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La Procura generale della Cassazione ha chiesto un nuovo processo d’appello, il terzo, per Hjorth per l’omicidio del vicebrigadiere Cerciello Rega.
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Chiesto un nuovo processo di appello per Gabriel Natale Hjorth per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso a coltellate nel luglio del 2019 a Roma e per il cui omicidio sono stati condannati Gabriel Natale Hjorth e Finnegan Lee Elder. La richiesta, contenuta nella requisitoria e depositata per l’udienza del prossimo 12 marzo, arriva dal procuratore generale della Cassazione che ha chiesto, nello specifico, l’accoglimento dei ricorsi presentati dalla Procura Generale della Corte di Appello di Roma e dalle parti civili, con assorbimento dei motivi di ricorso sviluppati dalla difesa di Natale Hjorth.
Il ruolo di Varriale, il carabiniere sopravvissuto
In particolare, secondo quanto riportato nella richiesta, sarebbe da rivalutare l’attendibilità delle dichiarazioni del carabiniere sopravvissuto a quella tragica serata di luglio del 2019, Andrea Varriale. Secondo la sua ricostruzione, infatti, i due carabinieri si sarebbero qualificati come militari con il tesserino. Ma questa circostanza non sarebbe stata provata abbastanza nell’ultima sentenza di appello bis. Così la Procura Generale della Corte di Appello intende contestare proprio questa sentenza, che esclude il dolo pieno, l’aggravante del delitto a danno di pubblico ufficiale e che ha condannato il giovane ad 11 anni e 4 mesi di carcere.
Contestazioni sono arrivate anche dalle altre parti presenti a processo: le parti civili hanno impugnato la sentenza nella parte in cui ha escluso che Elder fosse consapevole di trovarsi di fronte ad un pubblico ufficiale, i difensori di Hjorth perché non lo vede totalmente assolto dal concorso in omicidio.
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Il processo per l’omicidio di Cerciello Rega
Natale Hjorth oggi si trova ai domiciliari col braccialetto elettronico a casa della nonna a Fregene. Per l’amico che si trovava con lui, Elder Finnegan Lee, la condanna a 15 anni di carcere è già definitiva. “È presumibile ritenere che differenti parametri di giudizio siano destinati a fornire immagini diverse non solo sul tema delle aggravanti, ma anche sull’elemento psicologico del concorso di Hjorth nel reato di omicidio – si legge nella requisitoria su il Messaggero – Perché, in definitiva, solo dalla messa a fuoco del segmento finale dell’azione criminosa può derivare una più esatta definizione fattuale”.
Soltanto nella prossima udienza, attesa per il 12 marzo prossimo, si saprà se sarà disposto o meno un nuovo giudizio.
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Fonte : Fanpage