In serata è stato comunicato che “le condizioni cliniche del Papa si sono mantenute stabili anche nella giornata odierna. Non ha necessitato di ventilazione meccanica non invasiva, ma unicamente di ossigenoterapia ad alti flussi; è apiretico. In considerazione della complessità del quadro clinico, la prognosi rimane riservata”
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“Le condizioni cliniche del Pontefice si sono mantenute stabili anche nella giornata odierna”: a dirlo è il bollettino diffuso in serata sulle condizioni di Papa Francesco, che venerdì aveva accusato una crisi respiratoria con broncospasmo e vomito. “Il Papa non ha necessitato di ventilazione meccanica non invasiva, ma unicamente di ossigenoterapia ad alti flussi; è apiretico. In considerazione della complessità del quadro clinico, la prognosi rimane riservata”. Questa mattina il Papa ha partecipato alla messa, insieme a quanti in questi giorni di degenza si prendono cura di lui, quindi ha alternato il riposo alla preghiera. Secondo quanto notato da fonti vaticane citate da ANSA, si evincerebbe come non siano state riscontrate conseguenze dell’ultima crisi vissuta dal Papa venerdì con il broncospasmo.
Bergoglio, nel testo dell’Angelus di oggi, domenica 2 marzo, ha ringraziato i medici e gli operatori sanitari “per l’attenzione con cui si prendono cura” di lui e tutti coloro che pregano per la sua salute: “Sento tutto il vostro affetto e la vostra vicinanza. Mi sento come sostenuto da tutto il Popolo di Dio”. E ancora: “Avverto nel cuore la ‘benedizione’ che si nasconde dentro la fragilità, perché proprio in questi momenti impariamo ancora di più a confidare nel Signore. Ringrazio Dio per l’opportunità di condividere nel corpo e nello spirito la condizione di tanti ammalati e sofferenti”. Infine si appella alla pace: “Da qui la guerra appare ancora più assurda”.
Il testo completo dell’Angelus
“Cari fratelli e sorelle, nel Vangelo di questa domenica (Lc 6,39 45) Gesù ci fa riflettere su due dei cinque sensi: la vista e il gusto”, scrive il Pontefice. “Riguardo alla vista, chiede di allenare gli occhi a osservare bene il mondo e giudicare con carità il prossimo. Dice così: ‘Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello’ (v. 42). Solo con questo sguardo di cura, non di condanna, la correzione fraterna può essere una virtù. Perché se non è fraterna, non è una correzione!”, spiega il Papa. “Riguardo al gusto, Gesù ci ricorda che ‘ogni albero si riconosce dal suo frutto’ (v. 44). E i frutti che vengono dall’uomo sono ad esempio le sue parole, che maturano sulle labbra, sicché ‘la sua bocca esprime ciò che dal cuore sovrabbonda’ (v. 45). I frutti cattivi sono le parole violente, false, volgari; quelli buoni sono le parole giuste e oneste che danno sapore ai nostri dialoghi”, aggiunge Francesco. “E allora possiamo chiederci: io come guardo le altre persone, che sono miei fratelli e sorelle? E come mi sento guardato da loro? Le mie parole hanno un gusto buono, oppure sono intrise di amarezza e di vanità?”, si chiede il Santo Padre, che poi passa a parlare delle sue condizioni di salute: “Sorelle e fratelli, vi mando questi pensieri ancora dall’ospedale, dove come sapete mi trovo da diversi giorni, accompagnato dai medici e dagli operatori sanitari, che ringrazio per l’attenzione con cui si prendono cura di me. Avverto nel cuore la ‘benedizione’ che si nasconde dentro la fragilità, perché proprio in questi momenti impariamo ancora di più a confidare nel Signore. Allo stesso tempo ringrazio Dio perché mi dà l’opportunità di condividere nel corpo e nello spirito la condizione di tanti ammalati e sofferenti”. Infine un ringraziamento ai fedeli che in queste ore stanno seguendo con apprensione le notizie che giungono dal Policlinico Gemelli: “Vorrei ringraziarvi per le preghiere, che si elevano al Signore dal cuore di tanti fedeli da molte parti del mondo: sento tutto il vostro affetto e la vostra vicinanza e, in questo momento particolare, mi sento come ‘portato’ e sostenuto da tutto il Popolo di Dio. Grazie a tutti! Anch’io prego per voi. E prego soprattutto per la pace. Da qui la guerra appare ancora più assurda. Preghiamo per la martoriata Ucraina, per Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan, Kivu. Ci affidiamo fiduciosi a Maria, nostra Madre. Buona domenica e arrivederci”.
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Il bollettino di ieri: “Condizioni stabili”
Come specificato dalla Sala stampa vaticana, la situazione di Papa Francesco resta complessa e la prognosi rimane riservata. Il Pontefice non ha comunque febbre e non mostra leucocitosi. I parametri emodinamici si sono sempre mantenuti stabili. Nella giornata di ieri, il Santo Padre ha alternato la ventilazione meccanica non invasiva a lunghi periodi di ossigenoterapia ad alti flussi, “mantenendo sempre una buona risposta agli scambi gassosi”. Ha continuato ad alimentarsi e ha regolarmente effettuato la fisioterapia respiratoria, collaborando attivamente: Francesco, infatti, è sempre rimasto vigile e orientato. Non ha presentato altri episodi di broncospasmo. Nel pomeriggio di ieri ha anche ricevuto l’Eucarestia, quindi si è dedicato alla preghiera.
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Bagnasco (ex Cei): “Fuori luogo parlare di dimissioni”
“Da quel che si sente si percepisce che il collegio cardinalizio è compatto attorno al Santo Padre e sta pregando per una guarigione il più possibile veloce e completa”, ha detto a Repubblica il cardinale Angelo Bagnasco, ex presidente della Cei. “Seguiamo con preoccupazione questi alti e bassi che certamente non sono una cosa bella. Però ieri è migliorato e questo fa ben sperare. Continuiamo a stringerci attorno a lui, e questa vicinanza è sicuramente già una bella cura e una bella terapia”. E poi ancora: “Certamente la Chiesa italiana, come ogni altra Chiesa nelle diverse nazioni, è compatta attorno al Papa attraverso i vescovi, i sacerdoti, le parrocchie. Cosa cambia per la Chiesa questa lunga degenza? Non cambia proprio niente perché ci sono gli apparati della Curia e tutti gli organismi che sono appositamente lì per aiutare il Santo Padre secondo le proprie competenze. Sono in collegamento con la volontà che Papa Francesco ha espresso in tutti questi anni e, presumo, in rapporto diretto in questi giorni con il Papa, ovviamente nei limiti delle possibilità cliniche”. Bagnasco aggiunge: “L’importante e l’essenziale è la fede, non le capacità organizzative. La Chiesa non è un’azienda, il Papa è l’anima della Chiesa, conferma e rafforza la fede di tutto il popolo di Dio. La fede non viene certamente meno se il Papa è in ospedale, perché rimane anche in questa situazione il riferimento essenziale”. Le dimissioni del Papa? “Non c’è motivo di parlarne. La Chiesa non è un’organizzazione, e quindi questi discorsi, o pensieri, su cosa sarà, su cosa si farà e come, mi pare che siano proprio fuori luogo. Il Papa c’è e ci conferma nella fede come faceva San Pietro. È presente a questi appuntamenti giubilari con la sua preghiera e con l’offerta delle sue difficoltà fisiche attuali. È un tipo diverso di presenza ma è comunque una presenza”.
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Fonte : Sky Tg24