L’incoronazione, sul versante calcistico del Principato, non è stata mai stata così rapida. È frutto dei gol realizzati, tanti in poco tempo, buoni per eleggerlo a simbolo di un club che pure, nella sua storia, ha visto protagonisti del calibro di Trezeguet, Falcao, Djorkaeff e Weah gonfiare le reti del Louis II. Mika Biereth non ha presentato un curriculum poi così pregiato, ma ha saputo parlare sul campo interpretando il suo ruolo di bomber nell’accezione più profonda del termine, ovvero segnando a ripetizione, dopo averlo fatto a ritmo indiavolato nella prima parte della stagione attuale con la maglia dello Sturm Graz ed aver contestualmente attirato l’attenzione di diverse società continentali.
Il percorso di Biereth, che ha compiuto il mese scorso 22 anni, è comune a quello di tanti giovani prospetti, con la trafila nel settore giovanile del Fulham nella capitale britannica, dove è nato da danese-tedesco e madre bosniaca. I primi botti li esplode nell’Under 18 dei Cottagers, chiudendo la stagione nel campionato di categoria con 22 gol e tredici assist, buoni per ingolosire l’Arsenal che lo preleva, lo vede esordire con la nazionale junior danese ed andare a bersaglio undici volte con la seconda squadra dei “Gunners”. Le due stagioni di apprendistato coi “grandi” – la prima in Olanda con il Waalwijk costellata da costanti problemi fisici e poi in Scozia con il Motherwell – non sono memorabili, ma tutto cambia da da ottobre 2023 quando inizia a giocare e segnare con regolarità nella Scottish Premiership e prosegue l’opera dopo il trasferimento in Austria allo Sturm Graz, dove timbra anche tre reti in quattro match in Conference League e viene riscattato dall’Arsenal la scorsa estate per nove milioni.
Il resto è storia recente. Coi bianconeri di Graz si scatena griffando 14 reti – due delle quali in Champions – in venticinque incontri, quindi nella finestra di mercato invernale il trasferimento nel Principato per 13 milioni. Davanti al pubblico monegasco è una sentenza abbattendo con tre triplette Auxerre, Nantes e Stade Reims, siglando l’impresa mai riuscita negli ultimi settanta anni ad un calciatore in Ligue 1 di calare tre “tris” nelle prime sette apparizioni nel torneo, per un totale di dieci reti che polverizzano il primato precedente appartenente nella massima serie transalpina appartenente ad un certo Zlatan Ibrahimovic.
Il Monaco con lui è legittimato a sognare un posto nella prossima Champions, mentre le nazionali – a pieno titolo al plurale – lo hanno messo nel mirino, potendo vestire indifferentemente le casacche di Danimarca, Inghilterra, Germania e Bosnia non avendo ancora esordito in alcuna selezione maggiore. Accanto al cyborg Haaland, insomma, qualcuno prova a farsi largo per mantenere alto il nome dell’efficienza scandinava come produttori all’ingrosso di gol. E la Premier League, che non lo ha visto all’opera pur avendo Biereth gravitato in due club che la disputano, è pronta a fare la sua mossa per fargli attraversare la Manica per quello che sarebbe un ritorno alle origini.
Fonte : Today