Liliana Resinovich, depositata nella notte la perizia di Cristina Cattaneo: cosa potrebbe svelare

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La morte di Liliana Resinovich

Depositata nella notte l’attesa perizia della professoressa Cristina Cattaneo sul caso di Liliana Resinovich: si attendono risposte su quanto accaduto ormai più di tre anni fa alla donna trovata morta nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste. I familiari non hanno mai creduto al suicidio.

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L’attesa è finita: la super perizia della professoressa Cristina Cattaneo sul caso di Liliana Resinovich, attesa dopo diversi rinvii entro la giornata di ieri venerdì 28 febbraio, è stata depositata. Stando a quanto apprende Fanpage.it, la relazione medico legale dopo la seconda autopsia effettuata sul corpo della donna morta in circostanze misteriose a Trieste è stata consegnata nella notte tra venerdì e sabato.

Non conosciamo ancora il contenuto dell’elaborato, che dovrebbe chiarire quanto – secondo gli esperti che hanno lavorato per mesi sul caso di Trieste – sarebbe accaduto a Liliana Resinovich e così dare risposte ai suoi familiari, che non hanno mai creduto al suicidio affermando con forza che la 63enne non si sarebbe tolta la vita. Sia il marito di Liliana, Sebastiano Visintin, che il fratello Sergio e altri parenti si erano opposti all’ipotesi di suicidio inizialmente avanzata dalla Procura. Due anni fa infatti la Procura di Trieste aveva richiesto l’archiviazione ipotizzando che la morte fosse avvenuta per suicidio, poi il Gip aveva predisposto un completo approfondimento delle indagini.

Ricordiamo che Liliana Resinovich era scomparsa da casa il 14 dicembre 2021 e, dopo giorni di ricerche, il suo corpo senza vita fu ritrovato il 5 gennaio successivo nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste. La donna aveva la testa avvolta in due sacchetti di plastica, legati con un cordino, e il corpo chiuso in due sacchi neri infilati uno dall’alto e l’altro basso. Una modalità quantomeno anomala per un suicidio.

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Dopo l’opposizione dei familiari il corpo è stato riesumato ed è stata effettuata una seconda autopsia nel febbraio dello scorso anno, all’antropologa forense Cristina Cattaneo l’incarico era stato affidato nel luglio del 2023. Oltre a Cattaneo, alla perizia hanno partecipato i medici legali Stefano Tambuzzi e Biagio Eugenio Leone e l’entomologo Stefano Vanin.

L’obiettivo è far luce sulle cause della morte di Liliana e anche l’epoca del decesso, dato che sono molti i dubbi anche sulla data precisa della morte, se avvenuta subito dopo la scomparsa o giorni dopo. Secondo alcune indiscrezioni ancora da confermare, Resinovich potrebbe essere morta per una asfissia provocata da terzi. Qualcuno ne avrebbe causato il decesso soffocandola con i sacchetti o strozzandola. Un omicidio quindi, dato che non si sarebbe trattato di una asfissia autoindotta.

Si aspettano anche risposte sulle lesioni sul corpo che, pur non mortali, potrebbero essere compatibili con l’azione di terzi. Uno studio sul microbiota inoltre rivelerebbe la presenza di un germe compatibile con la conservazione del corpo a basse temperature. L’assenza di tracce ematiche e impronte sui sacchetti di plastica trovati sulla testa della vittima suggerisce l’uso di guanti.

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Fonte : Fanpage