Liliana Resinovich sarebbe morta soffocata. L’ipotesi sulla morte della 63enne, trovata nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste con dei sacchetti legati alla testa il 5 gennaio 2022, è un’indiscrezione trapelata dopo il deposito della superperizia richiesta dalla procura. Nella sua analisi la patologa forense Cristina Cattaneo ha segnalato anche di lesioni non evidenziate in esami precedenti. Per capire di più bisognerà però aspettare la lettura del fascicolo.
Cosa sappiamo
La perizia era stata affidata dalla pm Maddalena Chergia più di un anno fa, il 26 gennaio 2024. Le analisi sono state condotte da Cattaneo, che ha già lavorato nei casi di Yara Gambirasio e Stefano Cucchi, dai medici legali Stefano Tambuzzi e Biagio Eugenio Leone e dall’entomologo Stefano Vanin. Gli esperti avevano due obiettivi: datare la morte di Liliana e stabilire la natura dei segni e delle lesioni trovate sul corpo. Un’altra indiscrezione che trapela dalla procura evidenzierebbe una ferita non conosciuta finora. Si tratterebbe di una lieve frattura alla lamina della seconda vertebra toracica. Una lesione che potrebbe risalire a poco prima del decesso, ma che, se confermata, andrà confrontata con l’intero quadro che sarà chiarito dalla perizia.
Il ritrovamento di Resinovich
Resinovich scompare a Trieste il 14 dicembre 2021. Il suo corpo viene ritrovato il gennaio successivo. In testa aveva due sacchetti trasparenti di tipo alimentare fissati al collo con un cordino. Il corpo, invece, era in due grandi sacchi neri, di quelli utilizzati per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, uno infilato dall’alto e l’altro dal basso. La procura, dopo mesi di indagini e di analisi, ha sostenuto la tesi del suicidio e chiesto l’archiviazione. Il gip Luigi Dainotti non l’ha però concessa, ma ha invece riesumato il corpo e riaperto il caso.
Fonte : Today