video suggerito
Francesca Pascale, ex compagna di Silvio Berlusconi, ha raccontato che la ministra del Turismo Daniela Santanchè le avrebbe regalato due borse Hermès dal valore di circa 18mila euro, che però si sarebbero rivelate false. Santanchè ha smentito le ricostruzioni di stampa, e ha minacciato querele.
Daniela Santanchè, oggi ministra del Turismo nel governo Meloni, nel 2014 avrebbe regalato a Francesca Pascale – all’epoca compagna di Silvio Berlusconi – due borsette Hermès molto costose: una Birkin e una Kelly, per un valore complessivo di circa 18mila euro. Due anni fa, però, la cerniera di una delle due borse si sarebbe rotta: Pascale, portandola a riparare nel negozio ufficiale di via Montenapoleone a Milano, avrebbe scoperto che si trattava di un falso, o comunque di un modello senza codice identificativo. Insomma, Santanchè le avrebbe regalato delle borsette contraffate senza dirglielo. Cosa che la ministra ha smentito: “L’unico falso è la notizia”.
Il racconto di Pascale: “Commesso Hermès mi disse che borsa era falsa, che figura di m…”
Questa è la versione dei fatti prima ricostruita dal Fatto quotidiano e poi confermata dalla stessa Pascale in un’intervista all’Huffington Post. Secondo quanto raccontato da Pascale, il regalo era arrivato in un periodo in cui all’interno del centrodestra era in corso uno scontro, e le borsette sarebbero servite anche a ‘ingraziarsi’ la compagna di Silvio Berlusconi. Lo stesso ex premier, ha raccontato Pascale, protestò: “Disse ‘sono troppo costose, non dovevi accettare’. Potevamo mai immaginare che le borse erano false? che figura di merda“.
La donna ha riportato anche il momento della scoperta: “Vado da Hermès per ripararla e il negoziante mi dice che si scusa, ma deve ritirare la borsa, che è merce contraffatta. Volevo morire. Io mi scuso a mia volta, dico che non sapevo. Poi l’uomo ci ripensa, e mi lascia tenere la borsa”.
Leggi anche
Caso Santanchè, la mozione di sfiducia arriva alla Camera: M5s: “Se resta ministra è un disonore per le istituzioni”
Pascale avrebbe poi chiesto spiegazioni a Santanchè, senza riceverne: “Io gliel’ho detto: ‘Ma scusa, mi regali delle borse taroccate e non me lo dici? A me va bene tutto, ma almeno non mi far fare figure di niente'”. La ministra però “non mi ha mai risposto. Ma io non gliene voglio, figuriamoci. Solo mi dico che questa vicenda è emblematica di che persona è”. La borsa è rimasta rotta: “La uso per mettere le cose dei cagnolini”.
Santanchè smentisce: “Unico falso è la notizia”
La ministra Santanchè ha smentito completamente che questo sia avvenuto: “L’unico falso è la notizia. E ne risponderanno in tribunale“, ha dichiarato ieri con una nota. Da lei non sono arrivate ulteriori spiegazioni né commenti. Intanto, il Fatto ha riportato di aver rintracciato l’uomo che avrebbe venduto dei prodotti contraffatti alla ministra, insieme ad alcune testimonianze anonime secondo cui Santanchè sarebbe nota, nelle località marittime di alto lusso della Versilia, per i suoi acquisti di beni fasulli.
Un dettaglio che non è stato del tutto chiarito è se le borsette fossero eventualmente contraffatte, oppure ‘solo’ prive del codice identificativo. Può succedere che le persone che materialmente realizzano dei prodotti di lusso ne facciano un numero superiore, e poi queste borse (e non solo) ‘extra’ finiscano nel mercato della contraffazione. Sono sostanzialmente identiche ai pezzi originali, ma non hanno il codice identificativo, e quindi sono considerate a tutti gli effetti false.
Le possibili conseguenze legali per la ministra
Dal racconto di Pascale potrebbero emergere delle conseguenze legali per la ministra, già alle prese con un rinvio a giudizio per falso in bilancio e un’udienza preliminare per truffa allo Stato vicina alla chiusura? Sicuramente la risposta è no per quanto riguarda l’eventuale reato di ricettazione, per aver regalato delle presunte borse finte, perché sarebbe ampiamente scattata la prescrizione. E lo stesso vale per il reato di chi compra prodotti che sono evidentemente falsi, che può essere punito con fino a sei mesi di carcere (oltre a un’ammenda di almeno 10 euro).
Un’altra ipotesi potrebbe essere legata non tanto all’acquisto della presunta borsa falsa, ma alla decisione di non denunciare quando Pascale – stando al suo racconto – avrebbe riportato a Santanchè che si trattava di un prodotto contraffatto. Santanchè, in quanto ministra e quindi pubblica ufficiale, ha l’obbligo di fare denuncia quando ha notizia di un reato perseguibile d’ufficio. In questo, potrebbe trattarsi dell’eventuale truffa ai suoi danni (che però non è un reato perseguibile d’ufficio), in quanto convinta ad acquistare un prodotto falso.
Fonte : Fanpage