Coinvolto il gigante nazionale del petrolio, con perdite miliardarie. La procura generale ha svelato una frode legata alla miscelazione del carburante. A rischio anche migliaia di veicoli che potrebbero aver subito gravi danni. Dietro il malaffare gravi lacune in tema di trasparenza e pesanti interferenze politiche.
Jakarta (AsiaNews) – Uno massiccio scandalo corruzione, che vede coinvolto il gigante nazionale del petrolio Pertamina, sta scuotendo in queste ore l’Indonesia provocando sconcerto e indignazione fra la popolazione con ripercussioni – politiche e giudiziarie – al momento imprevedibili. Un’altra vicenda di corruttela e malaffare nel Paese asiatico, a pochi giorni di distanza dall’arresto del braccio destro dell’ex presidente Megawati Soekarnoputri: a finire nel mirino della giustizia il politico cattolico e segretario generale del Partito democratico di lotta indonesiano (Pdip) Hasto Kristiyanto sebbene, dietro questa vicenda, in molti leggono un attacco del governo contro l’unica forza di opposizione all’esecutivo.
L’ufficio del Procuratore generale indonesiano (Ago) ha svelato di recente una imponente perdita finanziaria legata a un sistema illecito di miscelazione del carburante per veicoli. Questa pratica fraudolenta, portata avanti da una filiale di Pertamina, ha portato a una perdita totale di circa un milione di miliardi di rupie indonesiane (quasi 61 miliardi di dollari), superando di gran lunga i 200mila miliardi dichiarati in precedenza. Con l’approfondimento delle indagini, le autorità prevedono di far emergere altri sospetti implicati, poiché la corruzione sembra coinvolgere numerosi individui sia all’interno che all’esterno dell’azienda dell’energia.
Basuki Tjahaja Purnama, ex governatore di Giacarta ed ex commissario capo di Pertamina, ha parlato dello scandalo. Egli suggerisce che l’esposizione di questa “mega saga” potrebbe creare l’opportunità per nuovi attori di sostituire quelli attualmente responsabili delle pratiche di corruzione. Durante il suo mandato, lo stesso Purnama si è spesso scontrato con gli alti funzionari per le attività illecite, ma non aveva l’autorità per licenziarli. “Se solo fossi stato l’amministratore delegato, avrei avuto il potere di rimuoverli”, ha dichiarato in un video pre-registrato che è stato ampiamente condiviso sui social media indonesiani negli ultimi giorni.
Analisti ed esperti sottolineano due questioni fondamentali dietro lo scandalo: in primis una perdita finanziaria colossale, per un valore che supera i 900 miliardi di dollari, rendendolo uno dei più vasti casi di corruzione nella storia del Paese. E ancora, i danni su vasta scala causati ai veicoli in circolazione in tutto l’arcipelago, migliaia dei quali potrebbero aver subito pesanti compromissioni del motore per l’uso di carburante miscelato in modo improprio. “Non si tratta solo di corruzione” ha dichiarato Khalid, ex commissario della filiale di Pertamina. “Il vero problema – avverte – è che il sistema di monitoraggio e la catena di distribuzione sono completamente disfunzionali”. Egli ha poi spiegato che le pratiche fraudolente si estendono ai protocolli di importazione, alla gestione dei broker e alla manipolazione della distribuzione del petrolio.
In questo quadro emergono anche gravi lacune in tema di trasparenza e pesanti interferenze politiche. Infatti, rispetto a colossi petroliferi globali come Aramco e Shell, Pertamina fatica a garantire trasparenza ed efficienza. Molti osservatori ritengono che le interferenze politiche da parte di vari soggetti abbiano peggiorato significativamente la capacità dell’azienda di operare con integrità. L’indagine in corso della procura mira infine a scoprire l’intera portata di questa rete di corruzione e processare i responsabili nei tribunali. Tuttavia, la sfida cruciale rimane: lo scandalo porterà a vere riforme o nuovi attori prenderanno semplicemente il posto di quelli vecchi?
Fonte : Asia