Un ex tecnico di Rfi, Marco Albanesi, è stato ritenuto dai giudici l’unico colpevole del disastro ferroviario di Pioltello, alle porte di Milano: erano da poco passate le 7 di giovedì 25 gennaio 2018 quando un treno il regionale 10452 di Trenord in servizio tra Cremona e Milano Porta Garibaldi è uscito dai binari facendo ribaltare tre carrozze.
Tra le lamiere del convoglio morirono tre persone: Pierangela Tadini, Giuseppina Pirri e Ida Maddalena Milanesi. Decine rimasero ferite, sei più gravemente.
La tesi della procura
Secondo le indagini, a causare il deragliamento fu un giunto in “pessime condizioni” che portò alla rottura di un pezzo di rotaia per 23 centimetri. Secondo i pm Leonardo Lesti e Maura Ripamonti il tutto sarebbe legato a una serie di omissioni nella manutenzione e per questo motivo avevano chiesto cinque condanne tra cui quella per Maurizio Gentile, ex amministratore delegato di Rfi, e Umberto Lebruto, ex direttore di produzione.
Secondo i giudici invece l’ex tecnico di Rfi, nella sua qualità di capo unità manutentiva, avrebbe colpevolmente sottovalutato il rischio – a lui noto – di rottura di un giunto isolante incollato ammalorato. Il presidente del tribunale milanese Fabio Roia spiega che invece i vertici di Rfi non potevano sapere “in considerazione dei rispettivi ruoli ricoperti all’interno dell’assetto organizzativo di Rete Ferroviaria Italiana”. Da qui l’assoluzione.
Albanese, in solido con Rfi, in qualità di responsabile civile, dovrà a risarcire con oltre un milione e centomila euro di euro a quasi 50 parti civili: oltre 25mila euro ai passeggeri e 50mila al sindacato Filt-Cgil Lombardia.
Fonte : Today