“Durante il Covid, sono rimasto a letto per un mese e mezzo, isolato da tutti. In quel periodo ho iniziato a bere, arrivando a ubriacarmi con il desiderio di morire”. È una confessione intima quella del parroco della diocesi di Avellino che nei giorni scorsi era stato sospeso dal vescovo, Arturo Aiello, dopo essere stato trovato positivo all’alcoltest. Il sacerdote era rimasto coinvolto in un incidente stradale e dai controlli era risultato un tasso alcolemico superiore a quello consentito.
Intervenendo ai microfoni dell’emittente irpina Telenostra, il sacerdote ha raccontato la sua versione dei fatti e ha espresso gratitudine verso il monsignore Aiello: “Mi ha dato un’opportunità, invitandomi a intraprendere un percorso di recupero terapeutico e a riflettere su come proseguire il mio ministero sacerdotale”.
Gli amari, lo spritz e poi l’incidente: “Ma non sono stato io a provocarlo”
Il parroco, 45 anni, di origine romena e da vent’anni residente in Irpinia, ha ammesso pubblicamente di avere una dipendenza dall’alcol. Poi ha ricostruito i dettagli dell’incidente stradale avvenuto la scorsa domenica, episodio che ha portato alla sua denuncia da parte dei carabinieri. La sua auto avrebbe centrato quella di un giovane di 30 anni, rimasto ferito. Dopo aver celebrato la messa, il sacerdote si era recato da alcuni amici ad Avellino, dove aveva consumato alcuni bicchieri di amaro e uno spritz. Sulla via del ritorno ad Arcella, ha tamponato un’auto che lo precedeva, ma sulla dinamica di quanto accaduto ci ha tenuto a precisare: “Non sono stato io a causare l’incidente”.
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Fonte : Today