Papa Francesco e il rischio di una sepsi, resta la prognosi riservata: “È l’ora della speranza”

Non ci sono notizie rassicuranti per quanto riguarda la salute di Papa Francesco, da giorni ricoverato al Gemelli di Roma per una polmonite bilaterale. Il quadro clinico resta infatti critico, con segnali contrastanti che mantengono alta l’attenzione dei medici.

L’ultimo bollettino medico diffuso nella serata di oggi, lunedì 24 febbraio, indica che le condizioni cliniche del Pontefice mostrano un “lieve miglioramento”. Lo staff medico evidenzia che alcuni parametri sono fortunatamente migliorati e che Francesco non ha avuto altri episodi acuti a livello polmonare: “Anche nella giornata odierna non si sono verificati episodi di crisi respiratorie asmatiforme; alcuni esami di laboratorio sono migliorati – prosegue il bollettino – il monitoraggio della lieve insufficienza renale non desta preoccupazione. Continua l’ossigenoterapia, anche se con flussi e percentuale di ossigeno lievemente ridotti”. La prognosi però “resta riservata” per i medici dell’ospedale romano, per “la complessità del quadro clinico”. 

Il precedente bollettino medico del policlinico Gemelli aveva evidenziato una lieve insufficienza renale. Un elemento che, secondo gli esperti, potrebbe indicare una sepsi in fase iniziale, cioè un’infezione generalizzata che può interessare uno o più organi e che può arrivare a comprometterne la funzionalità.

Un rischio già messo in conto alcuni giorni fa dal professor Sergio Alfieri, direttore del dipartimento medico chirurgico del policlinico e responsabile dell’equipe del Gemelli: “Se per sciagura uno di questi germi, che ora sono localizzati nei polmoni, dovesse passare nel sangue qualsiasi paziente avrebbe una sepsi e da una sepsi alla sua età potrebbe essere davvero difficile uscirne. Tocchiamo ferro, ma il vero rischio in questi casi è che i germi passino nel sangue” aveva detto in conferenza stampa lo scorso 21 febbraio. 

Perché l’insufficienza renale preoccupa gli infettivologi

Una sepsi si può sviluppare come reazione dell’organismo a un’infezione, in questo caso polmonare. E il rischio è che una risposta infiammatoria eccessiva dell’organismo possa danneggiare tessuti e organi compromettendone il funzionamento. In questo caso le conseguenze potrebbero essere anche mortali. 

Ed è proprio l’insufficienza renale a far sospettare un inizio di sepsi, come fa notare il professor Abele Donati, direttore della clinica di anestesia e rianimazione dell’azienda ospedaliera universitaria delle Marche. “Potrebbe segnalare la presenza di una sepsi in fase iniziale” sottolinea Donati, intervistato dal Corriere della Sera, per poi aggiungere: “Da diversi giorni il Pontefice è sotto terapia antibiotica, se dovessero comparire problemi ai reni, ci sarebbe un aggravamento importante e la prognosi potrebbe diventare infausta”.

Matteo Bassetti e la sepsi

A parlare di questo rischio c’è anche Matteo Bassetti, infettivologo e direttore del reparto malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova. “Il quadro clinico del Papa mi pare in linea con una sepsi, che è la risposta infiammatoria del nostro organismo a un insulto infettivo come quello che ha avuto con l’infezione ai polmoni importante. La sepsi può riguardare più organi come i reni – ha dichiarato Bassetti all’Adnkronos -. Infatti il bollettino della sala stampa vaticana ha parlato di una lieve insufficienza renale. Poi le trasfusioni e la piastrinopenia potrebbero essere legate alle terapie antibiotiche che sta facendo, alcune abbassano in maniera importante il valore delle piastrine”. 

L’infettivologo genovese ha poi specificato che oggi la terapia antibiotica migliora la prognosi dei pazienti in modo significativo, “ma il fatto che le cose non vadano bene dopo diversi giorni dovrebbe forse far pensare che andrebbe rivalutato il trattamento”.

Come sta Papa Francesco oggi

Papa Francesco è ancora ricoverato al policlinico Gemelli di Roma, dove si trova dallo scorso venerdì 14 febbraio. “La notte è trascorsa bene, il Papa ha dormito e sta riposando”, ha reso noto questa mattina la sala stampa vaticana. Successivamente, fonti vaticane hanno fatto sapere che Bergoglio “sta proseguendo le terapie” e che il suo “umore è buono”. Un quadro clinico che apre a un cauto ottimismo, in attesa del bollettino ufficiale del pomeriggio.

Le condizioni del Pontefice restano comunque critiche. Come riferito nell’ultimo bollettino di ieri, Bergoglio è sotto “ossigenoterapia ad alti flussi attraverso le cannule nasali”. Gli esami del sangue hanno evidenziato una “lieve insufficienza renale”. Per Bergoglio, 88 anni, colpito da una polmonite bilaterale emersa in seguito alle complicanze di un’infezione polimicrobica, continuano le cure.

“È l’ora della speranza contro ogni speranza”

E intanto attorno al Pontefice si moltiplicano le preghiere e l’apprensione dei fedeli: “In questo momento vorrei che chiedessimo la stessa fede di Abramo, la spes contra spem, la speranza contro ogni speranza”, ha detto nella mattinata di oggi, lunedì 24 febbraio, il cappellano del Gemelli, don Nunzio Corrao, guidando la preghiera durante l’adorazione eucaristica per Francesco.

La sensazione è che il destino di Francesco dipenderà dall’efficacia delle terapie e dalla capacità del suo organismo di reagire all’infezione. E che le prossime ore saranno cruciali.

Fonte : Today