Sviluppato dall’imprenditore Dylan Tan, il sistema Sohai risponde automaticamente ai messaggi che arrivano come tentativi di phishing con conversazioni senza senso, impedendo ai criminali di agire. La Malaysia nel 2023 ha registrato perdite di 98 milioni di dollari solo per gli imbrogli su Facebook. Già coinvolte oltre mille persone, mentre cresce l’interesse da parte delle autorità.
Kuala Lumpur (AsiaNews/Agenzie) – La Malaysia ha un nuovo alleato nella lotta alle truffe online: si chiama Scammers on Hold AI (Sohai) ed è un chatbot basato su intelligenza artificiale che inganna i truffatori, impegnandoli in conversazioni senza fine.
Il sistema è stato sviluppato dall’imprenditore Dylan Tan, che ha lanciato Sohai il 14 febbraio per contrastare le truffe che affliggono il sud-est asiatico. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine, nel 2023 sono stati persi fino a 37 miliardi di dollari a causa dell’industria delle truffe online, composta da centinaia di centri attivi nella regione del Mekong, in Myanmar, nelle Filippine, ma anche in Sri Lanka e altri Paesi della regione. In Malaysia si sono registrate perdite pari a 432 milioni di ringgit (98 milioni di dollari) solo su Facebook.
Nella maggior parte dei casi i “truffatori” sono persone a loro volta ingannate con finte offerte di lavoro che operano in appositi centri in condizione di moderna schiavitù.
“Le truffe online sono un’esperienza e un fastidio talmente universali che ho pensato di costruire qualcosa che tutti potessero usare come una sorta di modo per reagire”, ha dichiarato Tan al South China Morning Post.
Il chatbot è semplice da usare: la vittima di una truffa può fornire al criminale il numero di Sohai, che risponderà automaticamente via WhatsApp o altre app di messaggistica. Il bot utilizza una serie di scuse, domande e ritardi per prolungare il più possibile la conversazione, esasperando i truffatori nel tentativo di farli desistere.
Il sistema si basa su un’approfondita ricerca condotta da Tan, che ha contattato direttamente diversi utenti che hanno inviato tentativi di phishing per studiarne i metodi. Ha scoperto che questi operano spesso in modo isolato, senza un database centralizzato di numeri di telefono, e che molti rispettano orari d’ufficio. “Alla luce di queste due intuizioni, ho capito che potevo costruire un’intelligenza artificiale in grado di far perdere tempo all’infinito ai truffatori”, ha spiegato Tan.
Dalla sua attivazione, Sohai ha coinvolto circa 1.100 persone, tra cui tester e truffatori veri e propri. Il chatbot si è rivelato particolarmente efficace con i raggiri finanziari: l’intelligenza artificiale comincia la conversazione fingendosi una persona inesperta attratta da promesse di investimenti facili, ama finisce poi per sommergere i truffatori di storie strappalacrime su perdite passate e richieste di aiuto per recuperare fondi.
Le conversazioni generate dal bot vengono raccolte in un documento di Google accessibile pubblicamente, che riporta i nomi dei truffatori, i dettagli delle conversazioni
L’iniziativa ha ricevuto una risposta entusiasta dal pubblico, con centinaia di commenti e condivisioni sui social media. Il successo di Sohai ha attirato l’attenzione anche di agenzie governative di altri Paesi del sud-est asiatico.
Nonostante la crescente sofisticazione dei centri per le truffe online – che secondo l’ONU stanno sviluppando deepfake e chatbot AI per ingannare le vittime – Sohai si propone come uno strumento semplice, gratuito ed efficace per difendersi. “Ogni minuto in cui un truffatore parla con Sohai è un minuto in meno per truffare qualcuno”, ha dichiarato Tan.
Fonte : Asia