Il segretario al Commercio degli Stati Uniti Howard Lutnick ha giustificato la decisione sostenendo che il visto si sarebbe prestato a “inganni e frodi, oltre a essere un percorso a basso costo verso la residenza“. “Sostituiremo il programma Eb-5 con la Trump gold card, che permetterà alle persone di investire negli Stati Uniti. Potremo usare questo denaro per ridurre il nostro deficit“, ha aggiunto Lutnick.
Precedenti e conseguenze
Il meccanismo annunciato da Trump non è una novità. Nel 2012, durante la fase peggiore della crisi del debito nell’Unione europea (Ue), diversi paesi della zona euro – tra cui Spagna, Portogallo, Irlanda e Grecia – hanno offerto permessi di soggiorno in cambio di investimenti in immobili o imprese locali.
L’intento era quello di attrarre investimenti diretti esteri e mitigare i deficit di bilancio. Si stima che nell’ultimo decennio questi programmi abbiano convogliato circa 25 miliardi di euro in varie nazioni europee. Gli esperti tuttavia hanno messo in guardia dai rischi per la sicurezza e il benessere sociale che possono scaturire da iniziative simili.
Un recente rapporto dell’istituto di ricerca tedesco Iza rileva che i visti per investitori hanno contribuito alla crescita economica dei paesi che li hanno implementati, sottolineando allo stesso tempo la difficoltà nel mantenere “un delicato equilibrio tra i benefici economici e le protezioni da potenziali rischi” come il riciclaggio di denaro e la gentrificazione.
Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’Ue ha esortato i suoi stati membri a eliminare i programmi, accusandoli di facilitare il trasferimento di fondi illeciti, l’evasione fiscale e la criminalità organizzata. Attualmente solo Spagna, Malta, Grecia, Ungheria e Italia continuano ad avere visti per investitori (il governo spagnolo ha però già annunciato di voler chiudere il programma). Il nostro paese, in particolare, offre tutt’ora un “Investor visa” biennale e rinnovabile per ulteriori tre anni, che può rilasciato ai cittadini non-Ue a fronte di un investimento di 2 milioni di euro in titoli di stato italiani, di 500mila euro in una società di capitali, di 250mila euro in una startup oppure di una donazione da un milione a un ente filantropico.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired en español.
Fonte : Wired