L’Europa si schiera con Zelensky: “La tua dignità onora il coraggio del popolo ucraino”

Lo scontro senza precedenti tra Volodymyr Zelensky e Donald Trump alla Casa Bianca ha scioccato il mondo. E ha costretto tutti a schierarsi: con Zelensky (e quindi l’Ucraina) o con gli Stati Uniti (e quindi, assurdamente, con la Russia). E l’Unione europea ha scelto senza esitazioni da che parte stare: con Zelensky.

“La tua dignità onora il coraggio del popolo ucraino”, hanno scritto all’unisono su X i tre presidenti, quello del Consiglio europeo, Antonio Costa, quella della Commissione, Ursula von der Leyen, e quella del Parlamento europeo, Roberta Metsola. Lo stesso messaggio, le stesse parole, allo stesso momento, in inglese e in ucraino, affinché nessuno possa avere dubbi sulla compattezza del fronte comunitario. “Sii forte, sii coraggioso, sii senza paura. Non sei mai solo, caro Presidente Zelensky. Continueremo a lavorare con te per una pace giusta e duratura”, hanno promesso poi i tre.

Lo scontro senza precedenti

Alla Casa Bianca, di fronte alla stampa mondiale, era andato in scena uno scontro mai visto tra due capi di Stato che, sulla carta, dovrebbero essere alleati in un momento delicatissimo, come una guerra. Trump e il suo vice JD Vance hanno provato a umiliare il leader ucraino, assalendolo verbalmente con una violenza inusitata. Prima Vance ha detto a Zelensky che è stato “irrispettoso” per lui andare nello Studio Ovale e presentare il suo caso di fronte ai media americani e ha chiesto di ringraziare Trump per la sua leadership.

Trump è allora intervenuto dicendo al leader ucraino di “non essere in una buona posizione in questo momento” e che starebbe “rischiando la terza guerra mondiale”. “O fate un accordo o siamo fuori”, ha aggiunto il presidente statunitense. “E se siamo fuori, combatterete e non credo che sarà bello”.

Zelensky ha risposto con fermezza e dignità, ricordando che gli ucraini stanno combattendo e morendo perché il loro Paese è stato invaso. Ricordando che la Russia ha già violato in passato l’accordo di cessate il fuoco e sostenendo che di Putin non ci si può fidare. Ma Trump ha continuato ad attaccarlo con una rabbia incredibile e alla fine l’incontro è poi saltato, come è saltato l’accordo tanto ambito dagli Stati Uniti per ottenere le terre rare ucraine.

L’Europa si schiera

E la violenza dello scontro ha costretto tutti a schierarsi in quella che ora sembra una situazione da: o con Zelensky o contro Zelensky. E contro Zelensky significa con la Russia in questo momento. Che piaccia o meno. Il primo a schierarsi senza esitazioni è stato il premier della Polonia, uno dei principali alleati storici degli Usa in Europa. “Caro Zelensky. Cari amici ucraini. Non siete soli”, ha scritto su X il presidente Donald Tusk. A lui poi man mano sono seguiti (quasi) tutti gli altri leader europei.

In Ucraina c’è “un aggressore, la Russia” e un “popolo sotto attacco”, ha detto parlando con i giornalisti il presidente francese Emmanuel Macron, chiedendo “rispetto per coloro che hanno combattuto fin dall’inizio perché lottano per la loro dignità, per la loro indipendenza, per i loro figli e per la sicurezza dell’Europa”.

“La Germania e i nostri alleati europei sono uniti al fianco dell’Ucraina e contro l’aggressione russa. L’Ucraina può contare sul sostegno incondizionato della Germania, dell’Europa e di altri Paesi”, gli ha fatto eco la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock. “Ucraina, la Spagna è con te”, ha scritto su X il premier spagnolo Pedro Sánchez.

Ha esultato invece la Russia. “Per la prima volta, Trump ha detto la verità in faccia al clown cocainomane”, ha ironizzato l’ex presidente Dmitri Medvedev, attuale numero due del Consiglio di sicurezza russo. “Il maiale insolente ha finalmente ricevuto una bella bastonata nello Studio Ovale”, ha proseguito riferendosi a Zelensky.

L’Italia un po’ meno

In Italia Salvini neanche ci ha pensato due volte a schierarsi, pubblicando un video dello scontro alla Casa Bianca e la scritta: “Obiettivo PACE, basta con questa guerra! Forza Trump”. Cauto invece il commento del ministro degli Esteri Antonio Tajani. “È un momento di grande tensione, per questo bisogna tenere i nervi saldi, reagire con grande calma e vedere quale sarà l’evoluzione dopo questo colloquio, che certamente non è andato bene”. 

Il premier Giorgia Meloni ha provato a mostrare equidistanza, in un momento però in cui l’equidistanza non sembra essere più un’opzione. “Ogni divisione dell’Occidente ci rende tutti più deboli e favorisce chi vorrebbe vedere il declino della nostra civiltà. Non del suo potere o della sua influenza, ma dei principi che l’hanno fondata, primo fra tutti la libertà”, ha scritto sui social, sostenendo che “è necessario un immediato vertice tra Stati Uniti, Stati europei e alleati per parlare in modo franco di come intendiamo affrontare le grandi sfide di oggi, a partire dall’Ucraina, che insieme abbiamo difeso in questi anni, e di quelle che saremo chiamati ad affrontare in futuro”.

In ogni caso le cose per il processo di pace voluto dal presidente americano, imposto all’Ucraina e all’Europa, non si mettono bene. Adesso l’Ue, se vorrà fare seguito alle parole e sostenere l’Ucraina, dovrà dimostrarlo con i fatti, e non sarà semplice.

Di cosa fare discuteranno i leader al vertice organizzato da Keir Starmer a Londra domenica. Il premier britannico era tornato da Washington tutto tronfio per l’ottimo esito del suo incontro con Trump, che aveva adulato addirittura portandogli un invito nel Regno Unito firmato dal Re Carlo. La sua strategia della linea morbida con il presidente statunitense adesso è saltata. E anche lui sarà costretto a schierarsi. Che lo voglia o meno.

Fonte : Today