Corte Suprema indiana contro discriminazione di casta in una parrocchia cattolica

Accolto il ricorso di alcune famiglie cristiani del Tamil Nadu che protestano contro la segregazione delle sepolture per i dalit nel villaggio nel cimitero del villaggio di Kottapalayam. Chiesta una risposta alla diocesi entro il 15 aprile. P. Devasagayaraj ad AsiaNews: “Purtroppo ci sono ancora situazioni come questa, soprattutto nel sud dell’India. Riaffermiamo come cristiani che Gesù e le caste non possono stare insieme”.

Delhi (AsiaNews) – La Corte Suprema indiana ha accettato di esaminare una petizione presentata da cristiani dalit – i cosiddetti “fuori casta” – del distretto di Trichy, nel Tamil Nadu, che contesta la presenza di forme di discriminazione basate sulle caste anche all’interno della parrocchia cattolica di Kottapalayam, nella diocesi di Kumbakonam.
I firmatari, residenti nel villaggio, sostengono che l’amministrazione della comunità locale sta tuttora escludendo i dalit dalla partecipazione alle celebrazioni festive annuali e praticando la segregazione dei campi di sepoltura; inoltre, a differenza degli altri cattolici, le spoglie dei defunti dalit non possono entrare in chiesa per la messa funebre finale o per le preghiere.

La petizione afferma che i membri della comunità si sono rivolti al governo dello Stato, a quello federale di Delhi e alla Chiesa cattolica per denunciare le atrocità di casta e l’“intoccabilità” di cui sono vittime da almeno un secolo. La petizione afferma che la comunità della parrocchia è composta da cristiani cattolici dalit che svolgono attività come il lavoro per le sepolture, mansioni agricole umili, riparazioni di calzature. “Ad oggi – scrivono – i firmatari si trovano ad affrontare la tradizionale pratica dell’intoccabilità e la disumana discriminazione di casta a causa dell’aggressione della comunità di casta dominante maggioritaria anche all’interno della chiesa”, si legge nella petizione.

I giudici il 21 febbraio hanno inoltrato la protesta al governo del Tamil Nadu e alle autorità ecclesiastiche, chiedendo la presentazione di risposte entro il 15 aprile.

P. Z. Devasagayaraj, già segretario nazionale dell’Ufficio della Conferenza episcopale cattolica dell’India per le caste e le tribù classificate (SC/ST) e le classi arretrate, ha commentato ad AsiaNews: “Purtroppo ci sono ancora diverse forme di intoccabilità praticate anche nella Chiesa, soprattutto nel sud. I vescovi del Tamil Nadu hanno presentato un programma in 10 punti su questo problema già nel 1990 integrato poi nel 2004. La Conferenza episcopale dell’India ha elaborato una politica per l’emancipazione dei dalit nel 2016. Sono tutti documenti che chiedono in maniera chiara l’abolizione di queste pratiche, soprattutto nelle chiese e nei luoghi di sepoltura. Su questo caso la Corte Suprema sulla base della Costituzione emetterà certamente un verdetto che non consentirà la prosecuzione della discriminazione basata sulla casta. Purtroppo, invece, in molti casi questi comportamenti vengono tollerati. Nella parrocchia Purathakudi, ad esempio, l’Alta Corte ha dato ordine di celebrare la festa parrocchiale includendo i dalit e ha detto che la processione con le auto doveva passare anche nelle strade dove vive la loro comunità. Ma anche dopo questo verdetto i cristiani di casta superiore non accettano l’idea di includere i dalit e di dare loro pari dignità. Il punto vero, dunque, è riaffermare come cristiani che Gesù e il sistema delle caste non possono stare insieme”.

Fonte : Asia