Cervello vetrificato di Ercolano, abbiamo risolto il mistero

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La causa della vetrificazione

Un’analisi condotta dal vulcanologo italiano Guido Giordano e dal suo team è riuscita a spiegare il motivo della vetrificazione. Il cervello dell’uomo è stato prima investito da una prima nube piroclastica ad almeno 510 °C per poi essere esposto a un drastico calo di temperature una volta passata la prima ondata, che ha raffreddato l’organo a tempo di record.

Il corpo è stato esposto al passaggio e alla scomparsa di un flusso piroclastico di breve durata, diluito e molto più caldo, il che spiega il suo rapido riscaldamento iniziale e il successivo raffreddamento molto rapido. Il vetro che si è formato come risultato di questo processo unico ha permesso un perfetto stato di conservazione del cervello e delle sue microstrutture“, spiega lo studio pubblicato su Scientific Reports. Il processo è stato probabilmente agevolato dalle ossa del cranio e dalla colonna vertebrale dell’uomo, che avrebbero agito da barriera impedendo la totale distruzione del cervello.

L’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. fu conseguenza dall’attività tettonica della regione. Il vulcano si trova in una zona di subduzione, dove la placca tettonica africana sta sprofondando al di sotto quella eurasiatica. Quasi due millenni fa, la pressione generata dal magma accumulato in una camera sotto il Vesuvio per centinaia di anni divenne insostenibile e innescò l’eruzione, con un pennacchio che raggiunse un’altezza stimata di 33 chilometri, radendo al suolo le città di Ercolano, Pompei, Stabia e Oplontis.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired en español.

Fonte : Wired