Grand Theft Hamlet, Shakespeare invade Gta nel sorprendente documentario

Grand Theft Hamlet è un documentario disponibile su Mubi che esplora cosa accade quando il teatro di Shakespeare si fonde con l’universo di Gta. L’idea nasce nel 2021, in pieno lockdown, quando due attori inglesi, per evadere dalle plumbee atmosfere pandemiche, decidono di immergersi in uno degli open world più iconici della storia dei videogiochi. Da questo esperimento prende vita un incontro inaspettato tra classicismo e cultura pop, tra la parola di Shakespeare e la vertigine digitale di GTA online.

Shakespeare incontra Gta, Grand Theft Hamlet su Mubi

Mark Oosterveen e Sam Crane hanno realizzato qualcosa che non si era mai visto prima: mettere in scena uno spettacolo dal vivo dentro un videogioco, con un gruppo di volontari che vivevano la loro stessa spinta immaginifica. Il documentario è co-diretto da Sam Crane e sua moglie, Pinny Grylls, e ci permette di vedere tutto l’arco narrativo e produttivo di Sam e Mark mentre provano a eseguire lo spettacolo. I due attori trasformano il caos urbano di Los Santos in uno scenario shakespeariano, un palcoscenico virtuale in cui il dramma elisabettiano si rifrange tra luci al neon, il rombo di motori sfreccianti e le sirene della polizia. Laddove la tragedia di Amleto si svolgeva tra le mura gotiche di Elsinore, qui prende vita tra vicoli pericolosi e skyline metropolitani, in un mondo in cui il destino si gioca non più con il filo della spada ma con il grilletto di una pistola. Essere o non essere? diventa una domanda ancora più viscerale quando posta da un personaggio errante in una Los Santos che si trasforma in una nuova Danimarca corrotta e insidiosa.

Un esperimento nato durante il lockdown

Il risultato di questo esperimento, Grand Theft Hamlet, può a buon diritto definirsi un documentario singolare e senza pari. Ogni immagine che appare sullo schermo è stata catturata interamente all’interno del mondo virtuale del gioco, e i suoi protagonisti (figure digitali dai tratti spesso inquietanti e surreali), si muovono con un’imprevedibilità che né gli attori in carne e ossa né gli avatar dei film d’animazione potrebbero eguagliare. In questa rivisitazione postmoderna del celebre adagio shakespeariano, il mondo è davvero un palcoscenico, e le esibizioni che si susseguono tra un anfiteatro e un dirigibile, sono commoventi, esilaranti, spesso comiche e assurde. Questo perché il mondo che circonda questa pièce virtuale resta pur sempre avvinto alle dinamiche di Gta Online, che essenzialmente sono composte da combattimenti, missioni, armi da fuoco, esplosivi.

Elsinore diventa Los Santos

Un’opera a suo modo brutale, violenta, un gioco al massacro, proprio come la scritta che appare sullo schermo quando si muore in Gta. Esiste una sorprendente simmetria tra Gta e Shakespeare, un accostamento che finora sembrava impensabile. Un legame tra classico e postmoderno che Baz Luhrmann aveva già esplorato nel 1996 con il suo adattamento pulp di Romeo + Giulietta, dove i versi giambici si intrecciavano con rap, tossicodipendenza e malavita. La sua scelta di ambientare la tragedia dei due amanti a Verona Beach, una città immaginaria della California fatta di pistole, luci al neon, spiagge, feste, tatuaggi e scontri tra bande, sembra quasi anticipare l’esperimento di Grand Theft Hamlet. Ma mentre il film di Luhrmann restava ancorato alla sua estetica pop patinata, il documentario di Sam Crane e Pinny Grylls si muove in un territorio più fluido e inclassificabile.

Fonte : Wired