La Russia di Vladimir Putin ha inserito il ministro degli Esteri del Giappone, Takeshi Iwaya, e altre nove personalità del Paese nell’elenco delle persone sanzionate da Mosca e alle quali è vietato l’ingresso nella nazione a tempo indeterminato. Si tratta di una mossa di ritorsione per le sanzioni disposte da Tokyo contro la Federazione in relazione all’invasione dell’Ucraina.
I sanzionati
Tra le persone inserite nella blacklist oltre al ministro degli Esteri figurano l’ambasciatore del Giappone in Ucraina, Masashi Nakagome, e il suo predecessore in questo incarico, Kuninori Matsuda, il vicepresidente dell’Agenzia giapponese per la cooperazione internazionale (Jica), Shohei Hara, il capo dell’ufficio dell’agenzia in Ucraina, Hideki Matsunaga, e Shinsuke Minami, presidente e direttore di rappresentanza della casa automobilistica Isuzu.
Le sanzioni di Tokyo
Lo scorso 10 gennaio il Giappone aveva ampliato le sanzioni contro la Russia, congelando i beni di 11 persone, 29 organizzazioni e tre banche russe, oltre a colpire un dirigente di una società commerciale nordcoreana e una banca georgiana che avrebbe contribuito a eludere le precedenti misure restrittive. Il governo di Tokyo aveva inoltre approvato il divieto totale di esportazione per 22 organizzazioni russe, alcune legate al settore militare, altre alla produzione di prodotti tecnologici e macchinari.
Le restrizioni alle esportazioni erano state applicate anche a 31 gruppi non russi che, secondo il governo, avevano aiutato Mosca a dirottare beni soggetti a restrizioni e a eludere le sanzioni: 11 con sede a Hong Kong, sette nella Cina continentale, otto in Turchia, due in Kirghizistan e uno ciascuno in Thailandia, Emirati Arabi Uniti e Kazakistan.
Il Giappone aveva inoltre approvato un elenco di 335 articoli che non possono essere esportati in Russia, comprendente motori e componenti per veicoli da costruzione, biciclette a motore, dispositivi di comunicazione e acustici, strumenti meccanici e valvole.
Fonte : Today