The Descent Discesa nelle tenebre, la trama del film e perché è spaventoso

Una giovane donna di nome Sarah (Shauna MacDonald) ha perso in un incidente il marito e la figlia. A un anno dal lutto, ancora sconvolta e ottusa dai farmaci, decide di permettersi una breve vacanza con un gruppo di amiche, esperte speleologhe come lei, con le quali visitare una grotta. Tra le compagne spicca Juno (Natalie Mendoza), una ragazza forte, sportiva, intraprendente e che ha l’idea di esplorare un percorso non autorizzato. Quando Sarah ha un attacco di panico e un incidente intrappola le donne in un sistema di gallerie angusto, le amiche si rendono conto che nelle tenebre si nascondono creature primitive e pericolose: è l’inizio di una lotta per la sopravvivenza.

Il regista dei mostri assassini: Neil Marshall

L’inglese di New Castle Neil Marshall vanta un’interessante carriera cinematografica (alternata a quella televisiva: ha diretto episodi di Game of Thrones, Hannibal, Constantine e Black Sails), nel genere. Il suo debutto risale al 2002 con il cult Dog Soldiers. Ambientato nelle highland scozzesi, segue una mezza dozzina di soldati attaccati da lupi mannari. Tre anni dopo esce The Descent. Assieme ad altri registi come Robert Rodriguez, James Wan, Alexandre Aja e Eli Roth diventa famoso come membro dello Splat Pack, ovvero i fillmaker dell’orrore più rilevanti e splatter degli anni Dieci. Nel 2015 torna a cimentarsi con l’horror nell’antologia dell’orrore Tales of Halloween con il racconto Bad Seed, su una zucca intagliata assassina. Seguiranno il remake di Hellboy (2019) con il David Harbour di Stranger Things, lo storico soprannaturale sulla caccia alle streghe Reckoning (2020, con Sean Pertwee, già in Dog Soldiers) e The Lair (2022), action horror che segue una donna militare in Afghanistan alla scoperta di un bunker sovietico popolato di esperimenti ibridi umani.

Curiosità: il doppio finale

Marshall reputò che girare in una vera grotta fosse troppo complicato e pericoloso, per questo tutti gli ambienti dove si svolge il film sono stati costruiti in studio, per un totale di 21 set che riproducono vari punti delle grotte. Per le creature scarne, pallide e vampiresche che emergono dai meandri delle caverne Marshall si è ispirato al Nosferatu di Murnau del 1922. Del film esistono due finali: negli Stati Uniti è uscita la versione che finisce quando la Final Girl emerge dalle grotte ed entra in macchina per lasciare dietro di sé l’incubo. In quella europea, la giovane si rende conto di aver avuto un’allucinazione e trovarsi ancora, sola e circondata dai mostri, nella grotta. Forse, a causa degli psicofarmaci, quelle creature non sono nemmeno reali, ed è stata lei, in balia della follia e della paranoia, a sterminare le altre.

Fonte : Wired