I reni non sanno più svolgere correttamente il proprio lavoro. È questa la condizione, chiamata insufficienza renale, di cui soffre Papa Francesco, ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma alcuni giorni fa per una polmonite bilaterale, e dietro la quale ci potrebbe essere una sepsi, ossia un’infiammazione grave di tutto l’organismo dovuta a un’infezione. Ma di che malattia si tratta esattamente, quali sono le cause, i sintomi e le terapie dell’insufficienza renale e che collegamento c’è con la sepsi?
L’insufficienza renale
Ricordiamo brevemente che i reni sono organi che hanno il compito di filtrare il sangue, eliminando le sostanze di scarto del metabolismo e i liquidi in eccesso tramite le urine. Partecipano, inoltre, ai processi di regolazione della pressione arteriosa, della formazione del sangue e del metabolismo osseo. Tuttavia, “quando i reni non funzionano correttamente le sostanze di scarto tendono ad accumularsi nel sangue provocando uno stato di intossicazione e di squilibrio che possono causare altri importanti problemi di salute”, spiegano dall’Istituto superiore di sanità (Iss).
Tipologie e cause dell’insufficienza renale
Esistono due forme differenti di insufficienza renale: cronica e acuta. La prima, in sostanza, progredisce lentamente, provoca danni permanenti ed è causata principalmente da diabete, ipertensione, rene policistico e diverse infiammazioni che colpiscono i reni. L’insufficienza renale acuta, invece, si manifesta con una rapida perdita della funzionalità dei reni dovuta, spesso, a fattori temporanei. Le cause più comuni, in questo caso sono: emorragia, infarto, infezioni, sepsi, reazioni allergiche gravi, assunzione di specifici farmaci, sindrome emolitico-uremica, calcoli renali, mieloma multiplo e alcune neoplasie, come il tumore della vescica, della prostata, del colon e della cervice uterina. Nel caso del Papa, l’insufficienza renale “potrebbe segnalare la presenza di una sepsi in fase iniziale”, ha commentato al Corriere della Sera Abele Donati, direttore della clinica di anestesia e rianimazione dell’Azienda ospedaliera universitaria delle Marche, professore ordinario al Politecnico di Ancona. “È la risposta dell’organismo a un’infezione in atto, in questo caso ai due polmoni. Il sistema immunitario per difendersi produce sostanze la cui diffusione provoca malfunzionamento di organi e apparati”.
La sintomatologia
Sebbene nelle fasi iniziali della malattia cronica l’organismo riesca a compensare la minor funzionalità dei reni e possono quindi non esserci segnali evidenti, in uno stadio avanzato, invece, possono manifestarsi disturbi come malessere generale, stanchezza, perdita di peso, edema, affanno, disturbi del sonno e sangue nelle urine. L’evoluzione della forma acuta, invece, è molto rapida ed è caratterizzata da sintomi quali nausea, vomito, ipertensione, disidratazione, sonnolenza, dolore al petto e addominale, gonfiore e affanno.
Le complicanze dell’insufficienza renale
Le complicanze causate dal fatto che i reni non svolgono più correttamente il loro compito sono diverse in base alla forma della patologia. Per quella cronica, ad esempio ci sono edemi, iperkaliemia, malattie cardiovascolari, anemia, fratture ossee e danni maggiori che potrebbero richiedere dialisi e trapianto. “A tutt’oggi non esiste una cura per guarire dall’insufficienza renale cronica”, spiegano gli esperti. “Una corretta terapia, tuttavia, può rallentarne o anche impedirne il peggioramento limitando i disagi per la persona colpita”. I trattamenti principali consistono nell’adottare uno stile di vita sano, nell’assumere farmaci per curare sia la malattia che ha causato i danni renali sia le eventuali complicanze, l’emodialisi e, infine, il trapianto di rene. Per la forma acuta, invece, le complicanze possono essere: edema polmonare, pericardite, iperkaliemia e, anche in questo caso, danni che possono richiedere dialisi e trapianto. “Di norma, anche a causa della sua rapida evoluzione, l’insufficienza renale acuta richiede il ricovero ospedaliero”, precisano dall’Iss. “Durante il trattamento sarà continuamente monitorato il livello di una sostanza, la creatinina, nel sangue al fine di valutare il miglioramento o il peggioramento del funzionamento dei reni nel tempo”, chiariscono gli esperti. “La maggior parte dei casi di insufficienza renale acuta guarisce completamente, anche se in alcuni casi si verifica un danno permanente che causa l’insufficienza renale cronica”.
Fonte : Wired