Meno acqua e più vino: il paradosso di Lollobrigida per difendere l’agricoltura italiana

È un piacere ritrovarvi su AgriNext, l’informazione sull’agricoltura in transizione che da Bruxelles arriva sulle nostre tavole. La newsletter è a cura di Alessia Capasso, Food & Agri reporter per Europa.Today.it (per commenti, suggerimenti ed eventuali correzioni scrivete ad alessiacapasso@yahoo.it). L’ultima puntata del nostro podcast è dedicata al benessere animale. Potete ascoltarla sul nostro sito o su Spotify. 

La settimana agroalimentare nell’Unione europea

Agrifish Time – A Bruxelles il dibattito sulla prossima Pac si fa sempre più acceso. Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, si è detto impegnato ad impedire la possibile fusione tra i fondi della Pac e quelli di coesione. La preoccupazione è stata condivisa anche dai suoi omologhi di altri Stati membri nel corso dell’Agrifish del 24 febbraio. La Francia ha insistito sulla necessità di un bilancio adeguato per rafforzare la sovranità alimentare europea, mentre l’Austria ha ribadito l’importanza della competitività agricola in un contesto globale. La Grecia, invece, ha sottolineato la centralità del ricambio generazionale e del sostegno agli agricoltori più giovani, evidenziando la fragilità dei redditi nel settore.

Trifogli alcolici – A margine del vertice, Lollobrigida ha incontrato in un bilaterale il suo omologo irlandese, Martin Heydon. Nonostante le rassicurazioni, la tensione con Dublino resta alta a causa delle etichette “allarmistiche” sul vino. L’Italia spinge affinché l’Irlanda riveda la normativa, evitando di penalizzare un settore chiave del Made in Italy. L’esponente di Fratelli d’Italia, dopo che la scorsa settimana aveva messo in guardia sui rischi dell’abuso d’acqua (!) ha parlato di “criminalizzazione” delle bottiglie, a fronte della richiesta di etichette più trasparenti e complete. 

Cazzotti e suppliche – Intervenendo al Forum sull’Agricoltura di Parigi, il commissario all’Agricoltura Christophe Hansen ha commentato la minaccia del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di imporre dazi del 25% sui prodotti europei: “Siamo stati picchiati, dovremo reagire”. Il lussemburghese ha sottolineato: “La via (dell’amministrazione degli Stati Uniti) è controproducente, ma è una realtà e dobbiamo essere meglio preparati per questo”. 

Ipse dixit

“L’abuso può avere conseguenze molto negative, addirittura pericolose. Il meno che possa capitare è una sudorazione eccessiva, che può portare in casi estremi alla rimozione delle ghiandole sudoripare. Contraccolpi possono riguardare, il cervello, il cuore, il sangue troppo diluito, l’insonnia, danneggiare i reni, e uno dice ‘ammazza, il vino quante cose fa, e invece no, questa è l’acqua”. Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura

Cosa bolle in pentola

Ettari VS Lavoratori – La futura Pac potrebbe segnare la fine del pagamento per ettaro, un criterio ritenuto obsoleto da diversi esperti. Secondo Angelo Frascarelli, docente di Economia e Politica Agraria, il sostegno agli agricoltori dovrebbe basarsi su parametri diversi, come il numero di lavoratori impiegati o il valore aggiunto prodotto. L’attuale sistema, ha sottolineato Frascarelli nel corso di un forum (disponibile qui) dell’Ansa, ha favorito le grandi aziende, specialmente nella Pianura Padana, a discapito delle realtà più marginali (montagna, aree marginali e giovani produttori). Cambiare questo meccanismo, ha sottolineato l’esperto, significherebbe affrontare una forte resistenza politica, soprattutto da parte di chi teme di perdere i fondi finora garantiti. Chi tra gli eurodeputati avrà il coraggio di scontentare imprenditori agricoli che da anni si nutrono dei sussidi europei? 

Kiev accerchiata – Sul fronte internazionale, cresce la pressione dei Paesi dell’Europa orientale per ottenere condizioni commerciali più restrittive nei confronti dell’Ucraina. Ungheria, Bulgaria, Romania e Slovacchia hanno chiesto alla Commissione Europea di ripristinare i dazi prebellici sulle importazioni agricole ucraine, ritenendo che le concessioni temporanee abbiano destabilizzato i loro mercati. Bruxelles rimane cauta e non ha ancora definito un piano chiaro per la gestione del commercio agroalimentare con Kiev.

NutriEnd – Nel frattempo, si discute della possibile fine del Nutriscore. Dopo anni di critiche da parte dell’Italia e di altri Paesi mediterranei, la Commissione Europea sembra intenzionata a rivedere il sistema di etichettatura nutrizionale, già in vigore in diversi Stati Ue e che avrebbe voluto rendere obbligatorio nei 26 del blocco. Secondo Confagricoltura, l’eventuale abbandono del Nutriscore sarebbe una vittoria per la trasparenza delle informazioni alimentari e per la tutela della dieta mediterranea. Il sindacato agricolo italiano si era rivolto all’Antistrust evidenziando le storture del sistema francese e la sua contrarietà al Codice del Consumo. Nel 2022, l’organo a tutela della concorrenza aveva accolto i rilievi, ribadendo i limiti dell’etichetta a Semaforo, considerata fuorviante per i consumatori. 

Nutrienti – Anche il tema dei fertilizzanti tiene banco nella capitale europea. La Commissione ha proposto misure di difesa commerciale contro le importazioni da Russia e Bielorussia, ma Copa-Cogeca avverte che queste restrizioni potrebbero causare un forte aumento dei costi per gli agricoltori europei. “L’Ue deve diversificare i propri fornitori, incrementare la propria produzione, sviluppare alternative più rispettose dell’ambiente per l’approvvigionamento di fertilizzanti e riconoscere il ruolo dell’economia circolare, comprese le soluzioni in azienda come il letame e i digestati”, ha messo in luce la lobby agricola europea in un documento strategico. 

Patto col diavolo? – Agrofarma e FederBio hanno annunciato la firma di un protocollo d’intesa per rafforzare la collaborazione tra le due associazioni. L’accordo, siglato dai rispettivi presidenti Paolo Tassani e Maria Grazia Mammuccini, mira a sostenere la crescita dell’agricoltura biologica attraverso innovazione e biocontrollo. Le organizzazioni si impegnano a promuovere un quadro normativo chiaro e investimenti nella ricerca per garantire soluzioni avanzate agli agricoltori, favorendo un’agricoltura più sostenibile e competitiva.

Fuori dal gregge – Rapporti e dati

Old generation – A Bruxelles c’è un solo argomento che fa l’unanimità: il ricambio generazionale nell’agricoltura europea resta la sfida principale da affrontare. E l’Italia non fa eccezione. Mentre nella Penisola la percentuale di agricoltori sotto i 40 anni continua a essere inferiore alla media europea, alcune regioni mostrano segnali positivi grazie ai fondi Pac. In Emilia-Romagna, ad esempio, i giovani agricoltori rappresentano il 2,9% delle aziende agricole, mentre nel Lazio la quota è aumentata di 0,8 punti percentuali tra il 2010 e il 2020. 

Spaccature – Al contrario, in Veneto la percentuale di beneficiari dei fondi per il primo insediamento è rimasta molto bassa. L’ultimo report “Rinnovamento generazionale nel settore agricolo e giovani agricoltori” punta i riflettori sulle  startup agricole, le uniche in grado di rivitalizzare un settore troppo vecchio e poco attraente. In Sardegna, i programmi di sostegno hanno favorito la nascita di nuove imprese nelle aree rurali, con un impatto positivo sull’occupazione. 

Ingredienti rurali – Sul tema si è espresso anche l’eurodeputato Herbert Dorfmann nel corso di un incontro online sulla nuova “Visione” elaborata da Bruxelles: “Oggi per gli agricoltori abbiamo un’età media di 58 anni. Si tratta di una situazione difficile per non dire drammatica”, ha sottolineato l’esponente del Ppe. “Bisogna rendere redditizio il lavoro dell’agricoltore, ma soprattutto – e questo spesso lo dimentichiamo – rendere o mantenere interessante la zona rurale. È una questione di qualità della vita. Una giovane famiglia che decide di dedicarsi all’agricoltura non ha bisogno solo di reddito, ma ha bisogno di un asilo, della scuola, della strada, di connessioni internet. Ha bisogno di istituzioni locali e di una situazione vivibile”, ha dichiarto l’europarlamentare altoatesino. 

L’agenda agricola a Bruxelles e dintorni

04 – 06 Marzo 2025 – In Irlanda si tiene il 2° vertice europeo sull’agricoltura del carbonio. Dopo l’edizione di Valencia, Dublino ospiterà i partecipanti per discutere pratiche sostenibili, metodi di monitoraggio e certificazione nel settore agricolo. 

Fonte : Today