“Guardate qui, un bel bicchiere d’acqua naturale. Ottima, da abbinare a qualsiasi cosa perché ovviamente è un alimento sano. Ma come tutti gli alimenti se assunti in quantità eccessiva possono produrre danni. Non lo dico io, lo dice la scienza”. E’ quanto dichiarato dal ministro dell’Agricoltura durante un evento organizzato da Slow Wine e Sana a Bologna. Lollobrigida è tornato a parlare ancora una volta di acqua dopo aver esposto, durante gli “Stati generali del vino”, la sua teoria secondo cui un consumo eccessivo può portare alla morte, facendo un paragone con il vino. Con queste dichiarazioni il ministro ha voluto esprimere la sua posizione contraria alla proposta dell’Ue di apporre sulle etichette del vino la scritta “nuoce gravemente alla salute”, simili a quelle presenti sui pacchetti di sigarette.
Un paragone scorretto dal punto di vista scientifico
Paragonare il vino all’acqua non è corretto dal punto di vista scientifico. Questo perché il vino (come le altre bevande alcoliche) contiene alcol, una sostanza tossica e cancerogena, che può favorire lo sviluppo di alcuni tumori. E’ dimostrato che il consumo di alcol aumenti il rischio di almeno sette tipi di tumori tra cui il tumori del seno, del colon-retto, dell’esofago, del fegato, della cavità orale, della faringe e della laringe, indipendentemente dal tipo di bevanda alcolica quali birra, vino e liquori. L’AIRC lo ha per questo classificato come agente cancerogeno di tipo 1, rientrando tra quelle sostanze per cui esistono sufficienti prove scientifiche della loro capacità di causare tumori, sebbene la gravità dei danni dipendano molto dalla quantità di etanolo assunto e dall’esposizione ad altri fattori di rischio.
Oggi quando si parla di vino e alcolici la comunità scientifica non usa più termini come ‘consumo moderato’, ‘consumo consapevole’ o simili, che potrebbero indurre il consumatore in una certa indulgenza nel bere alcolici. Questo perché – spiega il Ministero della Salute – non esiste una soglia di consumo sicura. L’assenza di tossicità è solo quella del consumo zero. D’altro canto l’acqua non ha alcun elemento che può risultare tossico per gli esseri umani. Tuttavia esistono alcuni casi (molto rari) in cui anche un consumo eccessivo di acqua potrebbe dare dei problemi: il fenomeno è noto come “over-idratazione” o “intossicazione da acqua”.
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Cos’è l’over-idratazione
Di norma i reni di una persona sana – che controllano la quantità di acqua, sali e altri soluti che lasciano il corpo – riescono ad espellere anche un litro di acqua all’ora. Ma se si esagera con l’assunzione, potrebbero non riuscire più ad eliminare i liquidi in eccesso mantenendo l’equilibrio elettrochimico dell’organismo (un equilibrio delicato fra la quantità d’acqua che necessita al corpo e quella ingerita). Questo fa sì che il sangue si impregni di acqua e riduca la sua concentrazione di sodio, facendo gonfiare le cellule e impedendone il corretto funzionamento. Una condizione che può causare nausea e vomito e disturbi neurologici, per esempio confusione, astenia, senso di sbandamento, e nei casi gravi anche la morte. “L’iponatriemia rapida (livelli di sodio nel sangue molto bassi) – ha spiegato M. Amin Arnaout, nefrologo presso il Massachusetts General Hospital e l’Harvard Medical School – provoca l’ingresso di acqua nelle cellule cerebrali facendo gonfiare il cervello, con sintomi come convulsioni, coma, arresto respiratorio, ernia del tronco cerebrale e morte”.
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Chi è più a rischio
L’intossicazione da acqua dipende sì dalla quantità di acqua ingerita, ma anche dal lasso di tempo in cui la si beve: assumere più di 3/4 litri di acqua in un breve lasso di tempo, come un’ora o poco più, può causare un’over-idratazione. A tal proposito studi calcolano che il limite di assunzione sicura di liquidi è 1-1,5 litro per ora. A rischiare di più questa condizione sono coloro che corrono maratone o si sottopongono ad allenamenti intensi, ma anche chi soffre di alcune patologie come la polidipsia psicogena (l’impulso a bere acqua in modo compulsivo) o un’anomalia del funzionamento dell’ormone antidiuretico.
L’over-idratazione è un’emergenza medica, pertanto intervenire tempestivamente è fondamentale per limitare i danni. L’unica terapia utile è l’interruzione dell’idratazione associata alla somministrazione per via endovenosa di soluzioni elettrolitiche o altri farmaci per ripristinare la normale concentrazione di sodio nel sangue.
Quanta acqua dovremmo bere ogni giorno
Gli esperti dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (European Food Safety Authority, EFSA) sui prodotti dietetici, l’alimentazione e le allergie, hanno ridefinito i valori dietetici di riferimento per le assunzioni di diversi nutrienti tra cui l’acqua, raccomandando la quantità che è necessaria assumere per godere di buona salute a seconda dell’età e del sesso. I valori di riferimento, che considerano l’acqua assunta complessivamente (sia mediante consumo diretto che attraverso alimenti e bevande di ogni genere), in condizioni di moderate temperature ambientali e medi livelli di attività fisica, sono: per neonati sino a sei mesi di vita: 100 mL/kg al giorno; per bambini tra 6 mesi e un anno di età: 800-1000 mL/giorno; per bambini tra 1 e 3 anni di vita: 1100-1300 mL/giorno; per bambini tra i 4 e gli 8 anni di età: 1600 mL/giorno; per ragazzi tra 9-13 anni: 2100 mL/giorno per i maschietti e 1900 mL/giorno per le femminucce; per adolescenti, adulti e anziani: se femmine 2 L/giorno, se maschi 2,5 L/giorno.
Fonte : Today