Eyes Up, gli effetti di social e smartphone sugli adolescenti

Gli effetti dell’uso precoce dei social sulle competenze scolastiche

L’impatto negativo è trasversale ma più forte tra i ragazzi: la ricerca evidenzia che gli studenti maschi risentono maggiormente dell’uso precoce dei social, con un effetto più marcato sulla concentrazione e sulla capacità di mantenere buoni risultati in italiano e matematica.
“La conferma, solida dal punto di vista statistico, degli effetti negativi di alcune pratiche digitali precoci ci spinge a indagare le cause più profonde di queste problematicità,” spiega Marco Gui, Professore Associato del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, docente di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi e coordinatore della ricerca. “Dobbiamo ora lavorare per capire come favorire un uso più consapevole delle tecnologie digitali, attraverso nuove norme sociali, strumenti educativi efficaci e policy mirate.”

Chi è più vulnerabile agli effetti negativi?

Il fenomeno della cosiddetta “disuguaglianza di iperconnessione” è più evidente nei contesti svantaggiati: l’accesso anticipato ai social network è più diffuso tra i figli di famiglie migranti e con basso livello di istruzione, suggerendo che questa pratica possa contribuire ad accentuare le disuguaglianze educative preesistenti.
Mentre il digital divide tradizionale si sta riducendo, si osserva un nuovo squilibrio, che vede i ragazzi con meno risorse socio-culturali più esposti a un uso intensivo e meno regolato degli strumenti digitali.
“La nostra ricerca evidenzia che l’accesso precoce ai social network incide negativamente sulle competenze fondamentali,” aggiunge Giovanni Abbiati, Professore Associato del Dipartimento di Economia e Management dell’Università degli Studi di Brescia e docente di Sociologia dei Processi Economici e del Lavoro. “Gli studenti che iniziano prima ottengono risultati peggiori a fine ciclo rispetto a chi aspetta i 14 anni. Il fenomeno è più diffuso tra figli di migranti e di famiglie meno istruite, e questo suggerisce che stiamo osservando un meccanismo che amplifica le disuguaglianze educative.”

Dati sulla pervasività e sulle attività digitali

  • Il 94% degli studenti utilizza Internet per cercare informazioni su argomenti di interesse personale, mentre l’83% legge notizie online, a dimostrazione di un uso attivo della rete per l’informazione.
  • Il 99% ascolta musica online e il 98% guarda video brevi su piattaforme come TikTok, Instagram Reels e YouTube Shorts, con un uso quotidiano diffuso.
  • Il 42% degli studenti crea contenuti propri, come video o musica; il 18% scrive testi online, mostrando una tendenza prevalente verso il consumo attivo e la produzione di contenuti.

Differenze di genere nell’uso dello smartphone

  • I ragazzi, invece, utilizzano più frequentemente lo smartphone per attività legate ai videogiochi online e alla fruizione di contenuti in streaming di lunga durata, come Twitch e YouTube. Tuttavia, l’uso intensivo dei videogiochi può interferire con la concentrazione nello studio e con la gestione del tempo.
  • Le studentesse riportano un utilizzo più pervasivo dello smartphone nella vita quotidiana, con punteggi medi di pervasività più alti rispetto ai ragazzi, specialmente nelle interazioni sociali digitali.

L’indagine campionaria condotta nell’ambito del progetto Eyes Up rappresenta il primo studio di tipo longitudinale in Italia sull’impatto della precocità digitale sui risultati Invalsi. Si distingue per l’adozione di un approccio metodologico rigoroso e innovativo, che combina dati raccolti attraverso un questionario retrospettivo con i risultati scolastici ufficiali provenienti dai test Invalsi, dalla seconda primaria alla seconda secondaria di secondo grado.
L’indagine ha coinvolto 6.609 studenti iscritti al secondo e terzo anno di scuole secondarie di secondo grado in cinque province lombarde (Milano, Monza e Brianza, Brescia, Cremona e Mantova). La ricerca si è articolata in più fasi:
1. Raccolta dei dati attraverso un questionario: Agli studenti è stato somministrato un questionario web tra ottobre 2023 e febbraio 2024, con domande mirate a ricostruire l’età di primo accesso ai dispositivi digitali e le abitudini d’uso di smartphone, social media, console di gioco e altri strumenti digitali. Il questionario ha anche indagato la percezione soggettiva degli studenti riguardo all’impatto del digitale sullo studio e sulla vita quotidiana.
2. Collegamento con i dati Invalsi: I dati raccolti tramite il questionario sono stati uniti con i risultati delle prove INVALSI degli studenti, che valutano le competenze in italiano, matematica e inglese in momenti chiave del percorso scolastico (II e V primaria, III secondaria di I grado, II secondaria di II grado). Questo collegamento ha permesso di misurare con precisione l’andamento delle performance scolastiche e dell’accesso ai vari dispositivi digitali nel tempo.
3. Analisi dell’effetto causale con abbinamento statistico e con il metodo “Differenza nelle differenze”: Per isolare l’impatto diretto dell’accesso precoce ai social media sulle performance scolastiche sono state utilizzate le tecniche dell’abbinamento statistico e della “Differenza nelle Differenze” (DiD). Sono stati così individuati due gruppi di studenti statisticamente equivalenti ma con una diversa età di accesso ai social media, monitorandone i risultati scolastici nel tempo. L’uso del DiD ha permesso di stimare l’impatto dell’apertura di un profilo di social network confrontando le variazioni temporali intervenute nelle competenze in relazione all’apertura di un profilo. In questo modo si è potuto distinguere tra semplici associazioni tra competenze e età di apertura dei social (che potrebbero anche essere eventi slegati) e effetti dell’apertura di un profilo sulle competenze, offrendo una base scientifica solida per le conclusioni dello studio.
4. Analisi delle differenze socio-demografiche e di genere: La ricerca ha esplorato variabili come l’istruzione dei genitori, il genere e il background migratorio, evidenziando che influenzano il rapporto tra digitalizzazione precoce e risultati scolastici. Questo ha permesso di identificare gruppi di studenti più vulnerabili agli effetti negativi dell’uso anticipato della tecnologia.
5. Focus sulle percezioni qualitative degli studenti: Oltre all’analisi quantitativa, la ricerca ha raccolto le opinioni dirette degli studenti sul proprio rapporto con la tecnologia, tramite una domanda aperta alla fine del questionario. Queste informazioni hanno contribuito a costruire un quadro più completo delle implicazioni educative e sociali dell’uso precoce degli strumenti digitali.
Il ruolo del Terzo Settore e il coinvolgimento della comunità educante
Un altro aspetto innovativo del progetto è stato il coinvolgimento di docenti, dirigenti scolastici, famiglie e ragazzi, attraverso il partenariato tra gli Atenei e due enti del Terzo Settore.
“In un contesto in cui le opinioni e gli approcci sulla tecnologia nell’educazione sono spesso divergenti, EYES UP si è concentrato su un obiettivo chiaro: fornire evidenze scientifiche solide e realmente utili per delineare interventi e politiche educative,” afferma Vanessa Trapani, Presidente di Sloworking.
“Valore aggiunto del lavoro di ricerca è stato il contatto diretto con i territori,” sottolinea Cristiana Paladini, Direttrice del Centro Studi Socialis. “L’interlocuzione con la comunità educante nelle sue diverse espressioni è imprescindibile, non solo per facilitare lo svolgimento dell’indagine, ma soprattutto per costruire processi trasformativi di responsabilizzazione rispetto al rapporto con il digitale. Sono emerse la necessità di conoscenza sempre aggiornata sugli effetti dell’uso dei dispositivi digitali e il desiderio di condivisione di punti di vista e buone prassi per individuare i contesti a maggiore rischio e le possibili piste di lavoro comuni.”
Questo impegno a facilitare il dialogo tra ricerca, pratiche e politiche educative è tangibile nel report finale di progetto in cui, all’esposizione dei risultati emersi dall’indagine, si sono volute integrare alcune riflessioni emerse dal dialogo con i protagonisti – studenti e docenti in particolare – e indicazioni puntuali sugli interventi consigliati a educatori e policy makers. Inoltre, a partire dai dati raccolti sono stati e saranno realizzati momenti strutturati di lavoro con i docenti delle scuole coinvolte nello studio.

Il Report con i dati e le raccomandazioni pratiche

  • Monitorare gli effetti a lungo termine: Seguire gli studenti nel tempo per valutare l’evoluzione dell’impatto della digitalizzazione precoce, osservandone le ripercussioni fino all’ingresso nel mondo del lavoro o dell’università.
  • Affrontare la disuguaglianza di iperconnessione: Studiare in modo più approfondito come il background socio-economico e culturale influisca sull’uso dello smartphone, sulle opportunità educative e sulle possibilità di accesso a risorse digitali di qualità.
  • Elaborare raccomandazioni per scuole e policy maker: Sviluppare linee guida e interventi concreti, basati sui dati raccolti, per favorire un utilizzo equilibrato delle tecnologie digitali in ambito scolastico, promuovendo un’alfabetizzazione digitale efficace e inclusiva.

Fonte : Agi