Polemiche e curiosità degli Oscar 2025, tra alcuni record e la questione Emilia Pérez

Polemiche e curiosità degli Oscar 2025 avvicinandoci alla cerimonia di consegna. Pensavamo che questa stagione dei premi si sarebbe fatta ricordare per gli incendi di Los Angeles che l’hanno dilaniata – e invece, poco dopo l’annuncio dei candidati ai 97esimi Premi Oscar, le polemiche hanno cominciato a investire più o meno tutti i film in gara – fatta eccezione, forse, per A complete unknown, il biopic sul Bob Dylan “elettrico” interpretato da Timothée Chalamet, e il Conclave da thriller dell’austriaco Edward Berger.

Dopo aver vinto il Premio della Giuria a Cannes, la Palma per le quattro attrici protagoniste, 5 European Film Awards e 4 Golden Globes – e in attesa delle statuette che saranno consegnate nella notte fra domenica 2 e lunedì 3 marzo – il musical Emilia Pérez è “finalmente” arrivato in Messico, dove è ambientato, e ha sollevato l’indignazione generale della popolazione che l’ha accusato di essere superficiale e inautentico: «tutto è completamente inautentico» ha detto l’autore della fotografia Rodrigo Prieto (quattro nomination all’Oscar) «in carcere non avresti mai un cartello che recita Cárcel, sarebbe piuttosto Penitenciaria». Il film racconta la seconda vita di una narcotrafficante che si redime dopo la transizione di genere, e affronta il dramma dei desaparecidos, le sparizioni forzate per mano dei cartelli: «specialmente quando il soggetto è così importante e delicato per noi messicani», ha detto ancora Prieto, «perché non assumere almeno qualche consulente?».

Il regista (francese) Jacques Audiard ha dovuto ammettere di non aver approfondito il contesto, di aver girato il film a Parigi in due lingue che non conosce – lo spagnolo e l’inglese – con l’aiuto di un software di intelligenza artificiale per intonare le canzoni di Clement Ducole e Camille (due delle quali in lizza per l’Oscar). Apriti cielo: tante sono state le polemiche in Sudamerica che Audiard ha dovuto disertare una presentazione con gli studenti universitari a Città del Messico, lasciando sola l’unica attrice messicana della pellicola, Adriana Paz.

La protagonista Karla Sofía Gascón – la prima interprete apertamente transgender a ricevere una nomination – è infatti madrilena; su di lei si è abbattuta la bufera più grande di questa intera vicenda, come avevamo scritto qualche settimana fa, a causa di molti vecchi tweet discriminatori, razzisti e islamofobi pubblicati fra il 2010 e il 2021 e resi pubblici dalla giornalista Sarah Hagi. «Non so se sto vedendo un festival afro-coreano» scrisse nel 2020 proprio a proposito della cerimonia degli Oscar, in cui Parasite vinse quattro statuette, «o una manifestazione di Black Lives Matter o di femministe» – e a proposito della sua futura collega, Selena Gomez: «è un sorcio ricco che interpreta la parte della povera bastarda ogni volta che può». Su Selena Gomez, si era espresso anche l’attore e regista Eugenio Derbez, messicano, in una puntata del podcast Hablando de cine condotto da Gaby Meza: «è indifendibile» ha detto riferendosi alla recitazione in spagnolo di Gomez: «mentre guardavo il film, in compagnia di altre persone, ogni volta che c’era una sua scena ci guardavamo e ci dicevamo: che cos’è questa roba?». Lei ha risposto su TikTok spiegando che ha fatto quello che poteva «con il tempo che mi è stato concesso», e Derbez ha chiesto scusa a sua volta. Resta il fatto che Netflix ha cancellato l’immagine di Gascón da tutto il materiale promozionale di Emilia Pérez e le ha impedito di continuare a promuovere il film negli Stati Uniti. «Se me lo chiedeste oggi, con tutto quello che so, comprerei comunque il film» ha dichiarato però Bela Bajaria, Chief Content Officer della piattaforma: «penso che sia un vero peccato che tutto ciò distragga dalle tante nomination e da tutti i premi».

Ecco quindi alcune tra le polemiche e curiosità degli Oscar 2025.

Fonte : Wired