Il termine “prognosi” deriva dal greco e significa “conoscere prima”. In ambito medico, sostanzialmente, indica la previsione sul probabile andamento futuro di una malattia, stilata dal medico dopo aver fatto la diagnosi e valutando differenti aspetti. Proprio in questi giorni il termine “prognosi riservata” è stato associato alle condizioni di salute di Papa Francesco. Ecco cosa sapere, nel dettaglio, su questo termine.
Cosa influisce sulla prognosi in ambito medico
La prognosi scaturisce in maniera principale dalla natura della malattia in questione, di cui si conoscono caratteristiche quali la mortalità, la gravità e la durata ma può essere condizionata anche da altri fattori, come le condizioni del malato legate ad età, stato di salute generale, eventuale presenza di fattori di rischio o di altre patologie, le possibilità terapeutiche, la possibilità per il malato di potersi o non potersi sottoporre alle terapie disponibili o anche le possibili complicazioni. Una medesima patologia, ad esempio, può determinare una prognosi anche diversa proprio in base a questi fattori. La prognosi, va sottolineato, resta una previsione e dunque può essere soggetta ad errori o influenzata da alcune situazioni non prevedibili, come l’improvviso aggravamento della patologia iniziale.
Le tipologie di prognosi
Una prognosi può essere immediata, quando si riferisce alla conclusione prossima della malattia oppure anche a distanza se sottolinea gli esiti della malattia più in là nel tempo. Inoltre, proprio in base alla gravità, una malattia può avere una prognosi positiva o favorevole nel momento in cui i medici ritengono che la guarigione verrà raggiunta facilmente ed in tempi più rapidi oppure ancora una prognosi negativa o sfavorevole nel momento in cui le condizioni del paziente fanno pensare ad un complesso ed articolato raggiungimento della guarigione. Tra l’altro la prognosi propone una stima dei giorni necessari al malato per raggiungere proprio la guarigione. Un numero variabile di “giorni di prognosi” significa che secondo i medici ci vorrà quel tempo esatto al malato per riprendersi del tutto. Quando, poi, si ritiene che la malattia non porti alla guarigione ma anzi al decesso del paziente, si parla invece di “prognosi infausta”. Al contrario si può parlare di “prognosi fausta”.
La prognosi riservata
C’è poi un termine che ricorre spesso, ovvero quello di “prognosi riservata”. In particolare, viene utilizzato quando l’espressione della prognosi non è possibile, dal momento che la malattia può evolversi in modalità difficilmente prevedibili dai medici oppure svilupparsi anche gravemente a partire dalla diagnosi iniziale. Pur non rappresentando di base una situazione di gravità, ma più di imprevedibilità, sono spesso alcune patologie gravi ad essere associate alla maggiore difficoltà, o in certi casi all’impossibilità, da parte dei medici di determinare una prognosi esatta.
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