La polizia di Stato di Milano ha arrestato un 38enne considerato il braccio destro del presunto boss di un clan della mafia turca Baris Boyun e implicato in vari attentati in Europa. Secondo gli investigatori, durante i colloqui il 39enne gli avrebbe passato pizzini con le istruzioni da dare agli altri membri del gruppo criminale per compiere reati. L’accusa è di associazione per delinquere aggravata.
I colloqui tra il 38enne e Baris Boyun (frame da video della polizia di Stato)
Un 38enne è stato arrestato dalla polizia su richiesta della sezione distrettuale Antiterrorismo della Procura di Milano e in base all’ordinanza di misura cautelare emessa dal gip. L’uomo, cittadino turco che vive in Italia, è indagato per associazione per delinquere aggravata anche dalla transnazionalità e finalizzata alla commissione di una serie di reati tra cui stragi e traffico internazionale di armi. Il 38enne è ritenuto essere il braccio destro di Baris Boyun, il 39enne arrestato a Viterbo (Roma) il 22 maggio dell’anno scorso considerato capo di un clan di mafia curda, e implicato in vari attentati in Europa.
L’arresto del presunto boss Boyun e la gestione del clan dai domiciliari
Le indagini sono state condotte dalla Sisco di Milano, insieme alla Squadra Mobile di Como e al Servizio Centrale Operativo di Roma, con al centro un’associazione transnazionale, composta soprattutto da cittadini turchi, che sarebbe dedita a una serie di reati. Il gruppo, dotato anche di una banda armata, avrebbe al suo vertice Baris Boyun, arrestato lo scorso 22 maggio insieme ad altre 20 persone e ora detenuto al regime speciale del 41-bis.
Gli investigatori avrebbero scoperto che Boyun mentre si trovava agli arresti domiciliari per per detenzione e porto di arma comune da sparo continuava a dirigere il gruppo criminale riuscendo anche a gestire il traffico di droga e il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina attraverso la cosiddetta rotta balcanica. Il 39enne avrebbe anche ordinato una serie di reati, come l’omicidio di un cittadino turco avvenuto il 10 marzo scorso a Berlino e l’attentato a una fabbrica di alluminio in Turchia tra il 19 e 20 marzo scorso, fallito solo grazie allo scambio informativo tra la polizia di Stato e la polizia turca del Kom, tramite Interpol.
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Le comunicazioni tra Boyun e il 38enne
Per poter trasmettere gli ordini ai vari associati anche dal carcere, Boyun si sarebbe servito del 38enne arrestato in questi giorni a Milano. L’uomo, richiedente asilo e legato da un rapporto di parentela al 39enne, è arrivato in Italia a metà maggio dell’anno scorso, secondo gli inquirenti, con il preciso compito di proteggere il boss e occuparsi delle necessità logistiche dell’associazione. Pare, infatti, che il 38enne ricevesse da Boyun i pizzini con le varie istruzioni durante i colloqui in carcere.
Su richiesta della Procura di Milano, il gip ha quindi disposto la misura cautelare del carcere per il 38enne. L’accusa nei suoi confronti è di associazione per delinquere aggravata anche dalla transnazionalità, finalizzata alla commissione di una serie di reati come: detenzione e porto abusivo di armi anche clandestine, traffico internazionale di armi, favoreggiamento immigrazione clandestina, omicidi, stragi, traffico di sostanza stupefacente, riciclaggio, falsificazione di documenti d’identificazione, ricettazione e autoriciclaggio.
Fonte : Fanpage