NEW YORK – Tra i grattacieli di Manhatthan, a due passi da Little Italy e Chinatown, Amazon ha svelato un aggiornamento di Alexa atteso da più di un anno.
L’evento che si è svolto agli Spring Studios, di fronte a 300 giornalisti, influencer e blogger volati da diversi luoghi del mondo, è stato aperto eccezionalmente dal CEO dell’azienda, Andy Jassy, che è subentrato a Jeff Bezos nel 2021.
La presenza di Jassy testimonia quanto sia alta la posta in gioco per Amazon, che stando a quanto ha scritto il Wall Street Journal a luglio scorso ha perso miliardi di dollari nel business di Alexa nonostante abbia venduto centinaia di milioni di dispositivi.
Si dice che Jassy abbia spinto il team hardware dell’azienda a trovare modi per aumentare i profitti attraverso abbonamenti, commissioni e servizi aggiuntivi.
Ed è stata questa la missione, negli ultimi mesi, di Panos Panay, il nuovo capo dei dispositivi e dei servizi Amazon che ha raccolto, all’inizio del 2023, l’eredità di Dave Limp.
Dagli sforzi di Panos e del suo team è nata Alexa+, un nuovo servizio a pagamento dell’assistente vocale che in passato – ha ammesso Panay – ha portato “gioia ma anche frustrazione”.
“Alexa aiuta le persone, ma ci sono delle volte in cui non ci riesce” ha detto il manager riferendosi agli episodi in cui l’assistente vocale non capisce alla perfezione ciò che ha chiesto l’utente, oppure interpreta in modo errato una domanda.
Tutto questo – hanno promesso sia Jassy sia Panay mostrando sul palco delle demo convincenti – sta per cambiare grazie all’intelligenza artificiale generativa, che ormai da un paio d’anni consente alle macchine di dialogare con gli esseri umani in modo naturale, con voci amichevoli e tempi di risposta incredibilmente veloci.
Da quello che abbiamo potuto vedere a New York, Alexa diventando “Plus” ha colmato il divario che esisteva in precedenza con i chatbot basati su IA più utilizzati del mondo e sviluppati da big tech come OpenAI, Google e Anthropic (quest’ultima rientra tra i partner di Amazon, come vedremo in seguito).
Alexa+ sarà disponibile da marzo in inglese per i clienti negli Stati Uniti, e in seguito sarà offerta in tutti i Paesi dove l’assistente vocale è già presente.
Non sappiamo ancora, tuttavia, quando il servizio sarà disponibile in Italia e in italiano. È possibile che arrivi nella seconda parte del 2025 e comunque entro la fine dell’anno in corso.
La vecchia Alexa continuerà a esistere e si potrà usare gratuitamente.
Ma chi è abituato all’attuale assistente vocale di Amazon, con capacità limitate di comprensione del testo e un’empatia estremamente ridotta, ascolterà la nuova versione con un certo stupore.
Alexa+ si chiamerà una volta sola, all’inizio della conversazione, poi non ci sarà più bisogno di pronunciare il suo nome.
L’assistente di Amazon ricorderà il contesto e tutto ciò che è stato detto dall’utente in precedenza, potrà generare immagini e video, per le sue risposte attingerà ai dati su cui è stata addestrata e non a fonti sul web che finora ha letto e citato freddamente.
Per Amazon questa Alexa super-intelligente e più “umana” giustificherà il suo costo grazie alle operazioni che potrà risolvere in autonomia e a una gestione dei dispositivi smart in casa ancora più efficiente.
Alexa+ è insomma in grado di fare tutto ciò che riesce a chatbot come ChatGpt, Gemini o Claude, ma offrendo all’utente la comodità di avere un dispositivo sempre in ascolto quando si è in casa.
Con oltre 600 milioni di dispositivi abilitati ad Alexa venduti in tutto il mondo, Amazon è diventata la coinquilina di una fetta enorme della popolazione globale. Non si tratta solo di hardware, bensì di una rete di dispositivi che raccolgono dati e interagiscono quotidianamente con gli utenti.
Questo fornisce ad Amazon un tesoro di dati vocali utili ad affinare la propria intelligenza artificiale, una risorsa che concorrenti come Google o OpenAI non possono eguagliare nel campo degli assistenti vocali.
Inoltre, l’integrazione di Alexa con i dispositivi per la casa intelligente e con una serie di servizi di terze parti – tramite API – trasforma l’assistente vocale di Amazon in un hub estremamente pratico a cui ora si possono affidare operazioni che in precedenza l’utente doveva effettuare a mano.
“Pensiamo che il futuro appartenga agli Agenti IA che svolgono compiti al posto delle persone” ha detto Daniel Rausch, vice president di Amazon Alexa & Echo, dopo aver offerto alla platea una delle demo più impressionanti.
Rausch ha affidato ad Alexa una serie di operazioni da svolgere in autonomia: individuare un tavolo libero nel suo ristorante preferito di New York, prenotarlo per due persone, trovare e prenotare un Uber per un’amica appena sbarcata all’aeroporto JFK, specificando che l’auto la dovrà condurre direttamente al ristorante, e inviare un messaggio all’amica per avvertirla dell’arrivo di un’auto che la preleverà per condurla al luogo dell’appuntamento.
Sempre Rausch ha mostrato come ora è possibile dialogare con Alexa+ per ricevere informazioni sulla propria squadra di baseball preferita, i Red Sox nel suo caso, grazie alla partnership che Amazon ha stretto con numerosi media come Reuters, Wall Street Journal e Washington Post (il quotidiano di proprietà di Bezos).
Dai risultati delle partite alla ricerca di un biglietto per il prossimo match, è un attimo. Ma la richiesta “illuminante” è quella che Rausch fa ad Alexa quando l’assistente vocale gli propone dei ticket troppo cari: “No, grazie – dice il manager – continua a cercare tagliandi disponibili a un prezzo inferiore ai 200 dollari”.
Le applicazioni di Alexa+ vanno oltre le azioni che l’IA può intraprendere. Una nuova funzione permette di inviare all’assistente vocale – tramite l’indirizzo e-mail alexa@amazon.com – documenti di testo che l’intelligenza artificiale potrà studiare per offrire risposte dettagliate agli utenti.
Mara Sager, direttrice di Alexa, ha chiesto all’assistente vocale – sulla base di un documento inviato in precedenza – se può installare dei pannelli solari nella sua abitazione. E poi ha domandato se in una ricetta di sua nonna va aggiunto olio oppure no.
Dave Limp, ex responsabile dispositivi, aveva detto già nel 2023 che un Alexa di fascia alta avrebbe “potenziato una casa intelligente” e avrebbe gestito compiti complessi. Se il sistema funzionerà – anche attraverso la programmazione di routine tramite comandi vocali, come spiegato da Panay – ALexa+ potrebbe conquistare gli utenti disposti a pagare per una maggiore comodità.
Ma quella di Amazon è comunque una scommessa: errori legati a un’interpretazione errata del comando vocale, risposte lente o “allucinazioni” (la tendenza delle IA generative a produrre risultati talvolta errati o infondati) potrebbero compromettere la fiducia degli utenti.
Per questo motivo il lancio della nuova Alexa è stata posticipata più volte nell’ultimo anno e mezzo.
Qualcuno ha sostenuto che le ambizioni di Amazon per il suo assistente vocale fossero troppo elevate e che l’intelligenza artificiale generativa fosse troppo difficile da governare e da rendere utile.
Secondo quanto riportato da Fortune nel 2024, gli sforzi di Amazon nel campo degli LLM per Alexa hanno incontrato ostacoli a causa delle difficoltà di integrazione delle API e del processamento del linguaggio naturale, poiché gli utenti finora hanno conversato con l’assistente con un linguaggio basico, adatto alle capacità di Alexa, che non richiedeva frasi complete o articolate.
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal alla fine dell’anno scorso, inoltre, la nuova Alexa a un certo punto ha avuto problemi con i comandi di base come spegnere e accendere le luci intelligenti.
Ma a giudicare dalle dimostrazioni che ha dato Panay a New York – il manager ha giurato che tutto si è svolto dal vivo – Amazon è riuscita a integrare in modo ottimale l’intelligenza artificiale generativa nel suo assistente vocale.
Panay ha fatto leva sulla musica per sottolineare le capacità di Alexa+, chiedendo all’IA “qual’è il brano che Bradley Cooper canta in un duetto”. Alexa ha trovato immediatamente “Shallow”, la canzone che l’attore ha interpretato in coppia con Lady Gaga.
Fin qui tutto “facile”. Ma poi Panay ha chiesto ad Alexa di riprodurre il brano solo “dall’altoparlante di destra”, e così è stato. E ha spiegato che volendo si potrebbe chiedere ad Alexa di trasmettere la canzone su tutti i dispositivi collegati “a eccezione della stanza in cui dorme un bambino”. Con la vecchia Alexa questa operazione sarebbe stata impossibile: la stanza avrebbe dovuto avere un nome specifico.
Ma il momento più sorprendente, che ha strappato un “oooh” ai presenti, è stato quando Panay ha chiesto ad Alexa di trovare la scena del film – A Star Is Born – in cui Cooper e Gaga cantano “Shallow” e di trasmetterla sulla televisione. Dopo un primo tentativo a vuoto, è andata esattamente così.
“È utile” ha detto Panay. “Alexa+ è utile e porta a termine i compiti” ha ribadito il manager per sottolineare che il nuovo assistente vocale, rispetto al passato, è più affidabile ed efficiente.
Solo il tempo – e milioni di domande rivolte nei prossimi mesi ad Alexa+ dagli utenti – ci dirà se Amazon ha vinto la sua scommessa.
Ma di certo l’’evento di New York ha dimostrato – se ancora ce ne fosse bisogno – che il colosso di Seattle non è un’azienda rimasta indietro nella corsa all’IA ma è anzi una realtà che ha gettato solide basi.
L’azienda guidata da Jassy ha speso $148 miliardi in data center tra il 2022 e il 2023, creando un’infrastruttura enorme capace di scalare l’intelligenza artificiale rapidamente.
A novembre scorso, l’azienda ha annunciato che Amazon Web Services (AWS) investirà 1,2 miliardi di euro per espandere l’infrastruttura cloud in Italia.
All’inizio di questo mese, il CEO di Amazon ha annunciato che l’azienda investirà oltre 100 miliardi di dollari nel 2025, destinando la “stragrande maggioranza” di tali fondi all’infrastruttura IA di AWS.
In qualità di principale fornitore di servizi cloud al mondo, AWS possiede l’infrastruttura necessaria per gestire le immense esigenze computazionali necessarie allo sviluppo dell’IA. Non si tratta semplicemente di affittare server: AWS offre strumenti come la piattaforma di machine learning SageMaker e il servizio Bedrock focalizzato sui modelli di IA fondazionali.
Durante la conferenza AWS re:Invent che si è svolta a gennaio scorso a Las Vegas, Amazon ha presentato i nuovi modelli Nova, ora utilizzati da Alexa+ insieme a quelli di Anthropic.
Parallelamente, l’azienda ha annunciato la costruzione di quello che afferma sarà il più grande cluster di calcolo per IA al mondo, una volta completato (non è stato fornito un calendario preciso, ma il progetto è in corso).
Questo cluster – denominato “Project Rainier” – è alimentato dai chip Trainium 2 costruiti su misura da Amazon, processori specializzati progettati specificamente per l’addestramento e l’esecuzione di modelli di AI.
Tali chip fanno parte della strategia di Amazon per ottimizzare l’hardware destinato ai carichi di lavoro AI, in competizione con le GPU di Nvidia.
Amazon ha sviluppato questo progetto attraverso la sua divisione Annapurna Labs, acquisita nel 2015 per rafforzare le ambizioni nell’ambito della produzione di chip.
Il cluster su cui Amazon sta lavorando non è destinato esclusivamente all’uso interno; esso viene realizzato in collaborazione con Anthropic, un’importante azienda nel settore dell’intelligenza artificiale nella quale Amazon ha investito finora 8 miliardi di dollari.
Anthropic, fondata da ex ricercatori di OpenAI, è nota per il suo lavoro su sistemi di intelligenza artificiale sicuri e interpretabili, caratteristiche che potrebbero rendere un Alexa più intelligente e affidabile rispetto alle risposte più imprevedibili di ChatGpt.
L’idea è che questo enorme cluster fornisca ad Anthropic la potenza necessaria per sviluppare e implementare i modelli di IA di nuova generazione. Per poi metterli al servizio della stessa Amazon.
L’addestramento dei modelli più grandi e intelligenti richiede infatti quantità smisurate di potenza computazionale, una risorsa finora limitata dal monopolio dei chip AI di Nvidia.
Il Trainium 2 di Amazon rappresenta un’alternativa più economica e su misura che mantenga i clienti AWS (e Anthropic) all’interno dell’ecosistema, evitando di dover ricorrere a prodotti e servizi più costosi.
L’intento, come ha spiegato Jassy nelo suo intervento a New York, è offrire “performance migliori a un costo sempre più competitivo”.
L’attuale valore di mercato di Amazon si attesta attorno ai 2,2 trilioni di dollari, un notevole aumento rispetto a due anni fa.
A febbraio 2023, la capitalizzazione di mercato di Amazon era di circa $1 trilione. Le azioni avevano subito un forte calo nel 2022, scendendo quasi del 50% a causa del crollo delle azioni tecnologiche in un contesto di tassi di interesse in aumento e incertezza economica.
Il valore delle azioni odierno dicono che tale valore è più che raddoppiato. Si tratta di una crescita di circa il 120% da febbraio 2023 ad oggi, un percorso sorprendente per un’azienda già considerata un gigante.
Il propulsore di questa crescita vertiginosa è stato proprio Amazon Web Services.
Nel 2024, i ricavi di AWS sono cresciuti del 19% fino a $107,6 miliardi.
Con un margine del 38%, AWS rappresenta ora oltre il 60% del profitto operativo totale di Amazon, nonostante costituisca solo il 17% dei ricavi.
Fonte : Repubblica