La versa scommessa di Meloni col decreto bollette

Tanti? Pochi? Una goccia nel mare o un aiuto concreto? I fondi che il governo ha stanziato per il caro bollette, destinati a famiglie con Isee basso e a imprese (specialmente di dimensioni medio piccole) rischiano di passare come i famosi 80 euro di Renzi, che tutti criticarono perché erano pochi, salvo quelli che li presero perché per molte famiglie anche 80 euro non sono da buttar via.

Cosa c’è nel decreto bollette

Così stavolta c’è chi storce il naso perché i fondi non sono molti e in più saranno solo un una tantum. Ma ci saranno anche tante famiglie che di quello “sconto” di 200 euro saranno più che contente. Un provvedimento a cui la premier teneva molto, anche a costo di far saltare nella scorsa settimana un consiglio dei ministri convocato ad hoc e che secondo lei non conteneva misure sufficientemente incisive.

Meloni spiega il decreto bollette: a chi vanno i nuovi bonus e quanto si risparmia

Dopo alcuni giorni di lavoro i due ministri interessati (Giorgetti per l’economia e Pichetto Fratin per l’ambiente) sono riusciti a reperire nelle pieghe di bilancio le risorse necessarie, e allora il provvedimento è stato varato.

Si tratta di un decreto da circa tre miliardi, per la metà alle famiglie meno abbienti e per l’altra metà alle imprese. L’intervento del governo ha una durata limitata, e in sostanza scommette sull’allentamento della pressione tra Mosca e Ucraina e in un conseguente abbassamento dei prezzi del gas. La fine dell’inverno e lo spegnimento dei termosifoni dovrebbe fare il resto.

meloni bonus bollette isee cover

La testardaggine della premier, se possiamo usare questo termine un po’ grossier, nel pretendere dai suoi ministri un supplemento di lavoro al fine di individuare i fondi per finanziare la manovra, risponde all’esigenza del governo di venire incontro a un’emergenza che si era creata e alla dimensione “sociale” che la Meloni ha sempre voluto dare all’azione di governo (non ci dimentichiamo la destra da cui proviene aveva appunto l’aggettivo “sociale” nel proprio sottopancia) così da strappare più di un argomento alla narrativa dell’opposizione. Come dire: voi fate le chiacchiere, noi pensiamo davvero alla povera gente, la sinistra siamo noi.

La vera partita del governo

Sarà adesso il cittadino a formarsi un giudizio finale sul fatto se siano pochi soldi o sufficienti vista la difficoltà del momento. In effetti il governo è adesso al lavoro per le altre due grandi emergenze che vengono da oltre confine, e su cui è altrettanto indispensabile concentrare delle risorse, almeno così ritiene la premier. Stiamo parlando della partita dazi, che creerà non pochi guai alla nostra economia e su cui sarà indispensabile intervenire, e al fronte Difesa. Facciamo tutti un gran parlare di difesa comune europea, e tutti almeno a parole sono d’accordo. Secondo il governo si tratta adesso di passare ai fatti, e quei fatti richiedono forti investimenti, da subito. Se vogliamo arrivare al 2,5 per cento del pil, che è una quota minima, servono venti miliardi in più l’anno. Moltissimo. Ma la coperta è corta

Fonte : Today