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L’ex dipendente della Rsa Sacro Cuore di Dizzasco (Como) ha raccontato a Fanpage.it la sua storia, dalla scoperta delle violenze, fino alla denuncia e all’arresto dei 7 colleghi: “Sono rimasto solo, ora ho bisogno di aiuto”.
“Gomitate, schiaffi, ribaltamenti da sopra il letto, carrozzine che volavano. A chi piangeva, venivano messi dei pannolini sporchi sulla testa per non gridare. Quando ho visto tutto questo non sono riuscito a voltarmi dall’altra parte. Di notte sento ancora le loro grida“. A parlare è Pasquale Moretti, 43 anni, ex dipendente che ha denunciato le violenze che avvenivano all’interno della Rsa “Sacro Cuore” di Dizzasco (Como). In seguito alla segnalazione, i Carabinieri di Menaggio con i militari del Nucleo Investigativo di Como hanno avviato delle indagini che hanno portato all’arresto di sette persone tra gli operatorio socio-sanitari della struttura.
“Le violenze andavano avanti dal 2022. Nessuno all’esterno sapeva niente perché i miei colleghi erano furbi. Con le persone che avevano dei familiari si comportavano in un modo, con quelli che arrivavano in struttura mandati dagli assistenti sociali in un altro. Con questi anziani che non avevano nessuno, che erano senza parenti, usavano la violenza perché tanto a chi avrebbero potuto dirlo? Erano indifesi, senza nessuno a cui poter dire: Mi picchiano“, ha raccontato Moretti a Fanpage.it. “Dopo aver visto queste cose, sono stato a casa per una settimana a piangere, non dormivo. Queste immagini le ho ancora in testa, mi tormentano costantemente”.
“Lavoravo nello stesso reparto delle persone che sono state arrestate, al quarto livello della RSA Sacro Cuore. Ero un semplice operatore generico, dovevo fare i letti e pulire gli armadi. All’inizio, quando mi sono accorto dei maltrattamenti, sono stato zitto per tenermi il posto di lavoro, poi non ce l’ho fatta più“, ha detto ancora Moretti a Fanpage.it. “La direzione sapeva quello che succedeva, ho i messaggi su WhatsApp in cui denunciavo quello che succedeva. È anche capitato che mi chiamassero per chiedermi se avessi immagini, foto. Io ho sempre negato e, circa quattro mesi dopo il mio arrivo, le ho portate di nascosto ai Carabinieri per denunciare le violenze che accadevano in struttura. La direzione lo ha scoperto e il 24 dicembre 2023 mi ha detto che non mi avrebbe rinnovato. Così, quattro giorni prima del rinnovo del contratto mi hanno licenziato e hanno assunto altre persone. Penso lo abbiano fatto perché ho denunciato“. Come appreso da Fanpage.it, sarebbero stati proprio i messaggi Whatsapp di cui parla Moretti, unitamente all’esposto presentato dall’ex dipendente in forma non anonima, a convincere il gip ad autorizzare l’avvio delle indagini e quindi l’attività di intercettazione all’interno della RSA.
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“Quando sono rimasto senza lavoro, nessuno mi ha più voluto prendere a lavorare. Ho 43 anni e da due sono disoccupato e convivo con la depressione. Ho rischiato lo sfratto, tra poco mi staccheranno luce e gas e a giugno dovrò lasciare casa, sarò in mezzo alla strada“, ha continuato a raccontare Moretti. “Se non fosse stato per i carabinieri del Centro Valle Intelvi non so come avrei fatto. Mi hanno aiutato a fare la spesa, sono stati gli unici che mi sono stati vicini“.
A questo punto, Moretti si sarebbe rivolto anche ai sindaci della zona in cerca di aiuto. “Non mi hanno ascoltato. Quante volte mi sono sentito dire: “Ma perché non te ne vai? Tanto non vincerai mai, la verità non verrà mai fuori“. Alla fine però è uscita e mi è costata carissimo. Dicono tanto di denunciare, poi uno denuncia e si ritrova solo. È normale che la gente poi non abbia il coraggio di farlo“, ha concluso Moretti a Fanpage.it. “Questo è un appello ai politici: aiutatemi a trovare un posto di lavoro e una casa dove stare. Non mi pento di aver denunciato, lo rifarei, ma ora sono solo e ho bisogno di aiuto“.
Fonte : Fanpage