dei pittori fiamminghi al secondo piano della Galleria degli Uffizi, uno dei fiori all’occhiello di uno dei Musei italiani più amati e visitati. “Del tema di Adamo ed Eva, i progenitori che caddero in tentazione condannando l’umanità, Lukas Cranach dipinse, con i suoi collaboratori, oltre cinquanta versioni” continua la nota degli Uffizi.
Adamo ed Eva di Cranach agli Uffizi di Firenze
Inizialmente i due pannelli erano stati pensati come opere separate sebbene dovessero stare vicine, in dialogo tra loro: “La nuova cornice, realizzata sul modello di quelle in ebano nero storicamente in uso nelle collezioni dell’Europa centro-settentrionale e dotata di vetro protettivo, restituisce visivamente ed esteticamente l’unitarietà di concezione della coppia di dipinti ed il rapporto che viene a stabilirsi tra Adamo ed Eva, gli sguardi e la mimica dei quali convergono ora in una narrazione unica, nella quale si ricompongono anche le parti, divise nelle due tavole, dell’Albero della Conoscenza” spiega, concludendosi, la nota del Museo.
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Nelle scorse settimane, poi, il Museo aveva anche aperto il Giardino delle Camelie all’interno del Giardino di Boboli, rendendo disponibile al pubblico uno spazio che era riservato esclusivamente ad alcuni componenti della famiglia granducale e che alla fine del Settecento fu destinata alla coltivazione delle camelie, in linea con la moda del tempo: “Del genere Camellia, la specie japonica è la maggiormente rappresentata all’interno del giardino e comprende attualmente 49 esemplari di 37 varietà, alcune delle quali molto significative per dimensioni e colori: tra queste la splendida ‘Candidissima’, risalente al 1830”. Da gennaio e fino al 13 aprile, il giardino sarà aperto al pubblico dal venerdì alla domenica.
Fonte : Fanpage