Il presidente Mirziyoyev ha firmato il provvedimento che prevede misure di contrasto all’estremismo e al terrorismo. Attualmente nel Paese sono attive 2.300 associazioni religiose di 16 confessioni diverse, e vivono nel Paese i rappresentanti di comunità religiose di 130 nazionalità diverse.
Taškent (AsiaNews) – Il presidente dell’Uzbekistan, Šavkat Mirziyoyev, ha firmato la legge “sulla concezione della politica dello Stato per la garanzia della libertà di coscienza e di professione religiosa dei cittadini”, in cui si prevedono misure di contrasto all’estremismo e al terrorismo. La legge era stata approvata dalla Camera bassa dell’Olij Mažilis (il parlamento di Taškent) a inizio febbraio, e confermata dal senato uzbeko a fine mese, per fissare le condizioni costituzionali di attività religiose nello Stato laico dell’Uzbekistan, e sviluppare i modelli delle relazioni tra le strutture statali e le confessioni religiose, nello spirito della “tolleranza religiosa, della solidarietà reciproca e del dialogo interconfessionale”.
Secondo questa concezione, si deve contrastare in modo adeguato ogni tendenza alla radicalizzazione religiosa, anche con misure di riabilitazione sociale delle persone che sono soggette a queste influenze. Verrà rafforzato anche il lavoro di indagine e prevenzione alla “diffusione di ideologie distruttive” nello spazio informativo. Attualmente in Uzbekistan sono attive 2.300 associazioni religiose di 16 confessioni diverse, e vivono nel Paese i rappresentanti di comunità religiose di 130 nazionalità diverse. Si offre la possibilità di ricevere l’istruzione e la formazione superiore in 7 lingue diverse, i programmi televisivi sono trasmessi in 12 lingue, e ci sono giornali e riviste in 14 lingue.
I rappresentanti di tutte le confessioni hanno sostenuto l’approvazione della concezione, in quanto la nuova legge “assicura la concordia tra le religioni nel Paese, come garanzia di pace e stabilità per il futuro della società uzbeka”, come si afferma nel preambolo della legge approvato in parlamento. I delegati delle comunità religiose erano stati invitati alla Camera per esprimersi in merito al testo in discussione nei dettagli dei meccanismi della politica nell’ambito religioso, chiarendo il significato della laicità dello Stato contro ogni rappresentazione inadeguata e interpretazione radicale.
Nelle valutazioni sono state presentate anche informazioni sui risultati che si intende ottenere con l’approvazione della nuova legge, a cominciare dal “diritto costituzionale di ogni cittadino a professare liberamente qualunque religione o di non professarne alcuna”, che costituisce uno dei pilastri dello stato di diritto. Questo permette di creare una “atmosfera di concordia, di solidarietà e di compattezza sociale”, diffondendo il senso di tolleranza religiosa e di armonia tra le diverse etnie del Paese e assicurando la possibilità di impartire un’adeguata formazione al personale nella sfera religiosa, approfondendo lo “studio delle questioni religiose con progetti sistematici di ricerca scientifica e analisi di livello accademico”.
In Uzbekistan è attivo anche il Consiglio per gli affari religiosi, nella cui composizione sono rappresentati tutti i dirigenti delle confessioni religiose del Paese. Questo permette di sviluppare insieme uno “Stato sovrano, democratico, fondato sul diritto e sull’unità dei corpi sociali”. La discussione parlamentare si è conclusa con l’assicurazione che la concezione approvata sarà comunque “sottoposta a un processo di perfezionamento continuo”, sulla base delle proposte e delle opinioni raccolte non solo dalle associazioni religiose, ma dall’ampia consultazione dell’opinione pubblica di tutti i cittadini. La legge verrà presentata e commentata in diverse manifestazioni, riunioni religiose e conferenze divulgative e scientifiche, di cui lo Stato garantisce la possibilità di realizzazione anche con sussidi specifici “per l’informazione e l’analisi delle tematiche religiose”.
Saranno quindi le stesse confessioni religiose a occuparsi del contrasto ad ogni forma di estremismo, grazie alle proprie capacità di formazione dei fedeli, e gli organi statali saranno disponibili a sostenere queste attività, controllando allo stesso tempo che non ci siano esitazioni o contraddizioni nel proporle, lasciando spazio a espressioni spontanee e iniziative inadeguate da parte di gruppi o persone non autorizzate.
Fonte : Asia