video suggerito
Si apre oggi, 25 febbraio, il processo a carico di Moussa Sangare. Il 30enne è accusato dell’omicidio pluriaggravato di Sharon Verzeni, la 33enne uccisa nella notte tra il 29 e il 30 luglio 2024 a Terno d’Isola (Bergamo).
Moussa Sangare e Sharon Verzeni
Oggi, martedì 25 febbraio, davanti ai giudici della Corte d’Assise di Bergamo inizia il processo a carico di Moussa Sangare, accusato dell’omicidio di Sharon Verzeni. Il 30enne era stato arrestato il 30 agosto del 2024, un mese esatto dalla morte della barista 33enne accoltellata nella notte tra il 29 e il 30 luglio con almeno quattro fendenti mentre faceva jogging a Terno d’Isola (in provincia di Bergamo). Sangare, dopo aver provato a sviare i sospetti su di lui, aveva confessato l’omicidio ai carabinieri dicendo di aver colpito Verzeni senza alcun motivo se non una strana forma di “eccitamento”. Per lui, la Procura ha chiesto il giudizio immediato, mentre il suo legale, Giacomo Maj, chiederà la perizia psichiatrica per valutare la sua capacità di intendere e di volere.
Cosa succede oggi in aula
In aula saranno presenti Sergio Ruocco, compagno di Sharon Verzeni, e i genitori della 33enne che ormai lo hanno accolto in casa loro come un “secondo figlio”. I tre si sono costituiti parti civili e sono rappresentati dal legale Luigi Scudieri.
L’avvocato Maj, invece, difende Sangare e dovrà depositare la lista dei testimoni e l’esame dell’imputato. Inoltre, ha già annunciato che chiederà la perizia psichiatrica per il 30enne, in quanto ritiene che “abbia gravi problemi”. Nei giorni scorsi, Maj ha fatto visita al suo assistito in compagnia di uno psichiatra autorizzato dal gip. In questo caso, Sangare potrebbe essere sommariamente interrogato prima dell’eventuale via libera alla perizia. Lo stesso Maj ha fatto sapere che probabilmente il 30enne parlerà anche oggi.
Moussa Sangare è accusato di omicidio pluriaggravato di Sharon Verzeni
Sangare è accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione, dai futili motivi e dalla minorata difesa della vittima. Per questo motivo, rischia l’ergastolo. Sulla colpevolezza del 30enne, in realtà, non ci sono grandi dubbi: le telecamere lo hanno inquadrato fuggire in bicicletta dal luogo del delitto, è stato trovato il Dna di Verzeni sulla due ruote e lui stesso ha confessato.
Come aveva scritto la gip Raffaella Mascarino nella convalida della custodia cautelare in carcere, Sangare era uscito di casa con un coltello nello zaino dopo una serata con gli amici. Il 30enne avrebbe, poi, colpito Verzeni per la sola forma di “eccitamento” che provava in quel momento, mentre la sua vittima sorpresa di notte con gli auricolari alle orecchie gli chiedeva “perché”. Ma un “perché” non c’è mai stato: al posto della 33enne avrebbe potuto esserci chiunque altro. Sangare, infatti, quella sera aveva incrociato nel suo cammino sette uomini, ma alla fine decise di colpire Verzeni perché ritenuta “l’obiettivo più debole“.
Nel caso in cui l’eventuale perizia psichiatrica dovesse accertare la sua capacità di stare a giudizio, la Corte d’Assise presieduta da Patrizia Ingrascì dovrà decidere se le aggravanti contestate al 30enne possano essere bilanciate dalle attenuanti generiche. Sangare, infatti, aveva confessato il delitto, ma solo dopo essere stato messo alle strette dai carabinieri. Prima aveva provato a difendersi dicendo di non essere “mai stato a Terno”, o comunque di aver assistito a una lite tra Verzeni e un altro uomo.
Il Comune di Terno non si costituisce parte civile per l’omicidio
Per un mese, dal 30 luglio al 30 agosto 2024, gli abitanti di Terno d’Isola hanno convissuto con la paura che tra loro potesse esserci un killer che, stando a quanto emergeva dalle indagini, colpiva senza alcun apparente motivo. “L’omicidio della nostra concittadina Sharon Verzeni ha esercitato un grande impatto sulla vita nel nostro comune”, ha dichiarato il sindaco Gianluca Sala, “il tragico episodio ha recato un danno all’immagine del territorio, generando un allarme sul tema della sicurezza”.
Nonostante questo, però, l’Amministrazione comunale ha deciso di non costituirsi parte civile al processo a carico di Sangare: “Il riscatto di Terno d’Isola non passa dalle aule del Tribunale“, ha affermato il primo cittadino. Il Comune ha comunque espresso “piena fiducia nell’operato della magistratura” e rinnovato “vicinanza alla comunità e ai familiari della vittima”.
Fonte : Fanpage