Cesare Prandelli: “Sto molto meglio, sono stato fortunato. Alla Roma furono tutti meravigliosi”

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Cesare Prandelli adesso sta bene, ma se l’è vista brutta: “Ho avuto una fortissima e improvvisa polmonite. Sono stato fortunato, ringrazio i medici di Brescia”. Il ricordo della morte della moglie Manuela: “La Roma era un sogno, ma non potevo lasciarla sola. Da allora è cambiato tutto”.

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Cesare Prandelli sta bene, ma se l’è vista brutta come racconta lui stesso adesso che il peggio è alle spalle: “Diciamo che sto molto meglio. Poco tempo fa ho avuto una fortissima e improvvisa polmonite. Sono stati bravi i medici dell’ospedale civico di Brescia. Li devo ringraziare. Sono stato fortunato, adesso sto finalmente bene“. Prandelli oggi ha 67 anni e si è ufficialmente ritirato dall’attività di allenatore nel marzo del 2023, a due anni dalla sua ultima panchina alla Fiorentina, da cui si era dimesso per motivi personali.

Prandelli ricorda la strage dell’Heysel: “I tifosi entrarono nello spogliatoio. Urlavano: morti, morti, morti”

Nell’intervista a La Stampa, il tecnico di Orzinuovi racconta due episodi che hanno segnato in maniera indelebile la sua vita, prima ancora che la sua carriera. Da giocatore la strage dell’Heysel, in cui persero la vita 39 tifosi prima della finale di Coppa dei Campioni poi vinta dalla Juventus sul Liverpool. Prandelli in quella grande Juve di Trapattoni era un panchinaro (a Bruxelles entrò nel secondo tempo al posto di Briaschi). Impossibile per lui dimenticare cosa accadde quel 29 maggio 1985: “È stata una tragedia gigantesca. Lo stadio non era idoneo, dovevano controllare persino i calcinacci, ma niente. Ricordo benissimo che eravamo nello spogliatoio e vedevamo soltanto uno spicchio della curva inglese“.

Gli incidenti allo stadio Heysel prima della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool

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Il ricordo si fa vivido, dopo 40 anni rispuntano volti, voci, immagini: “All’improvviso entrarono, sempre negli spogliatoi, centinaia di tifosi. Li facemmo passare perché erano bianchi, erano terrorizzati. Urlavano: morti, morti, morti. È stato angosciante. Non vedevano nemmeno, chessò, Platini, Boniek e altri campioni. Boniperti, altro signore vero, decise di non giocare ma poi le solite dinamiche politiche… Il delegato UEFA spiegò che bisognava giocare altrimenti la situazione poteva peggiorare. Mah. Altra cosa da smentire: assolutamente falso che abbiamo festeggiato, è che ci hanno davvero costretti ad andare sotto la curva con la coppa per tenere tranquilli i tifosi“.

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La morte della moglie Manuela: “La Roma era un sogno, ma non potevo lasciarla sola. Da allora è cambiato tutto”

Il nastro va avanti di oltre 20 anni, siamo al 2007: muore dopo una lunga malattia Manuela, l’amatissima moglie di Cesare. L’allenatore bresciano era appena approdato alla Roma, ma si dimise ad agosto per stare vicino alla compagna: “Roma era un sogno, ma è successo quello che si sa. Manuela ebbe una recidiva, non potevo lasciarla sola, le cure erano importanti, toste. Alla Roma c’era la famiglia Sensi e Franco Baldini. Sono stati meravigliosi. Tutti. Salutai i ragazzi senza dire di Manuela, non capivano ma quando hanno saputo mi hanno fatto delle bellissime telefonate. Da allora è tutto cambiato, cerchi di avere equilibrio anche per la famiglia, ma cambia tutto. Prospettive, abitudini, tutto“.

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L’ex CT dell’Italia il calcio continua a seguirlo, ma ci vede meno anima: “Un po’ di responsabilità l’hanno anche i commentatori che vogliono vendere un prodotto. Ma il calcio non si vende, si gode. Troppi commenti, abbiamo perso l’emozione per un gesto tecnico. Una volta ci si ricordava della rovesciata di Vieri, del tacco di Mancini, della corsa di Vialli. Adesso sono soltanto statistiche, vedi il possesso palla. Ecco, che palle!“.

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Fonte : Fanpage