video suggerito
Per la prima volta dal 1945 abbiamo visto una guerra di grandi dimensioni in Europa. È un conflitto particolare quello tra Russia e Ucraina, che mescola elementi della prima e della seconda guerra mondiale con tecniche e armi modernissime.
Intervista a Aldo Giannuli
Storico e direttore del centro studi Osservatorio Globalizzazione
Quando le truppe russe entrarono in Ucraina il 24 febbraio 2022, tre anni fa, con le loro uniformi in direzione di Kiev, il presidente Vladimir Putin si aspettava una vittoria rapida. E invece, quella che Putin aveva battezzato una “operazione militare speciale”, si è trasformata nel più grande conflitto in Europa dal 1945. Un guerra dove vengono scavate trincee ma anche schierati droni di ultima generazione, lanciati missili costruiti in giardino e sparati proiettili da 150.000 dollari.
Un conflitto, quello tra Russia e Ucraina, nel quale coesistono tattiche della prima guerra mondiale, armi della seconda, ma anche tecnologie modernissime come i droni o i sistemi di intelligenza artificiale. Per capire meglio, a tre anni di distanza, come è cambiato il conflitto tra Russa e Ucraina, abbiamo parlato con Aldo Giannuli, storico e direttore del centro studi Osservatorio Globalizzazione.
Droni, intelligenza artificiale, munizioni di precisione a basso costo. Quali sono stati gli viluppi militari più significativi della guerra tra Russia e Ucraina?
Leggi anche
La Rete Pace Disarmo: “Ucraina ed Europa escono a pezzi dalla guerra, errore puntare solo sulle armi”
Ci sono armi che erano già presenti, per esempio le munizioni di precisione o l’intelligenza artificiale. La grande novità sono stati i droni, c’erano ma non erano mai stati utilizzati in misura così massiccia. Poi sono state usate armi non nuove ma decisive, per esempio i missili Patriot.
Spesso la guerra è stata il pretesto per sviluppare nuove tecnologie. In Ucraina, sembra il contrario.
Diciamo che dal 1945 in poi non c’è mai stata una guerra con un volume di fuoco come questa. Quindi è stata sviluppata prima la tecnologia, e poi è stata applicata alla guerra. L’esempio più evidente sono i droni.
Ecco la guerra in Ucraina è stata soprannominata proprio la prima guerra dei droni. Come stanno cambiando il conflitto?
I droni sono stati importanti soprattutto per l’aspetto campale, usati come arma anticarro, ma nella guerra tra Russia e Ucraina sono state introdotte anche armi nuove che hanno cancellato il confine tra arma leggera e arma pesante. Armi come lo Javelin, che possiamo quasi definire individuali, bastano due uomini per utilizzarlo, ma che hanno un volume di fuoco molto più potente di un’arma individuale. Sono armi costose e infatti quella in Ucraina è una guerra molto costosa, il proiettile di uno Javelin costa 150.000 dollari.
Eppure è stata anche una guerra con armi molto economiche, penso ai droni a 100 euro o ai missili fai da te.
Sicuramente è una guerra molto particolare, c’è stata una mescolanza inedita, con armi molto costose, modernissime, ma anche armi decisamente economiche come i robot anticarro che si infilano sotto i carri ed esplodono.
Oppure i Trembita, chiamati “missili del popolo” e costruiti nei giardini degli ucraini.
Esatto, siamo di fronte a una guerra, un po’ come è successo in Vietnam, fatta anche di armi popolari. Questo succede quando il volume di fuoco è molto forte e c’è un dislivello evidente tra i combattenti, per quanto riguarda tecnologie e soldi. Sono state anche schierate tante armi vecchie. Il carro più utilizzato è stato il T-72 che era già un arma superata durante la prima guerra del Golfo.
Sono diventati centrali anche i cyberattacchi, e infatti è stato reclutato un “esercito informatico volontario”.
Sì, anche se i cyberattacchi come arma non sono nuovissimi. Per esempio durante le guerre del Golfo erano stati ampiamente usati.
È vero, però le tecniche di hackeraggio erano meno sofisticate. Penso per esempio a inizio guerra, febbraio 2022, quando gli hacker hanno preso il controllo delle stazioni di ricarica per auto elettriche a Mosca.
Sicuramente, poi c’è da dire che l’arma informatica è stata supportata per via satellitare. Questa è una grande novità, la connessione satellitare, ha permesso per esempio agli ucraini di rintracciare 15 generali russi sul fronte, intercettando le reti di traffico sono riusciti a localizzare bersagli di rilievo.
A proposito di satelliti. Questa guerra ha mostrato bene il ruolo dei miliardari tech, mi riferisco ovviamente a Elon Musk e alla sua rete Starlink. Anche ora sembra al centro dei negoziati sulle terre rare.
E certo, Musk ha prima dato e poi tolto Starlink. Questa guerra ha mostrato bene una nuova tendenza verso la privatizzazione. L’ondata neoliberista aveva già portato alla privatizzazione di alcuni ambiti, salute, scuola, ma la diplomazia, l’esercito, sono rimasti saldamente nelle mani dello stato, adesso questo confine comincia a sfumare.
Il conflitto ha visto anche l’intelligenza artificiale impiegata in modi diversi, soprattutto per promuovere la propaganda e la guerra dell’informazione attraverso i deep fake.
Sì, non stupisce. La disinformazione è una specialità dei russi da sempre e in fondo l’Ucraina da quella scuola viene. Ma anche nelle forme di combattimento ci sono state forme analoghe.
Per esempio?
La maskirovka, un tecnica di combattimento russa che prevede l’inganno, mentire per confondere le idee del nemico. È stato utilizzato ampiamente da entrambi ma sono stati più bravi gli ucraini. I russi hanno continuato a combattere secondo la loro scuola di pensiero, gli ucraini sono stati ibridi. Hanno mantenuto certe tradizioni russe ma si sono anche occidentalizzati, e hanno anche adattato il loro spirito a un metodo di combattimento.
Abbiamo parlato tanto di innovazioni belliche, ma c’è anche un’altra faccia del conflitto, che assomiglia a quello di trincea della prima guerra mondiale.
Si è stato usato di tutto, è una guerra molto particolare perché ha degli aspetti della prima guerra mondiale, ma anche della seconda e poi ha armi modernissime come i droni. Prende diversi elementi e li mescola, la vera la vera novità del conflitto è che per la prima volta dal ’45 abbiamo fatto una guerra di grandi dimensioni in Europa.
A distanza di tre anni, cosa è cambiato?
Diciamo che non ci sono stati molti cambiamenti. Sono stati graduali, un po’ perché sono cambiate le tattiche di combattimento, ma soprattutto perché l’Occidente ha dato col contagocce i suoi aiuti. E questo quindi lentamente ha cambiato qualcosa.
Cosa ci lascerà?
Cambierà completamente la carta geografica del mondo. Pensi al fatto che la Nato ormai è finita, non ha più senso, ma anche è facile prevedere un distacco dei Russi dai cinesi.
Fonte : Fanpage